La partita più attesa della giornata, un match che affascina già al pensiero dell’atmosfera delle due tifoserie e ciò che succederà in campo. Lazio e Roma non venivano però da un buon momento e il Derby avrebbe potuto cambiare, in meglio o in peggio, le due stagioni.
I GIORNI PRECEDENTI
Romane a due facce nell’ultima settimana: i biancocelesti avevano perso a Bologna per 1-0 nell’anticipo del venerdì ma nel turno di Champions League sono arrivati tre punti fondamentali contro il Feyenoord (1-0) mentre i giallorossi hanno rimontato il Lecce con le reti di Azmoun e Lukaku ma sono usciti sconfitti da Praga per 2-0. Da aggiungere poi le polemiche, iniziando da Sarri e da Mourinho: l’ex Juventus e Napoli ha parlato di “amichevole europea” per la Roma contro lo Slavia Praga, con la risposta del portoghese pungente:” questa è la differenza tra chi ha vinto 26 titoli e chi ne ha vinti pochi”. Aggiunge il carico sempre Mou quando, dopo il match di Europa League, ha detto che non avrebbe digerito la sconfitta nemmeno in caso di vittoria nel derby, probabilmente per mandare un messaggio ai suoi giocatori.

LA PARTITA
Intanto negli altri campi arrivano risultati favorevoli: il Milan si suicida a Lecce (da 0-2 a 2-2), l’Atalanta si salva al 91′ ad Udine, un Napoli desolante perde al “Maradona” 0-1 contro l’Empoli e il Bologna torna a perdere dopo 11 giornate. Vincere quindi significherebbe avvicinarsi, prima della sosta, alla zona Champions League e guardare alle posizioni in alto dopo un inizio di stagione non positivo, come detto prima.
L’atmosfera è calda e le coreografie sono pronte. Quella dei supporters biancocelesti recita:” Concordia Parvae Res Crescunt” ovvero “Nell’armonia anche le piccole cose crescono” e un’aquila che parte dalla Distinti Nord fino alla Tribuna Tevere”. Dall’altra parte il motto è chiarissimo:”Discendenti di Marte, padroni della storia” con la figura del Dio romano e intorno dei cartoncini giallorossi.

Sarri ripropone la formazione vista contro il Feyenoord con giusto tre cambi: Marusic, Cataldi e Pedro al posto di Hysaj, Vecino e l’indisponibile Zaccagni mentre Mourinho lascia fuori El Shaarawy e Aouar e sceglie un rientrante Spinazzola e Cristante.
Parte bene la Roma con Karsdorp che si fa vedere tre volte ma due tiri terminano fuori e in uno solo impensierisce Provedel che respinge. Cristante segna sulla ribattuta ma è in fuorigioco. Si fa vedere la Lazio con due occasioni di Luis Alberto che prima, da fuori area, colpisce la traversa e poi la sua conclusione da centro area termina alta. Nel mezzo un colpo di testa di Romagnoli ben parato dal portiere giallorosso. Le squadre tengono molto il pallone e, nel complesso, una buona intensità.

La seconda frazione sarebbe dovuto essere di assalti, di agonismo e ricco di occasioni, e invece le due fazioni iniziano ad avere “paura” e non avanzano. Non vengono impiegati gli estremi difensori e sono molte più le volte in cui deve intervenire l’arbitro per sedare le polemiche sul terreno di gioco piuttosto che le occasioni pericolose. Sarri fa tutti e cinque i cambi ma ha qualche colpa sulla gestione di Felipe Anderson (deludente) e Immobile (stanchissimo) mentre al portoghese un ritardo sulle sostituzioni, col solo Azmoun giocatore offensivo entrato e al posto di Dybala.

Il match termina 0-0, un derby da cui ci si doveva aspettare di più e che invece ha dimostrato come le due squadre abbiano avuto paura di perdere piuttosto che vincere, probabilmente per le pressioni nell’ultimo periodo. Pochi spunti dai tuoi attacchi e l’unica vincitrice, soprattutto del secondo tempo, è stata la fisicità dei Guendouzi o dei Bove.
Al ritorno dalla sosta ci sarà un grande lavoro da fare se si vuole concludere il girone d’andata in zona Europa che dista a due e tre punti di distanza: la Lazio avrà una serie di partite ravvicinate a cui si aggiungono, ovviamente, le due partite di Champions contro Celtic e Atletico Madrid mentre per la Roma, dopo le due sfide contro Udinese e Sassuolo (oltre che Servette e Sheriff in campo europeo), ci sarà un tour de force dove affronterà Fiorentina, Bologna, Napoli, Juventus e Atalanta. Un derby vinto/perso avrebbe potuto cambiare le carte in tavola ma ora c’è il tempo per recuperare le energie e rimettere le idee a posto.

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