Nella giornata di ieri la nazionale femminile italiana di pallavolo si è imposta nella sfida che la vedeva contrapposta agli Stati Uniti e ha, in questo modo, sfatato lo storico tabù del successo ai Giochi olimpici.
Dietro a questo trionfo si cela la mente di Julio Velasco, capace di riportare tutto in equilibrio all’interno di una squadra ricca di talento, la cui gestione precedente aveva, però, snaturato le dinamiche interne portando la compagine a ottenere dei risultati non in linea con il valore effettivo delle giocatrici. Il reinserimento di Moki De Gennaro e di Caterina Bosetti, e la capacità di alternare in maniera più che produttiva due fuoriclasse come Paola Egonu ed Ekaterina Antropova, dando il corretto spazio alla giocatrice più forte del globo, sono solo due esempi. Quanto fatto da Julio Velasco è un capolavoro.
Il tecnico argentino, classe 1952, nell’ultimo decennio dello scorso secolo era stato in grado di traghettare la nazionale maschile verso degli straordinari successi; sotto la guida di Julio Velasco, la “generazione di campioni” azzurra si era imposta in due edizioni dei campionati mondiali e in tre campionati europei, oltre ad aver vinto cinque World League. Ciò che mancava al genio di La Plata era il titolo olimpico, sfumato in quella nefasta notte di Atlanta del 1996, in cui i Paesi Bassi ebbero incredibilmente ragione di una quasi invicibile Italia, sconfitta in quella circostanza dopo cinque lunghi set. Ora quel titolo olimpico è finalmente arrivato a casa di Julio Velasco, grazie allo straordinario torneo parigino disputato da Carlotta Cambi, Alessia Orro, Paola Egonu, Ekaterina Antropova, Caterina Bosetti, Gaia Giovannini, Myriam Sylla, Loveth Omoruyi, Marina Lubian, Anna Danesi, Sarah Fahr, Monica De Gennaro e Ilaria Spirito. Ed è emblematico il fatto che di fianco a Velasco, sulla panchina azzurra, ci sia stato Lorenzo Bernardi, protagonista di quella magica Italia degli anni ’90.


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