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Sono passati già due anni da quella finale, partita che senza dubbio rappresenta il punto più alto raggiunto dal tennis italiano negli ultimi decenni. Purtroppo, Matteo nulla ha potuto con l’extra terreste Novak Djokovic. Nonostante questo, ogni italiano innamorato di questo sport ricorda con molto piacere e nostalgia quel torneo di Matteo.
IL CAMMINO DI MATTEO BERRETTINI FINO ALLA FINALE
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Al primo turno Matteo incontra Guido Pella, giocatore argentino. Lo sconfigge in quattro set (6-4, 3-6, 6-4, 6-0). Al secondo turno trova Botic van de Zandschulp e lo sconfigge senza grossi problemi in tre set (6-3, 6-4, 7-6)). Supera i due turni successivi senza grandi difficoltà contro Bedene e Ivashka, mentre ai quarti incontra il canadese Aliassime. La partita è difficile ma alla fine la spunta Matteo, anche in questo caso in quattro set (6-3, 5-7, 7-5, 6-3). In semifinale incontra Hurkacz. Con 22 ace e l’86% di punti con la prima, Matteo fa la storia: dopo 134 edizioni è il primo italiano di sempre a raggiungere la finale a Wimbledon. In finale incontra il più forte di tutti: Novak Djokovic. La partita inizia e subito il serbo prende il largo. Con due break di vantaggio, ormai il primo set è praticamente assicurato. Contro ogni pronostico, però, Matteo recupera i due break e si aggiudica il primo set. Sotto 1-0, Nole alza il livello e inizia a dominare. Vincerà poi in quattro set.
Matteo si ferma solo in finale, ma comunque è un’impresa senza precedenti. Dopo anni di buio totale, una finale del genere ha rappresentato la rinascita del tennis italiano.
BERRETTINI DOPO WIMBLEDON 2021

Dopo la finale, alte erano le aspettative nei confronti di Matteo. Dopo una prima parte di stagione molto buona (vince a Belgrado, finale a Madrid, quarti a Parigi, vittoria del Queens e finale a Wimbledon), Matteo si ferma un’altra volta: Olimpiadi saltate per un’infortunio alla gamba sinistra. A New York cade un’altra volta contro Djokovic: il serbo sconfigge per la terza volta in quattro slam il romano, in questo caso ai quarti di finale. Nonostante gli alti e bassi del 2021, Matteo raggiunge le Finals e il numero 7 al mondo. Nel momento più importante, Matteo si ferma di nuovo: si ritira contro Zverev dopo un primo set stellare di entrambi. Archiviate, purtroppo, le Finals, Matteo fa un grande Australian Open. Il suo cammino finisce in semifinale contro il futuro vincitore Rafael Nadal. Dopo inizia il calvario. Perde a Rio con Alcaraz e poi si ferma a Miami. Si opera alla mano e salta tutta la stagione su terra. Torna a Stoccarda e vince il 250 e poi anche il Queens: Matteo su erba è inarrestabile e arriva a Wimbledon per fare un grande risultato. Poco prima dell’esordio, la notizia: positivà al CoViD-19. È una notizia difficile da digerire (ancora non digerita dal sottoscritto). Male nei due 1000 americani e a New York arriva ai quarti e perde con Ruud. Perde con Musetti a Napoli in finale e poi si ferma di nuovo. Dopo un’inizio di 2023 incoraggiante nella United Cup, esce al primo turno dello Australian Open sprecando un match-point contro Murray. Inizia il periodo buio: malissimo nei 1000 americani, a Montecarlo si fa di nuovo male. Salta la stagione su terra nuovamente e rientra in campo a Stoccarda. Fuori al primo turno con Sonego, arrivano le lacrime: è un momento critico per la carriera di Matteo. Salta il Queens e va a Wimbledon per provare a rinascere. E adesso arriviamo ai giorni nostri: vince con Sonego, De Minaur e Zverev. Lotta con Alcaraz ma non può fare di più: si ferma agli ottavi. Oggi possiamo dire che abbiamo la certezza che la mano è la stessa dì sempre: purtroppo, manca la regolarità per i troppi infortuni. La nostra speranza è che il grande Matteo possa trovare costanza da adesso in poi.

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