Gianluigi Buffon si ritira! I 10 migliori momenti della sua carriera

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Stasera, dopo settimane di voci, è arrivata la decisione: Gianluigi Buffon ha detto basta al calcio giocato alla veneranda età di 45 anni. Un portiere pazzesco che, anche negli ultimi momenti della sua carriera, ha dimostrato di essere sempre sul pezzo. Questi sono i dieci migliori momenti della sua carriera calcistica.

10) 8 MARZO 1998: “SUPERMAN” SBARRA RONALDO

Quella che si gioca al Tardini l’8 marzo 1998 è una sfida ad alti livelli: Parma-Inter, i crociati in corsa Champions League mentre i nerazzurri sono in lotta per lo Scudetto, in un intenso testa a testa con la Juventus.

Il match si dimostra divertente e pieno di occasioni, fino a quando non arriva la svolta: Zè Maria atterra Ronaldo “Il Fenomeno”, per Rodomonti è rigore. Il brasiliano, da quando è arrivato in Italia, non ha mai sbagliato un calcio di rigore stavolta però, davanti a lui, c’è un ventenne che ha voglia di spaccare il mondo: Buffon. Quest’ultimo fa un’ottima parata e neutralizza il rigore di Ronaldo e, con la sfera ancora in area, esulta di spalle al terreno di gioco e verso i tifosi, rischiando di subire gol.

La partita finirà 1-0 in favore dei padroni di casa, ma è questo il momento che lo consacra nel panorama calcistico nazionale.

pic by Sky Sport

9) 12 MAGGIO 2007: DOPPIO BUFFON IN SERIE B

Il campionato di Serie B 2006/07 sta finendo e la Juventus è vicina a tornare nella massima serie dopo un anno di agonia causa Calciopoli. I bianconeri affrontano al “Delle Alpi” il Bologna che ha già dato forfait alla A. Gli emiliani passano in vantaggio con Bellucci, poi una doppietta di Del Piero riaddrizza il risultato in favore dei torinesi.

Il Bologna comunque spinge per trovare il pareggio ma, dall’altra parte, c’è un Campione del Mondo in porta che non ha abbandonato la Juventus nonostante Calciopoli: minuto 90, calcio d’angolo di Smit e il pallone viene crossato preciso nell’area verso Bellucci, che colpisce a botta sicura, ma Buffon fa una super parata. Non è finita perché, il pallone respinto, va fuori area verso Meghni: il bolognese tira. Deviazione, ma il portiere di Carrara non si fa sorprendere e respinge. Una doppia parata mostruosa, decisiva anche per il risultato (la Juventus chiuderà la partita poco dopo con Trezeguet) e anche il simbolo di una stagione difficile dove lo stesso Buffon si è ritrovato a salvare molteplici volte la causa.

pic by Goal.com

8) 29 OTTOBRE 1997: L’ESORDIO “GELIDO” IN NAZIONALE

Alle qualificazioni per i Mondiali del 1998 l’Italia fatica, e non poco, ed è costretta al playoff. Il sorteggio è favorevole, prende la Russia, ma la vera difficoltà per gli Azzurri di Cesare Maldini è il clima rigido del territorio russo e, alla mezz’ora, arriva la prima tegola della serata: Pagliuca si fa male e la scelta ricade su un 19enne Buffon.

Entra e prende sicurezza, amministra bene la difesa e fa delle parate che si riveleranno decisive. L’Italia passa con Vieri, poi tre minuti dopo Cannavaro sbaglia porta e infila il suo compagno al Parma: 1-1. È poi il portiere toscano tiene in piedi i suoi. Al ritorno non giocherà (Peruzzi al suo posto) ma comunque sarà l’inizio di una storia lunga 20 anni.

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7) 18 OTTOBRE 2016: IL LEONE SI RIALZA

Per raccontare questa data bisogna fare un passo indietro e tornare a tre giorni prima. La Juventus gioca l’anticipo serale in casa, contro l’Udinese e la questione si mette subito male: Jankto effettua un tiro non irresistibile per Buffon ma, il portiere della Nazionale, si fa scivolare la sfera che si va ad infilare alle sue spalle. Questo poi non è l’unica incertezza in quella stagione: due settimane prima si era fatto rubare da Vitolo in Italia-Spagna, che depositeà poi in rete il vantaggio iberico (l’Italia pareggerá con De Rossi).

Piovono critiche, c’è anche chi dice che è finito e dovrebbe ritirarsi, lasciare il posto in Nazionale al giovane e promettente Donnarumma. Un leone come lui però si deve rialzare e tre giorni dopo arriva la sua occasione, Lione-Juventus, e non la spreca: al 34′ viene assegnato un calcio di rigore in favore dei francesi, alla battuta va Lacazette ma Buffon respinge molto bene e salva la Juventus. Unica parata decisiva? Ma neanche per sogno, all’inizio del secondo tempo fa una parata mostruosa: Fekir recupera palla, evita Barzagli e spara dal limite, devia Bonucci ma il portiere juventino para in controtempo. Poi altra occasione, questa volta per Tolisso che colpisce di testa da posizione ravvicinata ma Buffon respinge con la caviglia.

Segnerà poi Cuadrado, ma Buffon sarà determinante per il percorso della Juventus in quella Champions League, come sarà determinante sul tiro di Iniesta nell’andata del quarto di finale contro il Barcellona.

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6) 6 MAGGIO 2012: SI RITORNA A VINCERE

Il post Calciopoli è traumatico, sia per la Juventus che per Buffon: il salto in A è scontato ma, appena tornata nella massima serie, la squadra bianconera non riesce ad imporsi e arriva a posizionarsi, per due stagioni di fila, al settimo posto.

Per il campione del Mondo invece quegli anni li passa tra depressione (che rivelerà di aver avuto qualche anno dopo) e molti infortuni, tantoché salta le altre due partite dei gironi ai Mondiali del 2010 a causa dell’ennesimo infortunio.

Nel 2011 però torna un suo caro amico, questa volta in panchina: Antonio Conte. Cambia tutto, con la Juventus che si trasforma e diventa quella “Vecchia Signora” bella e vincente. Buffon non fa solo grandissime parate ma il suo carattere da leader trascina i suoi e compone, insieme a Chiellini, Bonucci e Barzagli, una difesa di ferro. Dopo una stagione in lotta con il Milan per lo scudetto (e dopo una rimonta da -7) l’ufficialità arriva il 6 maggio 2012.

I bianconeri sfidano il Cagliari già salvo e senza troppe ambizioni: vantaggio di Vucinic e poi Borriello chiude la partita, facendo partire la festa bianconera. Un gran momento, un momento di riscatto per la Torino juventina e per il portiere di Massa Carrara, dopo anni bui e inusuali vista l’alta caratura del club e del giocatore.

pic by Torino Today

5) 20 MARZO 2016: IMBATTUTO PER 973 MINUTI

Una parte della storica rimonta della Juventus nella stagione 2015/16 (dal 12° posto di novembre al 1° di maggio) si deve proprio a Gianluigi Buffon.

Dopo la sconfitta in casa del Sassuolo si presenta alle telecamere scusandosi per le prestazioni in campo e, da quel momento lì, inizia la vera e propria annata della “Vecchia Signora”.

Ma forse, la cosa più straordinaria la fa in campo. Bisogna però andare con ordine: all’ultima giornata del girone d’andata la Juventus batte la Sampdoria per 1-2 e il gol dei genovesi viene segnato da Cassano al 64′. Da lì in poi passano due mesi e mezzo senza subire gol in campionato, registrando molti clean sheet, soprattutto nei big match contro Napoli ed Inter. Inoltre quelli sono i mesi del sorpasso bianconero proprio sui partenopei. Il record viene però infranto da Belotti quando, nel Derby della Mole, il 20 marzo 2016, lo batte con un calcio di rigore (la partita finirà 1-4 per Buffon e compagni). Il primato c’è e sono tanti gli elogi da parte dei tifosi, sia juventini che avversari, in un momento storico per lui e per il calcio italiano.

pic by Panorama

4) 14 MAGGIO 2003: BUFFON DIVENTA “GALATTICO”

La Juventus del 2002/03 fa un ottimo percorso in Champions League e arriva alle semifinali dopo aver battuto, nel turno precedente, il Barcellona al Camp Nou. Per Buffon è la prima semifinale di Champions in carriera e la sua squadra pesca il Real Madrid dei “Galacticos” (Zidane, Ronaldo, Figo e Roberto Carlos su tutti, per il primo citato è una gara da ex).

L’andata al “Bernabeu” è come ci si aspettava: bianconeri chiusi ad aspettare di ripartire, Real dominante. Infatti al 23′ sono i padroni di casa a passare con Ronaldo “Il Fenomeno”, poi un lampo di Trezeguet fa pareggiare la Juventus, gol fondamentale per le reti in trasferta. A meno di venti minuti dal termine però la decide Roberto Carlos, ma la speranza di passare il turno c’è, soprattutto grazie a quel gol della punta francese.

Torino, 14 maggio 2003: serve la prestazione perfetta degli uomini e la risposta arriva subito quando al 12′ Trezeguet infila Casillas sul suo palo, poi al 43′ una magia di Del Piero (finta sul destro e tiro sul primo palo) porta i padroni di casa sul 2-0. Il match scorre senza problemi fino a quando, al 67′, non viene fischiato un calcio di rigore agli spagnoli. Alla battuta va un  esperto come Luis Figo, davanti a lui un 25enne Buffon: rincorsa e botta all’angolino ma l’ex Parma para e salva la Juventus dal 2-1. I bianconeri poi chiuderanno la partita con Nedved e la rete, inutile, di Zidane al 90′. La Juventus è in finale di Champions League e sarà uno scontro tutti italiano contro il Milan mentre per Buffon è la consacrazione internazionale, a seguito di un’ottima stagione europea.

pic by The Telegraph

3) 19 MAGGIO 2021: “THE LAST TROPHY”

Nel 2018 Buffon dice addio alla Juventus ma, solo un anno dopo, torna a Torino dopo la breve esperienza al Paris Saint-Germain. Non è più il titolare ma accetta il ruolo di vice-Sczezsny, mantenendo comunque il suo ruolo da leader nonostante la non titolarità.

Il suo primo anno dopo il ritorno a Torino è buono per lui, eccelle in qualche prestazione (parata spaziale su Santander al 94′ in un Juventus-Bologna) ma perde ai rigori la finale di Coppa Italia contro il Napoli, tral’altro con lui in campo. Ad agosto Sarri viene esonerato (complice un non buon rapporto con lo spogliatoio e l’eliminazione contro il Lione) e, al suo posto, viene chiamato un altro grande compagno di Gigi, sia in Nazionale che alla Juventus: Andrea Pirlo. L’esperienza dell’ex centrocampista di Milan e Brescia però è altalenante (c’è da dire che era al primo anno da allenatore): vince due trofei, ma si fa buttare fuori in Champions League dal Porto, per non parlare del fatto di aver rischiato di mancare la qualificazione alla massima competizione europea. In Coppa Italia gioca il portiere toscano e si comporta bene, nonostante l’etá (43 anni), e i suoi arrivano in finale.

Spetta ancora a lui giocarla e l’avversario è la sorprendente Atalanta, squadra che ha eliminato i campioni delle precedenti due edizioni (Lazio e Napoli). Una finale anomala perché si gioca a Reggio Emilia e con pochi spettatori, causa Covid. Alla mezz’ora segna Kulusevski, poi pareggia Malinovsky ma, a meno di venti minuti dal termine, Chiesa fissa il risultato in favore della Juventus. Buffon non viene chiamato a grandi interventi ma il suo comunque lo fa. Quando fischia l’arbitro Buffon giá sà che questo sarà il suo ultimo trofeo in carriera (o comunque con i bianconeri) perché ha già deciso di andare via a fine anno, deciso a tornare nella sua amata Parma.

pic by Sportitalia

2) 19 NOVEMBRE 1995: DEBUTTO DI GALA

Stagione 1995/96: il Parma di Nevio Scala punta in alto, allo Scudetto, e ha una squadra di tutto rispetto, con giocatori del calibro di Dino Baggio, Zola, Tino Asprilla, Sensini, un giovanissimo Cannavaro e la star del Mondiale 1994, Stoichkov, in un calcio nel quale il Parma acquistava ancora dal Barcellona, e per giunta un pallone d’oro.

A novembre è tempo di scontri diretti e il 10 si presenta al “Tardini” il Milan di Capello, con calciatori come Weah, Vieira, Baggio, Baresi, Maldini, Desailly e tanti altri campioni. Romagnoli e milanesi guidano la Serie A e ci si attende un pomeriggio di fuoco.

In porta i crociati hanno Bucci, estremo difensore nel giro della Nazionale ma due settimane rimedia un infortunio, così lo sostituisce Nista. Piccola curiositá: il secondo portiere del Parma già citato arriva per sostituire un altro grande portiere della storia italiana, Giovanni Galli. Nista gioca la partita precedente al match contro gli uomini di Capello e così tutti pensano che sarà lui il titolare. Scala invece ha altri progetti in mente: dopo un allenamento ben fatto con la prima squadra, l’allenatore decide di portare con sè un giovane e farlo partire titolare.

Quel portiere, giovanissimo per i tempi (17 anni), ha un nome ed un cognome: Gianluigi Buffon. Tutti pensano alla goleada, ad un pomeriggio che di clamoroso avrá tutti i gol nel tabellino. Invece non succede niente di questo ma esattamente il contrario: Buffon è un muro invalicabile.

Sicuro nelle uscite, anticipa Eranio su un pallone in profondità e poi fa quello che ha sempre saputo fare: parare. Alla fine del primo tempo fa un miracolo su Roberto Baggio su un suo colpo di testa a botta sicura, poi a 12′ dalla fine fa un paratone a distanza ravvicinata su Marco Simone. Il match termina 0-0 ed una rete inviolata da un 17enne contro i futuri campioni d’Italia. Questa è la partita che farà vedere a tutta Italia la bravura e la grandezza di “Supergigi”.

pic by parmacalcio1913.com

1) 9 LUGLIO 2006: IN CIMA AL MONDO

L’Italia si appresta a giocare il Mondiale 2006 durante il processo “Calciopoli” di cui la Juventus, squadra proprietaria del cartellino dei vari Buffon, Del Piero, Camoranesi, Cannavaro, Zambrotta ed altri, è imputata e, qualche settimana dopo verrá surclassata in Serie B.

Il girone gli Azzurri lo passano senza problemi, con due vittorie ed un pareggio contro gli Stati Uniti. Agli ottavi c’è l’Australia che viene messa a tappeto solo da un rigore di Totti al 94′, poi al turno successivo l’Ucraina viene battuta per 3-0, facendo così andare l’Italia in semifinale contro la Germania.

Buffon? Il portierone della Juventus e della Nazionale va a fasi alterne: partite in cui deve compiere qualche parata (esempio le partite contro Repubblica Ceca e Australia) ad altre in cui l’ottima difesa che ha davanti non fa passare niente, come nella vittoria ai quarti contro Shevchenko e compagni.

La partita che però gli “cambia” il Mondiale è la semifinale contro la Germania (questo l’articolo sulla partita in questione) dove salva il risultato su Klose e fa un super intervento su Podolski, aiutando i suoi ad accedere in finale.

Cinque giorni dopo, all’Olympiastadion di Berlino, si gioca la finale del Mondiale tedesco: Italia-Francia. Per “Le Blues” inizia subito bene quando al 6′ viene concesso un calcio di rigore a favore: Zidane davanti a Buffon non sbaglia, segnando nella sua ultima partita da calciatore. Sembra in salita ma al 23′ segna Materazzi da calcio d’angolo, la partita è tiratissima, l’Italia prende una traversa con Toni mentre la Francia, ai supplementari, si rende pericolosa con Henry, tiro però neutralizzato dal portiere toscano. Sempre all’attaccante della Fiorentina (Toni) viene annullato un gol, fino a quando non arriviamo al momento più importante per Buffon.

Nella seconda frazione supplementare Sagnon effettua un cross dalla destra e Zidane si ritrova tutto solo in area di rigore. Colpisce a botta sicura ma Buffon ci mette il guantone, come per prendere il pallone e sussurrargli: “No, non questa volta, non come nel 2000” e così la respinge in corner. Il fantasista del Real Madrid è incredulo, così tanto che, ad un passo dai rigori, rifila una testata a Materazzi, facendosi espellere.

foto presa dal “Il Bianconero”

Ai calci di rigore segnano tutti, tranne un compagno dei vari juventini in Nazionale: Trezeguet, che spara il suo rigore sulla traversa. Grosso non la tira sulla traversa invece, la sua “bomba” va ad infilarsi sotto il legno e l’Italia diventa Campione del Mondo.

Una gioia immensa per il gruppo ma soprattutto per Buffon, che al Mondiale del ’98 era in panchina e, quattro anni dopo in Corea del Sud, perse per 2-1 contro i padroni di casa, in una partita contestata, causa decisioni arbitrali. Da lì inizia un periodo non proprio bello della carriera di “SuperGigi”, prima con la retrocessione della Juventus in Serie B, poi con la depressione e i vari infortuni. Ma nella notte di Berlino conquista la Coppa mentre Caressa, in telecronaca, dice la stessa frase di Martellini:”Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo” (per molti dettagli in più, ecco l’articolo dedicato al match).

foto presa da torino.corriere.it

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