Un risultato quasi pronosticabile alla vigilia ma che fa comunque onore agli uomini di Scaloni che, dopo la vittoria del 2021 e del Mondiale 2022, non si accontentano e portano a casa la sedicesima Copa America battendo 1-0 la Colombia.
ARGENTINA “PIGLIATUTTO”
Dopo anni di delusioni per l’Argentina, a secco di successi in coppe continentali e non dal 1993, il primo grande ritorno alla vittoria di un trofeo è stata, come detto prima, nel 2021 con la vittoria per 1-0 sul Brasile (rete di Di Maria) dopo un cammino quasi simile a questo, con il primo posto nel girone a 5 squadre.
Prima dell’appuntamento Mondiale in Qatar Messi e compagni “sbranano” i campioni d’Europa dell’Italia nella “Finalissima” giocata a Wembley: un 3-0 senza storia con Martinez, Di Maria e Dybala che stendono gli uomini di Mancini.
Infine il glorioso campionato mondiale qatariota dove, dopo il brutto esordio con l’Arabia Saudita, Scaloni cambia e l’Argentina cambiano marcia vincendo tutte le gare fino al rocambolesco 3-3 e vittoria ai rigori nella finale contro la Francia, con il Dibu protagonista.

QUASI PERFETTI
L’entusiasmo a mille e lo status di campioni uscenti avevano messo gli argentini come favoriti per la rassegna, confermando le aspettative.
L’esordio arriva il 21 giugno ad Atlanta e, dopo un primo tempo con molte occasioni sprecate, Alvarez al 49′ e Lautaro Martinez al 92′ scacciano via i brutti pensieri. Più complicato il match contro il Cile, con la vittoria arrivata solo all’88’ su inserimento dell’attaccante dell’Inter, lo stesso decide con una doppietta anche l’ultima sfida col Perù.
Ai quarti ecco l’Ecuador, avversario molto temibile e capace di eliminare il Messico ai gironi. Il solito Martinez e il rigore di Valencia sbagliato sembrano indirizzare il match ma l’incornata di Rodriguez porta la sfida ai rigori. A questo punto però entra in gioco il solito “Dibu” Martinez che ai rigori fa il fenomeno e ne para due, portando i suoi in semifinale. Riecco il Canada ed ecco un altro 2-0 con reti di Alvarez e il primo (ed unico) gol della rassegna di Messi.
Poi la partita più complicata di tutte: la finale. Un avversario di tutto rispetto come la Colombia ha messo in difficoltà l’Argentina ed ha avuto qualche occasione in più degli uomini di Scaloni. Ma, dopo aver sprecato tanto, arriva la beffa: ai supplementari grande recupero di Paredes, palla a Lo Celso e trova Lautaro che, davanti a Vargas, non sbaglia.

LA REDENZIONE DI LAUTARO
Molti sono stati i protagonisti di questa grande cavalcata. Questi sono i più importanti:
Lautaro Martinez: dopo il disastroso Mondiale 2022 in cui era stato uno dei pochi bocciati, il capocannoniere della scorsa Serie A ha deciso di riscattarsi e ha messo a referto 5 gol in sei partite, segnando per giunta la rete decisiva in finale. Inoltre tutto ciò e condito dalle prestazioni di livello che ha fatto: insomma, un altro Lautaro rispetto al Qatar.
Emiliano Martinez: si conferma un gran bel portiere dopo che era stato decisivo sia nel 2021 che nel 2022. Protagonista nella partita contro l’Ecuador e quando c’è stato bisogno di lui il giocatore dell’Aston Villa si è fatto sempre trovare pronto.
Christian Romero: andrebbe promossa tutta la difesa che si è comportata molto bene (un solo gol subito in sei partite) ma leggermente meglio ha fatto il difensore del Tottenham, mai veramente in difficoltà.
Alexis MacAllister: era salito alla ribalta dopo lo strepitoso Mondiale di due anni fa che gli aveva permesso di dare visibilità internazionale: oggi invece è stato il punto cardine del centrocampo dell’Argentina campione d’America realizzando due assist e giocando, nel complesso, un’ottima rassegna. Bene tutti il centrocampo con Fernandez e De Paul che assicurano tanta “legna” e qualche volta mettono lo zampino sugli assist.
Meno decisivi Lionel Messi e Angel Di Maria (un gol e un assist per il primo e solo un assist per il secondo) ma che sono tuttavia giustificati dall’età ormai avanzata (la loro ultima Copa America) e la consapevolezza di non avere pressioni. Inoltre il secondo ha giocato un’ultima partita grandiosa, salutando così da vincente il suo popolo.
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