Dopo il successo a Parigi-Bercy si attendeva soltanto l’ufficialità, arrivata grazie alla vittoria contro Holger Rune, la seconda in poco più di dieci giorni. Novak Djokovic chiude ufficialmente l’ottava stagione in carriera da numero 1 al mondo.
IL RECORD
Djokovic chiude il 2023 da numero 1 al mondo, l’ottava stagione terminata in vetta al ranking. Nole replica il risultato già raggiunto nel 2011, 2012, 2014, 2015, 2018, 2020, e 2021, confermandosi leader all-time davanti allo statunitense Pete Sampras (fermo a 6). Questo risultato è sempre stato un obiettivo per il 24 volte campione Slam, consapevole della grande occasione tra le mani. Nella giornata di venerdì, a due giorni dall’inizio delle Finals, ha rilasciato un’intervista al sito ATP affermando:
“Il mio più grande obiettivo in questo momento è terminare l’anno da numero 1 al mondo. Mi serve una vittoria, quindi sono fiducioso possa accadere. Spero anche di poter vincere il torneo, ma il mio obiettivo primario è un altro. Poi vedremo cosa succederà.”
Le parole di Novak Djokovic all’ATP.
Chiaro e lampante, a tal punto da dare maggiore importanza alla prima posizione che al torneo. La certezza di terminare l’anno in cima alla classifica è arrivata ben presto, già alla prima giornata delle Finals grazie alla vittoria contro Holger Rune col punteggio 7-6, 6-7, 6-3.
I 200 punti ottenuti consentono a Djokovic di portarsi a quota 10.145, traguardo non raggiungibile nemmeno da Carlos Alcaraz che, anche se dovesse vincere il torneo da imbattuto, non potrebbe superare i 9.955. Questa distanza è stata costruita soprattutto nelle parti finali del 2023, perchè fino al Masters 1000 di Cincinnati il padrone della Race era lo spagnolo, stabilmente leader della classifica addirittura fino allo US Open. Infatti, nel corso della stagione, il serbo ha mantenuto la testa del ranking per 25 settimane, appena 4 in più rispetto ad Alcaraz. A livello numerico non è stato un dominio assoluto del nativo di Belgrado, ma comunque sufficiente per permettergli di valicare (come mai nessuno aveva fatto in precedenza) il muro delle 400 settimane in solitaria. Djokovic, infatti, è anche il tennista col maggior numero di settimane da n.1, ampiamente oltre le 310 di Roger Federer.
Premiato dal presidente ATP Andrea Gaudenzi prima del singolare tra Alcaraz e Zverev di martedì 13 novembre, Djokovic si è espresso così davanti alle 15.000 persone del Pala Alpitour di Torino:
“Terminare l’anno al primo posto del ranking è il coronamento di una stagione, il sogno di ogni giocatore, la cosa più difficile da raggiungere. Sono molto orgoglioso. Anche se in campo gioco da solo, devo ringraziare tutto il mio team e non vedo l’ora di festeggiare con loro.”
Le dichiarazioni di Novak Djokovic durante la premiazione
I SEGRETI DEL RECORD DI DJOKOVIC
È particolarmente significativa la suddivisione dei punti di Djokovic. Considerando la classifica ufficiale, che tiene in considerazione i precedenti 9.945 punti e non i 200 (ancora virtuali, ma che saranno ufficiali da lunedì 20 novembre) della vittoria contro Rune, è curioso osservare come 7.200 di questi provengano dai tornei dello Slam. In termini percentuali, Nole ha accumulato il 72,4% del suo bottino in soli quattro tornei. La motivazione di tale disomogeneità è da ricercarsi nella programmazione accurata del serbo, mirata a curare dettagliatamente la preparazione psico-fisica a favore dei Major, in modo tale da permettersi di esprimere il suo massimo livello di tennis nei quattro tornei più importanti della stagione.
Ci è riuscito. Djokovic è appena il settimo tennista col maggior numero di vittoria stagionali dietro a Medvedev (64), Alcaraz (63), Sinner (57), Rublev (56), Fritz (54) e Zverev (53). Tuttavia, se si considera la percentuale di vittorie, Nole occupa ampiamente il primo posto con uno schiacciante 91.1%, precedendo l’86.3% di Alcaraz e l’80.3% di Sinner. Il serbo ha vinto 51 incontri a fronte di 56 disputati, a cui va aggiunto il recente successo contro Rune. Le uniche cinque sconfitte del tennista serbo nel 2023 sono arrivate per mano di Medvedev in semifinale a Dubai, di Musetti già agli ottavi a Montecarlo, di Lajovic ai quarti a Banja Luka, Rune ai quarti a Roma e di Alcaraz nella finale di Wimbledon. È emblematico ed evidente, dunque, come Nole abbia giocato meno, ma meglio di chiunque altro. E, di conseguenza, avendo preso parte ad un numero quantitativamente inferiore di competizioni, le sue vittorie sono state inevitabilmente concentrate nei tornei di maggior rilievo, capaci di offrirgli più punti: gli Slam. Proprio dai Major deriva quel 72.4% della somma complessiva.
UN 2023 DA RICORDARE
La prima posizione di fine anno è soltanto la conseguenza dell’ennesima annata da record di Djokovic. Pur, come spiegato, avendo giocato meno rispetto ai suoi avversari, nel 2023 il serbo è il tennista ad aver ottenuto il maggior numero di trofei vinti: 6, a pari merito con Alcaraz. Il primo di questi viene conquistato ad Adelaide, battendo in semifinale Daniil Medvedev ed in finale Sebastian Korda. A poche settimane di distanza, sempre in Australia, Nole alza al cielo il suo 10^ Australian Open, nonché il 22^ titolo del Grande Slam che gli permette di raggiungere Rafael Nadal al primo posto nella classifica per Major ottenuti. Il sorpasso non si fa però attendere, tant’è che già al Roland Garros – approfittando dei crampi di Alcaraz in semifinale – riesce a vincere per la terza volta la Coppa dei Moschettieri. Con Carlitos ha modo di incontrarsi nuovamente nella finale del Masters 1000 di Cincinnati, terminata a favore di Djokovic dopo quasi 4h di partita con un terzo set spettacolare. La vittoria in Ohio precede quella allo US Open, lo Slam più recente conquistato da Nole. Ancora affamato, però, decide di prendersi un mese di pausa al termine della Coppa Davis per riposare e rientrare nel circuito a Parigi-Bercy, torneo che lo vede soffrire agli ottavi di finale contro Griekspoor, ai quarti con Rune ed in semifinale con Rublev prima di sconfiggere in finale l’amico Grigor Dimitrov. Il successo francese, seppur di minore valenza rispetto ad un Major, regala a Djokovic il 40^ Masters 1000 in carriera, che solidifica anche questo primato del serbo.
Così come nel 2015 e nel 2021 quest’anno, per la terza volta in carriera, Djokovic ha raggiunto la finale in tutti gli Slam: l’Australian Open di gennaio, il Roland Garros di giugno, Wimbledon a luglio e lo US Open a settembre. Tuttavia, il minimo comune denominatore delle tre annate sopra citate è il mancato assalto al Grande Slam, impresa che sfugge dai tempi di Rod Laver nel 1969. Anche nel 2023, come nelle due stagioni precedentemente citate, Djokovic ha conquistato tre Slam su quattro, vincendo 27 partite su 28. È uscito vincitore da tre finali, non perdendo nemmeno un set contro Tsitsipas a Melbourne, Ruud a Parigi e Medvedev a Flushing Meadows. Soltanto ai Championships si è dovuto arrendere di fronte all’allora n.1 al mondo Carlos Alcaraz, capace, ad appena 20 anni, di vincere un match da 4h43’ interrompendo l’imbattibilità – che durava da quasi 10 anni, per la precisione 3.661 giorni – di Nole sullo storico “Centre Court”.

IL FINALE DI STAGIONE
Nonostante la stagione sia ormai agli sgoccioli, pronta a lasciarsi da parte a favore del countdown verso il 2024, Novak Djokovic ha ancora degli obiettivi da raggiungere.
L’impegno più imminente sono le Nitto ATP Finals di Torino, grazie alle quali si è guadagnato l’aritmetica certezza di terminare la stagione da numero 1 al mondo. Se Djokovic dovesse vincere il torneo conquisterebbe il 7^ titolo al Master di fine anno, supererebbe lo svizzero Roger Federer e si porterebbe in vetta alla classifica dei pluri-titolati.
La settimana successiva dovrà poi spostarsi a Malaga per giocare la Davis Cup con la Serbia. Il gruppo capitanato da Viktor Troicki affronterà la Gran Bretagna ai quarti di finale, ma in semifinale si prospetta un interessante incrocio con l’Italia di Jannik Sinner. In caso di successo dei serbi, Nole aggiungerebbe al suo palmares un secondo successo in Coppa Davis dopo quello del 2010 in finale contro la Francia.

Terminato l’impegno con la Serbia si prenderà qualche giorno di riposo prima di preparare la trasferta australiana. E già a gennaio, all’Australian Open, Djokovic andrà alla caccia di un altro titolo del Grande Slam.


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