È notizia risalente a domenica pomeriggio quella riguardante Luis Enrique: l’ex allenatore del Barcellona e della Nazionale spagnola sta per diventare il nuovo allenatore del PSG. I candidati erano molteplici: Zidane (che, secondo diverse indiscrezioni, avrebbe rifiutato in prima persona i parigini), Nagelsman fino ad arrivare ad un nome a sorpresa come Motta (ex giocatore del Paris Saint-Germain e allenatore, per un periodo, delle giovanili). La scelta di Al-Khelaifi, anche in vista dell’obiettivo stagione (la tanto sognata Champions League), alla fine è ricaduta su Luis Enrique, con molta esperienza internazionale alle spalle. In questo articolo quindi si andrà ad analizzare il suo stile di gioco prendendo ciò che ha fatto alla Spagna nei suoi quattro anni da C.T.

STILE DI GIOCO
Il modo di giocare di Luis Enrique proviene dal calcio di Guardiola: infatti ha allenato il Barcellona B negli stessi anni in cui l’attuale allenatore del Manchester City sedeva sulla panchina blaugrana. Quindi il suo modulo è il 4-3-3, sempre utilizzato nelle sue esperienze ma, al contempo, dimostra flessibilità tattica, cioè adattare il sistema di gioco alle esigenze della squadra. In fase di possesso diventa un 2-3-2-3 con portieri e difensori che salgono a partecipare all’azione (al Paris Saint-Germain dovrà cercare di far utilizzare di più il gioco palla a terra a Donnarumma, portiere dal grande potenziale ma che con i piedi commette qualche errore). I terzini (in Nazionale erano Carvajal e Jordi Alba), nel suo sistema di gioco, assumono la stessa posizione del centrocampista difensivo (con la Spagna era Busquets) mentre gli altri due centrocampisti (o mezz’ali) danno a dare supporto ai tre giocatori del reparto offensivo. In generale le squadre di Luis Enrique di fondano anche su un’altra piccola regola, ma fondamentale: farsi vedere nello spazio, cosa che ai Mondiali veniva fatta dalle mezz’ali o dal centrocampista difensivo.


In fase di non possesso invece si schierano con 4-1-4-1 e il pressing viene fatto sulla metà campo avversaria cosicchè la difesa si possa posizionare alta, in modo da riuscire anche a recuperare velocemente il pallone e ripartire.
TRANSIZIONI E IL LAVORO DEI LATERALI
Le transizioni sono un’altra caratteristica che lo distingue dagli altri allenatori cresciuti sotto il “Tiki Taka”: non transizioni lente e alla ricerca dell’inserimento giusto ma piuttosto transizioni veloci. In pratica, Luis Enrique chiede ai suoi giocatori di agire velocemente e tutto nasce dal recupero del possesso (dovuto anche a ciò che è scritto sopra riguardante la fase di non possesso) e la ricerca della verticalizzazione veloce e l’attacco verso la porta avversaria.
Una particolarità del suo gioco è l’importanza data ai laterali (quindi terzini e ali offensive). Infatti in fase offensiva questi riescono a fare numero e quindi creare ulteriore pericolo. Inoltre, specialmente gli esterni d’attacco, dialogano insieme all’attaccante in fase di finalizzazione e aiutano l’azione attraverso sovrapposizioni, uno dei modi con cui si va al tiro nelle squadre di Luis Enrique (un altro metodo è il tiro da fuori, ad esempio).
GLI UOMINI ADATTI AL SUO GIOCO
D’altra parte il Paris Saint-Germain sono anni che non gioca con un modulo offensivo come quello utilizzato da Luis Enrique, quindi difficile capire se effettivamente i calciatori sono adatti. Sicuramente il club della capitale francese ha uomini di spessore, altri come Messi e Sergio Ramos se ne sono andati (utilizzati in passato dall’allenatore spagnolo).
Ugarte e Asensio sono già del Paris Saint-Germain e adatti ai nuovi schemi. Il mediano dello Sporting Lisbona andrà a fare ciò che faceva Busquets in nazionale, ha molta fisicità ed è veloce, sia nei movimenti che nel vedere le soluzioni. Asensio può essere impiegato sia da trequartista che da ala (quest’ultimo è il ruolo che da anni intepreta) e fraseggia molto con il reparto offensivo, andando a scambiare la sfera con la punta. Bisognerà andare a vedere come si svilupperà il mercato del Paris Saint-Germain.

Due giocatori presenti già in rosa adatti a ciò che vuole Luis Enrique sono sicuramente Verratti e Neymar, calciatori che da settimane sono al centro di diverse indiscrezioni di mercato che li vedrebbero lontani da Parigi. L’allenatore spagnolo è rimasto stregato da Verratti durante Italia-Spagna di Euro 2020 e vorrebbe che il centrocampista ex Pescara rimanesse. Neymar invece pare essere cercato dal Manchester United ma Luis Enrique vorrebbe tenerlo con sè, anche perché il brasiliano è stato allenato, nella sua esperienza a Barcellona, proprio da lui ed è riuscito a tirare fuori il meglio. Ci sono anche i rientri dai prestiti ma, stando a ciò che è stato detto in Francia, difficilmente avranno un’occasione.
CONCLUSIONI
Una domanda sorge spontanea, visto anche il recente passato dei parigini: Luis Enrique saprà tenere coeso uno spogliatoio come quello del Paris Saint-Germain? Perché il problema delle gestioni Galtier e Pochettino è stato questo: non aver saputo fermare ciò che stava accadendo, una situazione in cui, a detta dei media francesi, sembrano esserci dei “clan” in rivalità. Ora la situazione sembra essersi assestata ma c’è bisogno l’esperienza di uno come lui per far rendere bene, sia a livello tecnico che sportivo, la squadra e i suoi singoli, aprire un nuovo ciclo, cosa che Al-Khelaifi vorrebbe fare: basta prezzi folli, ora calciomercato ragionato. Speriamo quindi per lui che le cose possano andare bene e che abbia il polso per avere la fiducia di calciatori, società e tifosi.


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