
Questa sera è andata in scena la finale di Champions League tra Manchester City e l’Inter con l’esito finale che è andato a favore dei Citizens. Questa quindi è l’analisi e la sintesi della finale della Coppa dalle grandi orecchie
Guardiola propone la stessa formazione con cui ha affrontato una settimana fa il Manchester United in finale di FA Cup, con l’unica eccezione Akanji che prende il posto di Walker in difesa e Stones che avanza in mediana. Inzaghi conferma la formazione vista con il Torino, con l’inserimento di Barella al posto di Gagliardini.

Passiamo alla cronaca. Il match si dimostra subito brutto e le difese riescono a chiudere qualsiasi tentativo degli attaccanti di cercare un tiro. La prima occasione è sui piedi di Haaland che, marcato da un difensore dell’Inter, riesce a calciare, trovando la risposta di Onana. Dieci minuti ed ecco la tegola per i “Citizens”: De Bruyne accusa dolori muscolari e lascia il campo, al suo posto entra Foden. Non ci sono particolari sussulti e la prima parte di gara finisce così, a reti bianche.

Nella seconda frazione il Manchester City parte meglio e sembra che abbia il pallino del gioco, con gli “Sky Blues” in difficoltà nell’avanzare offensivamente ma l’Inter riesce quasi ad approfittare di una disattenzione firmata Akanji-Ederson, con quest’ultimo che salva egregiamente il tiro sul primo palo di Lautaro Martinez. Al 68′ arriva la rete degli inglesi: cross deviato di Akanji deviato da Acerbi che va al centro dell’area, dove Rodri infila all’angolino come se fosse una palla da biliardo, stappando il match. Da qui i nerazzurri cominciano a creare occasioni. Due minuti e Dimarco colpisce prima la traversa in un’altra mezza disattenzione della difesa di Guardiola, poi l’esterno della Nazionale, sulla ribattuta, colpisce Lukaku che va a “respingere” il tentativo. Inzaghi inserisce Gosens (per Bastoni) e Bellanova (per Dumfries), ma rischia di prendere il secondo quando Foden si incunea in area: a salvare l’Inter però c’è Onana. Il City, stranamente, sembra cambiare “maschera” e si trasforma in una squadra con paura (anche per la vicinanza al traguardo) e si mette a difendere. L’occasione però più grande, per l’Inter, arriva sulla testa di Lukaku: Gosens spizza un cross per Lukaku che deve solo appoggiarla in rete ma, il belga, colpisce Ederson e Ruben Dias allontanta in calcio d’angolo. Ci prova Barella dal limite ma la sfera termina fuori di un nulla e, sull’ultimo angolo, Ederson fa una parata mostruosa su Gosens e salva il Manchester City.

Termina così, con molti rimpianti per i nerazzurri e per il City la prima Champions della sua storia, condita anche dal Triplete conseguito quest’anno. Guardiola cambia modo di giocare e vince, diventando il primo allenatore della storia a fare due tripleti (lo fece con il Barcellona nel 2009) e vede il raggiungimento di quell’obiettivo sognato dal 2016: la Coppa dalle grandi orecchie. Vanno fatti comunque i complimenti all’Inter, soprattutto per come ha interpretato la gara. Inzaghi torna a perdere una finale dal 2017, quando perse 2-0 la finale di Coppa Italia (sulla panchina della Lazio) contro la Juventus.

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