Biathlon-Mondiali: Johannes Bø e Simon protagonisti, Vittozzi da sogno

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Si sono conclusi nella giornata di ieri con le due mass start i campionati mondiali di biathlon, andati in scena a Nové Město na Moravě da mercoledì 7 febbraio. L’Italia lascia la località ceca con quattro medaglie, di cui una del metallo più pregiato, e tutte portano la firma di Lisa Vittozzi.

Per la quarta volta dal 2019, la compagine italiana è stata in grado di conquistare quattro medaglie durante la rassegna iridata e ha chiuso al terzo posto del medagliere, come nel 2019 e nel 2020. A spiccare è stata una straordinaria Lisa Vittozzi, che è entrata di diritto nell’olimpo del biathlon tricolore; la fuoriclasse sappadina, dopo due prestazioni opache sugli sci nelle prime due gare (staffetta mista e sprint) dovute a dei materiali non eccessivamente performanti, ha concluso quattro gare sul podio, esattamente come fece la compagna di squadra Dorothea Wierer, che oggi ha anticipatamente concluso la sua stagione, sulle nevi altoatesine di Anterselva quattro anni or sono.     Vittozzi, dopo aver terminato in settima posizione la sprint, è stata autrice di una rimonta meravigliosa nella prova a Inseguimento in cui ha mancato un solo bersaglio ed è riuscita a conquistare la medaglia d’argento dietro a una dominante Julia Simon; 48 ore dopo è arrivato l’epico successo nella 15 km, che l’ha proiettata nell’olimpo del biathlon azzurro; dopo la seconda posizione ai mondiali di Oestersund e la terza a quelli di Oberhof la campionessa veneta è finalmente stata capace di portare a casa il tanto agognato successo nel format. L’ormai ventinovenne, attualmente terza nella graduatoria generale di coppa del mondo, ha concluso i campionati mondiali vincendo altre due medaglie d’argento dal peso specifico straordinario: nella single mixed, affiancata da Tommaso Giacomel, e nella mass start conclusiva, ennesima gara individuale in cui non ha commesso errori.

Il mondiale azzurro non è però così splendente come si possa credere; se la fuoriclasse sopracitata ha disputato un’edizione straordinaria, la stessa cosa non si può dire per il resto della squadra. Giacomel e Bionaz, che certamente disputeranno numerose edizioni in cui sapranno riscattarsi, hanno evidentemente sottoperformato sia nelle gare a squadre sia in quelle individuali e non sono mai riusciti a trovare la quadratura al poligono; l’unica luce nel mondiale dei due ragazzi del 2000 è rappresentata dalla prestazione di Giacomel nella single mixed, gara dove, come detto in precedenza, è stato in grado di vincere la medaglia d’argento. Non ha brillato il settore femminile: Samuela Comola non ha replicato le ottime prestazioni della passata edizione, disputatasi a Oberhof, ed è stata deleteria per le ambizioni italiane nella prima frazione della staffetta femminile; Michela Carrara, sebbene abbia evidenziato una condizione eccezionale nella parte sciata, ha sparato con il 70% nelle due gare a cui ha partecipato e non è mai entrata nelle prime 30 posizioni; Passler, infine, in questo momento non è competitiva in coppa del mondo a causa della lentezza nella parte sciata. Non si può dire nulla, per i malanni subiti nella parte iniziale di stagione, sul mondiale di Dorothea Wierer, che è stata brava a cogliere la top-10 nella sprint nonostante ci fosse anche la problematica dei materiali non all’altezza; una stagione nefasta per l’altoatesina, che ora si prenderà una lunga pausa.        Bisogna rimarcare le ottime prestazioni di Lukas Hofer nelle prime due gare, il quale è stato autore di un Inseguimento a dir poco straordinario; purtroppo non è stato in grado di sparare con le medesime percentuali anche nella 20 km e nella mass start, dove forse lo zero, se trovato, avrebbe reso qualcosa in più.

JOHANNES BØ DOMINANTE

Esattamente come un anno fa, il fuoriclasse norvegese Johannes Thingnes Bø è stato capace di conquistate sette medaglie su altrettanti eventi disputati; anche quest’anno, lo scandinavo è andato a pochi secondi dal completare il Grande Slam, cioè la vittoria in tutte e quattro le gare individuali. In questa circostanza è stata fatale la sprint, chiusa in seconda posizione, a soli 3.5 secondi da Sturla Laegreid. Il classe 1993, più forte di ogni epoca, che in questa edizione è riuscito a raggiungere Ole Einar Bjørndalen a quota 20 titoli iridati, ha poi vinto inseguimento, 20 km (con il fratello Tarjei sul secondo gradino del podio) e mass start senza particolari patemi; in quest’ultima gara, il trantacinquenne lettone Andrejs Rastorgujevs, è riuscito a coronare una carriera ottenendo la tanto cercata medaglia ai mondiali. Bø sorprendentemente non però è stato in grado di vincere, insieme alla Norvegia, le staffette miste, conquistate dalla Francia, e quella maschile, vinta dalla Svezia.

EGEMONIA FRANCESE

Lisa Vittozzi è certamente stata l’intrusa in un’egemonia francese senza precedenti, che ha visto Julia Simon, Justine Braisaz e Lou Jeanmonnot vincere otto medaglie, di cui tre ori, sulle dodici disponibili, con tanto di successo nella staffetta. La vincitrice della scorsa coppa del mondo ha trionfato nella sprint e nell’inseguimento, dove è stata dominante e alla concorrenza ha lasciato solo le briciole, mentre ha chiuso sul terzo gradino del podio nella 15 km. Justine Braisaz è salita invece rispettivamente sul secondo e sul terzo gradino del podio nelle prime due gare vinte dalla sopracitata compagna di squadra, ma è stata in grado di conquistare il titolo mondiale che mancava alla sua bacheca solamente nella mass start di domenica; ora, alla transalpina, che vanta sia l’oro olimpico individuale sia quello iridato, manca solo la coppa del mondo per diventare la francese più vincente di ogni epoca. Bisogna rimarcare anche il mondiale di Lou Jeanmonnot, che ha effettuato l’ultimo step di qualità e ha ottenuto due medaglie di bronzo, una nella sprint e una nella partenza in linea.

IL MEDAGLIERE

1 Francia 6 1 6 13
2 Norvegia 4 5 3 12
3 Italia 1 3 0 4
4 Svezia 1 1 1 3
5 Germania 0 1 2 3
6 Lettonia 0 1 0 1

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