Sabato 4 maggio, da Venaria Reale, prenderà il via la 107ª edizione del Giro d’Italia. La corsa rosa prevede un percorso molto impegnativo con un dislivello di 42900 metri, che insieme ai 70 chilometri di cronometro individuale, ha attirato una startlist ricca di campioni pronti a darsi battaglia sulle strade tinte di rosa.
STORIA
La storia del Giro risale al 1909, quando la “Gazzetta dello Sport”, precedendo di poco il “Corriere della Sera”, fondò una corsa composta da 8 tappe con partenza e arrivo a Milano. La vittoria finale andò al lombardo Luigi Ganna, che, tramite un sistema basato sui piazzamenti nelle singole tappe e non sui rilevamenti cronometrici, ottenne la vittoria precedendo il milanese Carlo Galetti, famoso per aver vinto le successive tre edizioni. Bisognerà aspettare l’edizione del 1914 per la classifica generale basata su rilevamenti cronometrici, un’edizione che mosse molte polemiche intorno al vincitore Alfonso Calzolari, per degli eventuali traini. Il Giro, come molte corse ciclistiche, si fermò tra il 1915 e il 1918 a causa del primo conflitto mondiale. Gli anni del dopoguerra videro trionfare grandi campioni del passato come Costante Girardengo, Alfredo Binda, Gino Bartali e Fausto Coppi. Tuttavia, l’edizione più importante da citare è quella del 1931, dove venne introdotto il simbolo inequivocabile del leader della corsa, ovvero la maglia rosa: dalla prima tappa del Giro 1931 fino ad oggi, il leader della corsa indossa la magnifica maglia. Nel 1933 venne introdotto il “Gran Premio della Montagna”. La corsa si fermò nuovamente nell’anno 1941, pausa che durò fino al 1945 a causa della seconda guerra mondiale. La prima edizione post guerra è ricordata per le interruzioni avvenute a causa di attivisti filo-jugoslavi. Accantonando questa piccola parentesi, furono anni magnifici per il movimento ciclistico italiano, con duelli mozzafiato tra leggende come Gino Bartali, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni, quest’ultimi si alternarono in vittorie e sconfitte fino al 1955, scrivendo pagine di storia indelebili. Nei successivi anni, tra i vari vincitori si contraddistinsero Jacques Anquetil, Franco Balmamion e Vittorio Adorni. A partire dal 1967 si susseguirono annate contraddistinte da dualismi, prima il “cannibale” Eddy Merckx e Felice Gimondi, con rispettivamente cinque e tre successi finali, e negli anni ottanta con Giuseppe Saronni e il recordman dell’ora, per diversi anni, Francesco Moser. Nel 1976 venne istituita anche la classifica accessoria che riguarda tutti i ciclisti Under 26, che evidenziò come primo vincitore Alfio Vandi. Gli anni novanta si aprirono con due successi dello spagnolo Miguel Indurain e si chiusero con lo scontro tra il “Pirata” Marco Pantani e Ivan Gotti. Il nuovo millennio si aprì al meglio per i ciclisti azzurri, che ottennero sette successi consecutivi, tra cui Gilberto Simoni, Paolo Savoldelli e Ivan Basso. Si insidiarono in mezzo ai successi tricolori lo spagnolo Alberto Contador e il colombiano Nairo Quintana, ma questo non fermò le storiche vittorie di Michele Scarponi, che ottenne il successo a seguito della squalifica per doping di Contador, e due magnifici successi dello “Squalo” Vincenzo Nibali (uno dei più forti ciclisti della sua generazione), ritiratosi nella scorsa stagione. È entrato a far parte della storia dei grandi giri, per essere uno dei sette corridori ad aver conquistato almeno un’edizione di tutti e tre i grandi giri (Vuelta, Tour e Giro). Dopo la vittoria del 2016 di quest’ultimo, il Giro sta vivendo il più grande digiuno di vittorie italiane. Non era mai accaduto nella storia del Giro che nessun italiano riuscisse a conquistare la vittoria generale per più di 5 anni. Negli ultimissimi anni è d’obbligo nominare Chris Froome che con il successo del 2018 è entrato anche lui a far parte dei sette uomini ad aver ottenuto almeno un successo in ogni grande giro. L’ultima edizione ha visto trionfare Primoz Roglic, dopo una battaglia serrata con il britannico Geraint Thomas.
PERCORSO
Quest’anno gli organizzatori hanno progettato un percorso con partenza in Piemonte e classico arrivo a Roma. Un itinerario composto da 3.400,8 chilometri divisi in 21 tappe di cui: due Tappe a cronometro, sei tappe per velocisti, approssimativamente otto tappe collinari e ben cinque tappe d’ estrema difficoltà.

1º TAPPA, VENARIA REALE – TORINO: Il Giro inizierà la sua cavalcata verso Roma con una tappa collinare. Un percorso lungo 136 chilometri che racchiudono al loro interno due sprint intermedi e tre GPM. Tratta che favorirà sicuramente i corridori più resistenti ma esplosivi. Alla fine di essa verrà assegnata la prima maglia rosa.

2º TAPPA, SAN FRANCESCO AL CAMPO – SANTUARIO DI OROPA: Un’ altra frazione molto movimentata lunga 150 chilometri con due sprint intermedi e tre GPM. Presenta diverse salite, tra cui la salita finale lunga 11,8 km al 6.2%, che metterà a dura prova la resistenza dei corridori fino al traguardo.

3º TAPPA, NOVARA – FOSSANO: In questa tappa si prospetta la prima occasione per i velocisti. Una tratta lunga 167 km, con al suo interno due sprint intermedi e un solo GPM. I riflettori saranno puntati interamente sugli ultimi chilometri di giornata.

4º TAPPA, ACQUI TERME – ANDORA: Un’ altra tappa sulla carta per velocisti, che dovranno prestare attenzione alla prima parte tortuosa. 189 chilometri con due sprint intermedi e un GPM. Gli ultimi 62 chilometri sono estremamente pianeggiante, e se non fosse avvenuta precedentemente una selezione, si visionerà una volata di gruppo.

5º TAPPA, GENOVA – LUCCA: In questa giornata si prospetta una tratta collinare lunga 178 chilometri, al suo interno due sprint intermedi e due GPM. Negli ultimi 28 chilometri si mostra la salita di Montemagno, lunga quasi 3 km con una pendenza media del 4.2% e punte all’8%.

6º TAPPA, VIAREGGIO – RAPOLANO TERME: 180 chilometri con 2121 metri di dislivello, 2 GPM e 2 sprint intermedi, ma anche 3 settori sterrati. Si classifica come una tratta collinare ma potrà, soddisfare anche le ruote veloci più resistenti.

7º TAPPA, FOLIGNO – PERUGIA: Arriva anche la prima delle due cronometro di questa edizione. Un percorso lungo quasi 39 chilometri abbastanza lineare con una finale impegnativo, 6,6 km al 4.2% con punte al 16%. Questa tratta favorirà sicuramente gli specialisti a crono con caratteristiche più resistenti.

8º TAPPA, SPOLETO – PRATI DI TIVO: Ecco arrivare la prima tappa veramente impegnativa, destinata esclusivamente ai corridori ricchi di fibre rosse. 154 chilometri con al loro interno due sprint intermedi e tre GPM. Gli ultimi 14,6 chilometri si presenteranno con una pendenza media attorno al 7% e punte al 12%, primo test per gli uomini di classifica.

9º TAPPA, AVEZZANO – NAPOLI: Il coefficiente di difficoltà scende leggermente, 212 chilometri con due sprint intermedi e un solo GPM. Gli ultimi 40 km presentano quattro piccole asperità che potrebbero essere sfruttate per qualche azione premeditata.

10º TAPPA, POMPEI – CUSANO MUTRI: Dopo il giorno di risposo, i corridori dovranno affrontare nuovamente una tappa impegnativa, sebbene non rientri nelle 5 frazioni di estrema difficoltà è comunque una tappa che si riserverà solamente ai corridori maggiormente resistenti. 141 chilometri con al loro interno due sprint intermedi e due GPM. La salita finale si estenderà per 17,9 chilometri e una pendenza media attorno al 5.6% con punte al 10%.

11º TAPPA, FOIANO DI VAL FORTORE – FRANCAVILLA AL MARE: Una tappa ambigua lunga 205 chilometri che potrebbe presentare diversi scenari. Il più probabile è l’arrivo di gruppo, ma non è da escludere un altro tipo di arrivo, considerata la prima parte tortuosa accompagnata da un Gran Premio della Montagna. Ai chilometri 74,5 e 138 si trovano anche due sprint intermedi, utili come sempre per la classifica della maglia ciclamino.

12º TAPPA, MARTINSICURO – FANO: Un’altra frazione collinare con 4 GPM e 2 sprint intermedi distribuiti su 195 chilometri. Il percorso è caratterizzato da una serie di 9 salite con pendenze medie comprese tra il 2.4% e il 8%. L’ultimo dentello non classificato si presenterà a 13 chilometri dall’arrivo.

13º TAPPA, RICCIONE – CENTO: Clementi gli organizzatori che concedono una tappa pianeggiante, 178 chilometri estremamente piatti con 2 sprint intermedi. Una grande occasione per i velocisti che dovranno prestare solamente attenzione ad eventuali ventagli.

14º TAPPA, CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – DESENZANO DEL GARDA: Giunge anche il momento della seconda e ultima cronometro. Il percorso si estende per 31 chilometri e presenta una serie di lievi saliscendi, tutti leggermente a scendere verso la riva del Lago di Garda. Appuntamento che favorirà sicuramente gli specialisti in materia.

15º TAPPA, MANERBA DEL GARDA – LIVIGNO: Ultima tappa prima del secondo e ultimo giorno di riposo, si torna a fare sul serio con 221 chilometri in cui si visionano 5 GPM e 2 sprint intermedi. Tre salite infernali che spremeranno al massimo le gambe dei corridori: Passo del Mortirolo 13,6 km al 7.6% di pendenza media, a cui seguirà il Passo di Foscagno lungo 14,6 km al 6.5% e infine l’ ultima salita che porterà all’ arrivo di Mottolino 4,7 km al 7.6% con punte al 19%.

16º TAPPA, LIVIGNO – ST. CHRISTINA IN GRÖDEN: Si spera che i corridori di classifica abbiano recuperato al meglio durante il giorno di riposo, perché questa sarà la terza tappa infernale con 3 GPM e 2 sprint intermedi distribuiti su 203 chilometri. La prima salita si presenta dopo 35 km con una pendenza del 7,5%, ma i chilometri più temuti sono senza dubbio gli ultimi trentasei, con una pendenza media approssimativa del 5,2%.

17º TAPPA, SELVA DI VAL GARDENA – PASSO BROCON: Si presenta la terza tappa consecutiva estremamente impegnativa, 159 chilometri che includono 5 GPM, 2 sprint intermedi e 4389 m di dislivello. Tutte le salite saranno estremamente dure, ma l’ultima, che porterà all’ arrivo, farà la maggiore differenza. Lunga 11,8 km al 6,6% con pendenza massima al 13%, sarà letale per molti corridori.

18º TAPPA, FIERA DI PRIMIERO – PADOVA: Il coefficiente di difficoltà torna a scendere con una tappa di 171 chilometri che include due sprint intermedi e un solo GPM. Si percorreranno strade prevalentemente rettilinee con una carreggiata di larghezza variabile, ambientazione perfetta per ospitare la volata del gruppo.

19º TAPPA, MORTEGLIANO – SAPPADA: Ultimo appunto collinare di questa edizione, 157 chilometri contenenti 3 gran premi della montagna e due sprint intermedi. L’ultima salita si estenderà per 8,3 chilometri e terminerà a 6 km dall’arrivo, con una pendenza media del 4.8% e punte al 15%.

20º TAPPA, ALPAGO – BASSANO DEL GARDA: Ed ecco l’ultimo “tappone”: 184 chilometri con 3 GPM, 2 sprint intermedi e 4409 metri di dislivello. Il percorso prevederà il passaggio per due volte consecutive sul Monte Grappa, lungo 19,1 km con una pendenza media dell’8,1% e punte del 14%, seguito da una lunga discesa che porterà i corridori al traguardo.

21º TAPPA, ROMA – ROMA: L’ ultima frazione sarà una passerella per gli uomini di classifica. Estremamente piatta e corta, solamente 126 chilometri con 2 sprint intermedi, lascerà spazio alle ruote veloci rimaste in corsa.
STARTLIST E FAVORITI
Nonostante i numerosi forfait, rimane una startlist stellare. L’atleta più atteso è senza ombra di dubbio Tadej Pogacar, che ha da poco conquistato la Liegi-Bastogne-Liegi. La UAE gli affiancherà Rafal Majka e Felix Grossschartner. Altro nome da tenere d’occhio è quello di Geraint Thomas, secondo lo scorso anno, che potrà puntare sul sostegno di tutta la Ineos, a partire da Thymen Arensman e Filippo Ganna, quest’ultimo pronto a mostrarsi nelle due cronometro. La DSM sarà capitanata per le ambizioni di classifica dal francese Romain Bardet, e da Fabio Jakobsen per le volate. Ben O’Connor guida la Dechatlon AG2R, con i fratelli Paret-Peintre affiliati a lui. La Bahrain ha rivelato la sua armata capitanata da Antonio Tiberi, a suo sostegno Damiano Caruso e Phil Bauhaus per le volate. Per la Visma Lease a Bike, Cian Uijtdebroeks sarà ben coperto da Jan Tratnik, ma anche da Christophe Laporte e Olav Kooij, pronto a conquistare la maglia ciclamino. La Lidl Trek racchiuderà le proprie possibilità in Juan Pedro Lopez, 10º nel 2022, tenendosi l’opzione Jonathan Milan in volata, favorito per la maglia ciclamino. Altre possibilità italiane derivano da Domenico Pozzovivo e Giulio Pellizzari, che guideranno la Bardiani CSF. Per la Bora Hansgrohe, Daniel Martinez sarà aiutato da Florian Lipowitz e Maximilian Schachmann nelle ambizioni di classifica. La Movistar si presenta con Einar Rubio leader, affiancato da Nairo Quintana e Fernando Gaviria per le volate. La Jayco Alula sarà guidata da Edward Dunbar e Lucas Plapp, con l’australiano Caleb Ewan nelle tappe pianeggianti. Per la FDJ Groupama spicca su tutti il nome di Laurance Pithie, a caccia di tappe. Julian Alaphilippe e Tim Merlier sono i grandi nomi della Soudal – Quick Step. L’Alpecin racchiuderà le proprie possibilità nelle volate di Kaden Groves. L’Intermarché punterà tutto sull’eritreo Biniam Girmay per le frazioni più leggere. L’Astana avrà come punte Alexey Lutsenko e Max Kanter. La Tudor si affida a Michael Storer e Alberto Dainese. Menzione d’onore per la EF Education, a caccia di tappe con Esteban Chaves, Jefferson Cepeda e Simon Carr.
- ☆☆☆☆☆ Tadej Pogacar
- ☆☆☆☆ Geraint Thomas, Romain Bardet
- ☆☆☆ Ben O’Connor, Antonio Tiberi, Cian Uijtdebroeks
- ☆☆ Daniel Martinez, Juan Pedro Lopez, Thymen Arensman, Einar Rubio
- ☆ Damiano Caruso, Aurélien Paret-Peintre, Eddie Dunbar, Nairo Quintana, Micheal Storer
- 𝐎𝐮𝐭𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫: Florian Lipowitz, Giulio Pellizzari
- 𝐒𝐨𝐭𝐭𝐨𝐭𝐨𝐧𝐨: Thymen Arensman, Damiano Caruso
FAVORITI MAGLIA CICLAMINO
- ☆☆☆☆☆ Jonathan Milan
- ☆☆☆☆ Olav Kooij, Tim Merlier
- ☆☆☆ Kaden Groves, Tadej Pogacar, Fabio Jakobsen
- ☆☆ Biniam Girmay, Laurence Pithie, Caleb Ewan, Alberto Dainese
- ☆ Phil Bauhaus, Tobias Andresen, Fernando Gaviria, Filippo Ganna, Danny Van Poppel


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