Temperatura a 40° nella Capitale italiana, sponda giallorossa. Lunedì è arrivata l’ufficialità dell’esonero di Mourinho e il successivo ingaggio di Daniele De Rossi. “La Roma ai romani e ai romanisti”, questo forse è stato il pensiero della famiglia Friedkin. Forse per stemperare l’ambiente, ma la verità è che la Roma è una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere.
Mourinho, una storia conclusa male
L’arrivo di Mourinho è stato visto come un colpo da novanta, l’uomo forte capace di portare la Roma al salto di qualità. La figura carismatica e popolana nel posto giusto, con i lineamenti duri e il carattere forte per poter gestire un ambiente i cui limiti di tossicità non si sono mai delineati appieno. Però l’effetto funziona. Il gioco non c’è, o non è brillante, però in Conference League la Roma c’è e torna a sollevare un trofeo dopo anni di astinenza. L’anno dopo poteva essere ancora più bello, ma l’urlo è rimasto strozzato alla lotteria dei rigori contro il Sevilla in finale di Europa League.

Lì, dopo quella sera, qualcosa si è rotto. Dall’inizio della stagione si vedeva che qualcosa non andava. Troppa discontinuità, l’emergenza infortuni e qualche situazione mai spiegata del tutto (Smalling) hanno minato le certezze della Roma. Una situazione in cui Mourinho si è perso e a cui non è riuscito a trovare una soluzione nemmeno tramite il suo tratto distintivo: la personalità. Fino alla conclusione triste di un matrimonio comunque positivo.
De rossi, un palliativo temporaneo?
Dicevamo, dopo Mourinho è arrivato De Rossi. Romano e romanista, capitano e ora allenatore. A lui il compito gravoso di rialzare l’umore di un ambiente depresso. Questa scelta però mette a nudo la confusione che regna in casa giallorossa. Proseguire col portoghese forse era la soluzione migliore. Non avresti dovuto pagare la penale e quanto meno avevi un allenatore. Sarebbe stato quanto meno coerente far concludere il progetto tecnico con Mourinho, che sarebbe andato via comunque a fine stagione. De Rossi, per quanto possa conoscere effettivamente bene l’ambiente, è pur sempre un tecnico alle prime armi. L’unica esperienza è stata l’anno scorso con la SPAL, con risultati disastrosi (anche se la situazione in casa era già compromessa).
L’ex giocatore ha firmato un contratto di sei mesi con opzione per il rinnovo. Già questo fa intendere che, salvo rendimenti al di sopra delle aspettative, il secondo matrimonio tra De Rossi e la Roma sarà temporaneo e già sono spuntati i nomi di Antonio Conte e Thiago Motta. Piccolezze che dimostrano però la fragilità e l’ambiente teso in casa Roma. Un arrivo per stemperare gli animi…fino alla prossima sconfitta o pareggio.


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