
L’Olimpia Milano di coach Ettore Messina è riuscita a ribaltare l’inerzia di una stagione prima dei playoff di LBA considerabile senza ombra di dubbio deludente grazie al successo a gara 7 delle finali scudetto, avvenuto a discapito della Virtus Bologna di Scariolo. La squadra più titolata d’Italia ha così raggiunto la conquista della tanto sognata terza stella, con la vittoria del quinto nonché più importante titolo nazionale dell’era Armani.
IL PERCORSO NELLA POST-SEASON
Prima di approdare nell’atto conclusivo la compagine milanese è stata in grado di superare tra quarti e semifinale, senza particolari patemi, Pesaro e Sassari, rispettivamente in quattro e tre partite. In finale il più grande merito di Milano è stato quello di mantenere il fattore campo, trionfando quattro volte, su altrettanti partite, al Mediolanum Forum di Assago, riuscendo di fatto a rendere inutili i successi delle V NERE in terra bolognese. Si può dunque dire che la partita decisiva per il trentesimo scudetto milanese sia stata quella giocata il 2 gennaio alla Virtus Segafredo Arena di Bologna, che ha determinato il primo posto in classifica di Milano.
I PROTAGONISTI

Molto di questo scudetto l’Olimpia lo deve a Gigi Datome, autore di una prestazione sensazionale in gara 7 e vincitore del titolo di MVP delle finali; questo è stato inoltre il terzo titolo nazionale, che si va a sommare ai successi del 2014 e della stagione passata, vinto dal capitano Melli con la divisa di Milano. Come non citare poi Shavon Shields, colui che ha trascinato l’EA7 nelle prime due partite di Assago e che da solo stava per portare al successo l’Olimpia in gara 4, a Bologna. Da rimarcare anche il cuore e la tecnica messa in campo da Shabazz Napier, prossimo al ritorno negli USA, da Billy Baron, Devon Hall, Pippo Ricci, altro uomo copertina dello scontro decisivo e Kyle Hines. Questo è lo scudetto di Giorgio Armani e di Ettore Messina, che con alcuni innesti importanti vuole riportare questa squadra a vincere in Europa.

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