È da molti anni che i giornali italiani speravano di titolare un articolo parlando di una nuova vittoria in coppa Davis della nazionale tricolore. Dopo 47 anni di digiuno una nuova squadra giovane e coriacea è riuscita nell’impresa, battendo l’Australia 2-0
IL PRIMO TASSELLO: ARNALDI BATTE POPYRIN
Ad aprire le danze nella finale sono stati Matteo Arnaldi ed Alexei Popyrin: partita governata per lo più dalla tensione, entrambi volevano portare il primo punto alla squadra per ottenere un considerevole vantaggio nel complesso. Per gli australiani in particolare vincere questo singolo era vitale, in quanto partivano notevolmente sfavoriti nell’altro incontro, dove De Minaur avrebbe dovuto affrontare un Sinner apparentemente imbattibile e contro cui non aveva vinto nemmeno una volta. Inoltre la squadra giallo verde partiva avvantaggiata in doppio, potendo contare su una coppia come Ebden-Purcell, campioni di Wimbledon 2022. Il primo set è tirato, pieno zeppo di gratuiti, Arnaldi arriva a conquistarsi tre set point consecutivi sul 5-4, ma tra tensione e servizi vincenti di Popyrin l’occasione sfuma. Qui si poteva pensare che il set sarebbe girato in favore del gigante australiano, e invece non va così, perché Arnaldi annulla, di cuore, due palle break sul 5 pari e si porta di nuovo avanti. È di nuovo set point sul 6-5, e stavolta non se lo lascia scappare, primo set Italia. Nel secondo set Arnaldi si blocca, comincia a sbagliare e Popyrin ne approfitta. Fa due break e porta il secondo set a casa per 6-2, tutto da rifare. Il terzo set è degno di una finale di Davis, non necessariamente per il livello di tennis espresso, ma per la volontà di entrambi di non permettere all’avversario l’allungo finale. Tante palle break annullate fino al 5-4 in favore Italia, dove Arnaldi gioca un game di risposta imperioso, mettendoci tutta la voglia di portare quel primo punto alla squadra italiana. E cosi fa: sull’unico match point concesso da Popyrin tira un passante di rovescio fulminante. L’Italia è avanti, ora è tutto nelle mani di Sinner.

SINNER TRAVOLGENTE: DE MINAUR SI INCHINA, A NOI L’INSALATIERA!
Jannik Sinner era chiamato all’ultimo sforzo di questa Coppa Davis: dopo l’impresa titanica contro Novak Djokovic il giorno precedente, anche se forse l’aggettivo non è abbastanza per descrivere ciò che ha fatto Jannik, sulle spalle del tennista italiano pesava la responsabilità di riportare l’insalatiera in Italia dopo ben 47 anni. Responsabilità che Sinner non sembra percepire. In poco più di un’ora prende a pallate De Minaur, il quale dimostra di non avere le carte in regola per dare fastidio al nostro numero 1. Jannik è deciso, concentrato, sicuro di sè e semplicemente fenomenale. Il risultato è 6-3 6-0, Sinner sorride, Volandri lo prende in braccio e lo alza al cielo come se fosse lui la coppa. E forse la coppa è veramente lui, il campione che ha trascinato una squadra di amici a vincere, finalmente, la tanto agognata insalatiera d’argento

IL PERCORSO DELL’ITALIA: LE TAPPE DI RICONQUISTA DEL TROFEO
Riviviamo, per l’occasione, il cammino che ha portato i nostri ragazzi a vincere la coppa Davis 2023: la nazionale italiana parte direttamente dalla fase a gironi a Bologna saltando le qualificazioni di Febbraio, grazie ad una wild card concessa per la semifinale del 2022. Da qui il sentiero si fa subito ripido, in quanto l’Italia, sorteggiata con Cile, Svezia e Canada, subisce una sonora sconfitta da quest’ultima per 3-0. Le assenze di Sinner e Berrettini si sentono, ma i nostri non si scoraggiano e vincono 3-0 contro il Cile, grazie ad un Sonego stoico che annulla 4 match point a Jarry e Arnaldi che vince con Garin in tre set. Allo spareggio con la Svezia i nostri sono carichissimi: Borg e Ymer vengono battuti in due set rispettivamente da Arnaldi e Sonego. Si va a Malaga. Da qui l’Italia ritrova Jannik Sinner, l’uomo che fa la differenza. Con l’Olanda ai quarti soffriamo: Arnaldi perde al tie break del terzo contro Van De Zandschulp sprecando match point, Sinner batte Griekspoor in due. Quindi il doppio Sinner-Sonego, la rivelazione di questa Davis. Battono la coppia Koolhof Griekspoor in due set, semifinale conquistata. Ora arriva lo scoglio più grande per i nostri, la Serbia di Novak Djokovic: il gioco si fa duro da subito, perché Musetti perde nettamente da Kecmanovic dopo aver vinto il primo set. Sinner è chiamato all’impresa leggendaria contro Djokovic. La partita è tesa e piena di scambi al massimo livello, fino a che Jannik si trova sul baratro quando concede tre match point a Djokovic sul 5-4 al terzo. Li annulla tutti con una mentalità che va oltre il titanico, e qui gira la competizione. Sinner vince 7-5 al terzo e poi lui e Sonego dominano in doppio la spaesata coppia Djokovic-Kecmanovic. Siamo in finale, il resto è storia

I GIOVANI E I GIOVANI DI UNA VOLTA: LE DUE VITTORIE DAVIS DELL’ITALIA
In un momento di quest’importanza storica per il tennis italiano non si può non citare la prima e fino a qualche ora fa unica vittoria Davis dell’Italia: la squadra era formata da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli, con capitan Nicola Pietrangeli. I quattro giocatori non andavano d’amore e d’accordo, è vero, forse è proprio per questo che la vittoria del 1976 è stata così bella, perché lo sport unisce quando si lotta per un obiettivo comune. Oltre a questo ciò che viene ricordato è sicuramente la situazione politica dell’epoca, in quanto gli italiani si ritrovarono a giocare la finale di Davis contro il Cile, a Santiago, in uno stadio che negli anni precedenti era stato adibito come campo di concentramento per torturare gli oppositori politici di Pinochet. Nonostante questa situazione, la federazione italiana decise di lasciar partire i giocatori, i quali conquistarono la sfida per 4-1, indossando anche una maglietta rossa nel doppio per ricordare le vittime della repressione. Certamente la Davis vinta ieri dai nostri ha una valenza esclusivamente sportiva, ma quello che verrà ricordato è sicuramente l’amicizia e i valori positivi che i ragazzi ci hanno trasmesso, rappresentando in pieno l’essenza dello sport sano.



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