Sinner-Medvedev, capitolo X: alla caccia del trono di Melbourne

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La 112^ edizione dell’Australian Open aggiungerà un nuovo nome al prestigioso albo d’oro del torneo: uno tra Jannik Sinner e Daniil Medvedev sarà campione a Melbourne per la prima volta in carriera.

LA RIVALITÁ

Il bilancio degli scontri diretti sorride a Daniil Medvedev, avanti 6-3. Tuttavia, analizzando più dettagliatamente l’aspetto cronologico della loro piccola rivalità, Sinner è uscito vincitore dalle ultime tre partite giocate, una delle quali, la finale a Pechino su cemento outdoor, disputata in condizioni simili. L’azzurro, poi, è riuscito ad imporsi anche nei duelli di Vienna e Torino, entrambi terminati al terzo e decisivo set. Tutte le sfide tra i due tennisti sono state disputate sul duro, ma nessuna di queste in un torneo del Grande Slam. In quattro occasioni (Rotterdam, Miami, Pechino e Vienna) si sono affrontati nell’ultimo atto di un torneo, con un bilancio perfettamente in equilibrio sul 2-2. Tre delle cinque partite giocate nel 2023 sono state vinte da Sinner, che ha saputo reagire dopo le due sconfitte iniziali.
Tra il primo match, giocato a Marsiglia nel 2020, e l’ultimo, al Pala Alpitour, gli equilibri tra i due tennisti sono notevolmente mutati. Sinner, all’epoca fresco vincitore delle Next Gen ATP Finals, ha scalato più di 60 posizioni in classifica, passando dal 68^ al 4^ posto, mentre Medvedev, già stabilmente in top 5, è riuscito a vincere il primo titolo Slam e diventare n.1 al mondo.

Appare ben chiaro, però, che la partita di domenica rappresenterà la più importante tra le 10 sfide. Medvedev rincorre il suo secondo Major dopo quello conquistato allo US Open 2021, mentre Sinner cerca il primo sigillo in un Grande Slam. Quest’ultimo, a 22 anni, battendo Novak Djokovic, è approdato alla prima finale Major della carriera, un dato certamente inferiore rispetto alle sei disputate dal suo avversario (di cui tre proprio in Australia).

A sinistra Daniil Medvedev, a destra Jannik Sinner. Domenica alle 9.30 italiane si sfideranno nella finale dell’Australian Open.

IL CAMMINO

I percorsi verso la finale di Sinner e Medvedev sono stati opposti. Il tennista azzurro ha lasciato per strada soltanto un set, in semifinale contro Novak Djokovic, arrivato dopo cinque schiaccianti vittorie su Van de Zandschulp, De Jong, Baez, Khachanov e Rublev. Il russo, invece, si è dovuto rifugiare al parziale decisivo per sconfiggere Ruusuvuori, Hurkacz e Zverev, ma, considerando il set perso anche nelle sfide con Atmane e Borges, soltanto al terzo turno ha saputo liberarsi agevolmente di Felix Auger-Aliassime. La principale conseguenza di tutto ciò si riflette in un’abissale disparità tra le ore spese in campo, con le 14h48′ di Sinner che potrebbero rappresentare un notevole vantaggio rispetto alle 20h33′ di Medvedev. Il miglior stato di fiducia del nativo di San Candido viene confermato dalle statistiche riguardanti il rendimento di gioco. Anche questi dati sembrano sottolineare la maggior sicurezza di Sinner, giunto in finale in modo più agevole rispetto a Medvedev. Osservando la resa al servizio dei giocatori, balza immediatamente all’occhio come Sinner appaia incontrastabile sotto molte voci, tant’è vero che ha vinto più punti con la prima (77% a 75%), con la seconda (59% a 46%), mantenuto il maggior numero di turni di battuta (97% a 82%), commesso meno doppi falli (10 a 43) concesso il minor numero di palle break (28 a 54) salvandone una percentuale superiore (93% a 67%). A fronte di ciò, viaggiano con una percentuale di palle in campo molto simile, ma che vede leggermente prevalere il russo (61,2% a 60,3%).

È possibile, inoltre, scorgere anche alcune analogie nelle partite giocare da Sinner e Medvedev. Il ranking medio dei giocatori battuti dall’azzurro è 45.0, più basso – sinonimo, teoricamente ed aritmeticamente, di maggior complessità – rispetto al 51.8 del russo. Mentre Sinner, lungo il cammino verso la finale, può vantare due vittime prestigiose come Andrey Rublev e soprattutto Novak Djokovic, Medvedev si difende egregiamente grazie alle vittorie ai danni dei top 10 Hubert Hurkacz e Alexander Zverev. Entrambi, inoltre, sono scesi in campo più frequentemente durante le sessioni diurne del torneo, ma Daniil, in semifinale, ha potuto assaporare le condizioni climatiche (previsti poco meno di 20 gradi con un’umidità compresa tra il 50 e il 55%) e gli orari (19.30 locali) più simili a quelli della finale di domenica

A sinistra Jannik Sinner, n.4 al mondo, vincitore in semifinale contro Novak Djokovic 6-1, 6-2, 6-7, 6-3. Grazie a questo risultato è diventato l’unico italiano di sempre in grado di battere un n.1 in un torneo del Grande Slam.

LE CHIAVI DEL MATCH

La freschezza fisica e l’esperienza saranno i due fattori cardine su cui vergerà la finale dell’Australian Open. Il primo pende dalla parte di Sinner, il secondo è maggiormente orientato verso Medvedev. Jannik si presenta al match decisivo con molte più energie in corpo, logica conseguenza del minor numero di ore trascorse in campo e di set persi. Daniil, invece, può contare sull’esperienza di chi si è già laureato campione Slam, a Flushing Meadows, il 12/09/2021, battendo Novak Djokovic, e ha giocato altre cinque finali Major. Medvedev, dunque, dall’alto dei suoi 27 anni, dovrà trovare il modo di riuscire a superare le lunghe maratone contro Hurkacz ai quarti e Zverev in semifinale, durate complessivamente 10h21’. Le fatiche degli ultimi giorni potrebbero presentare il conto da pagare negli scambi prolungati, i quali, nonostante rappresentino il terreno fertile di Medvedev, richiedono un notevole dispendio fisico e potrebbero sorridere a Sinner. Nella vittoria contro Zverev, in una sfida dominata dai servizi negli ultimi tre set, Medvedev non ha comunque potuto esimersi dal giocare punti estenuanti, come testimoniato dai 51 colpi sul 6-5 40-40 che hanno portato il tedesco a set-point. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dal servizio, un fondamentale che, come dimostrato dai 78 ace piazzati nelle ultime sei partite, potrebbe aiutare il moscovita ad accorciare gli scambi e centellinare quante più energie possibili.

Nelle ultime tre sfide giocate Sinner sembra aver trovato il modo di disinnescare Medvedev, il quale si era candidato come principale bestia nera del n.1 d’Italia. Jannik ha dimostrato di poter vincere in tre modi diversi, esemplificati e portati alla luce nelle tre recenti vittorie. A Pechino si è affidato ad un costatante uso del serve&volley e a ben 33 discese a rete in 2h3’, a Vienna è addirittura entrato in territorio nemico vincendo gli scambi prolungati dalla linea di fondo e a Torino ha saputo leggere egregiamente i vari momenti della partita. Lo 0-6 iniziale, dunque, sembra solo un ricordo legato al passato.

Jannik Sinner alle prese con un rovescio bimane. Risulta essere uno dei migliori colpi del circuito.

LE PROIEZIONI IN CLASSIFICA

Sinner e Medvedev occupano, rispettivamente, la terza e la quarta posizione della classifica mondiale. Il ranking li vede separati da 1155 punti, ma la finale di Melbourne ne mette in palio ben 700. In base al risultato della finale potrebbero aprirsi delle nuove prospettive per entrambi. 

  • Se Medvedev dovesse vincere l’incontro diventerebbe numero 2 al mondo, superando Carlos Alcaraz e portandosi a 390 punti da Djokovic.
  • Se Sinner dovesse vincere l’incontro rimarrebbe n.4 al mondo, riducendo però il gap con i primi tre: 455 punti da Medvedev, 945 da Alcaraz e 1545 da Djokovic

L’azzurro, però, può regalarsi uno scenario più che interessante nella Race to Paris, classifica che tiene in considerazione i risultati ottenuti dai tornei postumi al Roland Garros 2023. L’altoatesino è secondo, davanti ad Alcaraz e Medvedev. I possibili scenari:

  • Se Medvedev dovesse vincere l’incontro supererebbe Alcaraz, portandosi a 190 punti di distanza da Sinner e 2025 da Djokovic
  • Se Sinner dovesse vincere l’incontro rimarrebbe secondo, portandosi però a soli 1135 punti da Djokovic. Allungherebbe inoltre il suo vantaggio su Alcaraz e Medvedev, rispettivamente a 1145 e 1590 punti. 

Ciò significa che, qualora Sinner dovesse ottenere 1135 punti più di Djokovic entro la fine dell’Open di Francia, diventerebbe il 30^ n.1 al mondo nella storia del tennis. Se è vero – come ampiamente pronosticato da diversi esperti del settore – che sembra essere il principale antagonista del serbo nella stagione 2024, allora il classe 2001 potrebbe addirittura crearsi i presupposti per salire in vetta al ranking.

In caso di vittoria Daniil Medvedev diventerebbe n.2 al mondo, posizione già occupata per 63 settimane. È il 15^ giocatore di sempre ad essere rimasto più a lungo al secondo posto.

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