In un’altra vita, Luka

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Ieri sera tutti abbiamo gioito alla rete di Zaccagni al 97′ che ha portato l’Italia agli ottavi di finale di Euro 2024. Allo stesso tempo però, se ci si toglie le vesti del tifoso, un po’ ci dispiace perchè chi ama il calcio non può non voler bene a Luka Modric.

Quella di ieri sera è stata infatti la sua ultima partita ad un Europeo e probabilmente, a 39 anni, la sua ultima partita in Nazionale, dopo aver fatto la storia con essa ed essere arrivata a tanto così a grandi traguardi. L’articolo ripercorre le gesta del centrocampista del Real Madrid e pallone d’oro 2018 con la Croazia.

TUTTO INIZIA DALLA GERMANIA

L’esordio di Luka Modric con la Nazionale avviene il 1 marzo 2006 quando gioca titolare un’amichevole contro l’Argentina che, nell’undici iniziale, poteva vantarsi di avere un certo Lionel Messi, anticipando uno scontro che si ripeterà sia con i club che, soprattutto, con le proprie Nazionali. Poi viene convocato dal C.T Kranjcar per il Mondiale del 2006 che si gioca, casualità o non, in Germania. Nella rassegna il centrocampista all’epoca della Dinamo Zagabria gioca per due volte e la Croazia totalizza solo due punti nel gruppo con Brasile, Giappone e Australia, uscendo al girone.

IL PRIMO EUROPEO E LE SFORTUNE

Due anni dopo è la volta della prima apparizione ad un Europeo e, questa volta, è per la prima volta protagonista: un suo rigore decide il match contro l’Austria, con la Croazia che gioca un’ottima fase a gironi, totalizzando nove punti su nove disponibili. Ai quarti però verrà eliminata dalla sorpresa di quell’Europeo, la Turchia, ma solo ai calci di rigore e uno dei tre a sbagliare è proprio Modric.

Dopo non essersi clamorosamente qualificato al Mondiale in Sudafrica (complice un autentico suicidio nelle ultime giornate delle qualificazioni), Modric e la sua Croazia ci riprovano ad Euro 2012 nel tostissimo gruppo con Spagna, Italia e Irlanda, che farà da vittima sacrificale. Qui arriva la prima sfortuna della carriera del centrocampista in Nazionale: all’85’ la sua Croazia sta pareggiando contro la Spagna e sarebbe qualificata, nonostante la contemporanea vittoria dell’Italia sull’Irlanda (qui un articolo della Gazzetta dove viene spiegato meglio). Poi all’87’, su una dormita difensiva dei suoi, Iniesta si inserisce e serve Jesus Navas, che segna a porta vuota, eliminando la Croazia.

Si riparte nonostante le difficoltà e Luka lo sa perchè viene da Zaton Obrovaćki, un paesino della Dalmazia dove la povertà era diffusa e si lottava per mettere insieme il pranzo con la cena. Non fallisce la qualificazione alla rassegna mondiale in Brasile nel 2014 ed è nel girone con la Nazionale ospitante, il Messico e il Camerun: anche qui però vengono eliminati ai gironi, con i messicani che ne fanno tre nella gara decisiva per la qualificazione, rispededendo la Croazia a casa.

pic by Bleacher Report

GLI ANNI D’ORO E IL SOGNO MONDIALE

All’Europeo in Francia la Croazia si presenta rinforzata e con giocatori di fama internazionale come lo stesso Modric (che intanto faceva magie col Real Madrid), Rakitic, Mandzukic, Perisic e Brozovic, più giocatori di contorno come Subasic, Vida e Srna. Come nel 2008, nella prima partita è Modric a battere nel match d’esordio la Turchia e questa volta è un gol clamoroso, con il tiro che si infila sotto all’incrocio di Babacan. Poi battono da sfavoriti i campioni in carica della Spagna e pareggiano 2-2 contro la Repubblica Ceca, terminando al primo posto il girone. Il cammino però finisce agli ottavi contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo ai supplementari quando al 117′, dopo che Rakitic ha preso palo un minuto prima, una ripartenza fulminante permette a Quaresma di siglare il gol qualificazione.

Ma l’apice della carriera in Nazionale di Modric arriva nel 2018. Lo stesso gruppo di Euro 2016 va in Russia per confermare quanto fatto di buono e lo fa, facendo prima tre su tre nel girone con Argentina (contro cui Modric segna uno dei suoi gol più belli e schiantandoli per 3-0), Nigeria e Islanda e poi arrivando ai quarti dopo aver battuto la Danimarca ai rigori, in una delle sfide più al cardiopalma della storia dei Mondiali: al 119′ Modric si fa parare il rigore da Schmeichel apparecchiando la solita triste conclusione ma, ai calci di rigore, il centrocampista del Real non sbaglia il suo penalty e manda al turno successivo i suoi. Contro la Russia, altra sorpresa di quel torneo, è un altro match scintillante: Brozovic e Vida ribaltano la rete di Cheryschev ma, a 5′ dalla fine del supplementare, Fernandes pareggia per i suoi. Ai rigori è un eroico Subasic a mandare, dopo 20 anni dall’ultima volta, i suoi in semifinale. Manca poco per fare la storia e Modric e compagni lo sanno: con l’Inghilterra nemmeno la rete di Trippier al 4′ minuto abbatte i croati che riacciuffano i “Tre Leoni” con Perisic e completano la rimonta con Mandzukic, portando per la prima volta nella storia la Croazia in finale dei Mondiali. Il popolo croato è in visibilio e, nonostante poi la sconfitta per 4-2 in finale contro la super favorita Francia, al rientro in patria i calciatori vengono accolti in festa da una nazione di sei milioni di abitanti. Inoltre il centrocampista madrileno vince il premio come miglior giocatore della competizione

pic by Panorama

IL MOMENTO DELLA VERITÀ

Dopo un Europeo di transizione (dove comunque la Croazia, nonostante abbia cambiato diversi interpreti, sfiora il miracolo contro la Spagna agli ottavi), si qualifica agevolmente per il Mondiale in Qatar dove finisce nel girone con Belgio, Marocco e Canada. Il passaggio del turno non è scontato e invece, ancora una volta, lui e la sua Croazia sorprendono facendo una prova magistrale contro il Canada (4-1) e soffrendo ma pareggiando 0-0 contro il Belgio, qualificandosi alle spalle del Marocco. Va sotto nell’ottavo di finale contro il Giappone ma Perisic, uno dei pochi rimasti dalla spedizione in Russia, pareggia i conti e ai rigori, gli ennesimi, passano il turno.

La sfida contro il Brasile sembra la “last dance” di Modric al Mondiale, soprattutto quando al 106′ Neymar segna, e invece “the show must go on” con Petkovic che condanna i brasiliani alla lotteria dei rigori. Livakovic ne neutralizza due su quattro mentre Modric e compagni, ormai non più nei tabellini ma presente nei momenti decisivi, non sbagliano e portano la loro nazionale alla seconda semifinale consecutiva. Questa volta però i croati si devono arrendere all’Argentina di quel mostro chiamato Messi e si devono accontentare del terzo posto.

pic by Ultimo Uomo

L’ULTIMO BALLO?

La stessa rosa affronta Euro 2024 sapendo che sarà probabilmente l’ultimo per il suo capitano. Il girone è quasi uguale a quello di 12 anni fa e, per certi versi, anche più difficile: una Spagna giovane e pimpante, l’Italia campione in carica e l’Albania, che farà la sua sporca figura. L’esordio a Berlino è traumatico: dopo un primo tempo equilibrato, in un quarto d’ora gli Iberici chiudono la pratica prima del duplice fischio grazie alle reti di Morata, Fabian Ruiz e Carvajal. Ma ancora peggio è la sfida contro l’Albania quando Laci sblocca il punteggio. Per fortuna ci pensano Kramaric e l’autogol di Gjasula a ribaltare la situazione ma, allo scadere, lo stesso Gjasula pareggia in mischia e manda quasi nell’oblio la Croazia, vittima di una decadenza tecnica inspiegabile.

La partita decisiva è Croazia-Italia. Le due squadre si affrontano ognuna con il suo modo di giocare: i croati puntano sulla difesa ad oltranza e le ripartenze, sperando in qualche inserimento, gli Azzurri col possesso palla. Dopo una prima frazione in archivio a reti bianche, al 55′ arriva il momento che può cambiare una competizione: mano di Frattesi e rigore per i croati. Se lo prende Modric, ancora una volta a dimostrare la sua esperienza e la sua classe. Ma questa volta davanti ha un muro chiamato Donnarumma che però, qualche secondo dopo, viene tradito dai suoi difensori, con Luka che porta in vantaggio i suoi con una zampata. I Croati resistono e vedono gli ottavi da molto vicino, con la possibilità di giocarseli alla pari con la Svizzera. Il destino però, tanto caro a Modric con il club, sa essere beffardo e allo scadere, sempre allo scadere, Zaccagni buca Livakovic ed elimina, di fatto, la Croazia.

Gli Italiani gioiscono, poi le telecamere inquadrano Luka Modric che sta piangendo. Lui, che ha vinto di tutto con il Real Madrid e un pallone d’oro nel 2018. Lui, che ha aperto una generazione di ottimi giocatori croati e, grazie anche al suo apporto, sono passati in pochi anni dal quasi anonimato internazionale (14esimo nel ranking FIFA nel 2010) a sfiorare il tetto del mondo e al quarto posto, nel 2018, del ranking. Infine, al termine, da vero signore, è andato a salutare i tifosi italiani che lo hanno applaudito, dandoci ancora una lezione, che sia di calcio o non.

pic by ANSA

pic by Il Messaggero

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