
Questo fine settimana il motomondiale fa tappa in Italia, si corre tra le colline di casa nostra, sul circuito del Mugello, non ci resta che esaminarle.
STORIA DEL CIRCUITO
L’autodromo internazionale del Mugello è un circuito sia automobilistico che motociclistico, situato tra le colline toscane, precisamente nel comune di “Scarperia e San Pietro” in provincia di Firenze.
L’incarico di realizzare il layout del tracciato fu assegnato all’ingegnere Gianfranco Agnoletto. L’impianto fu costruito nel 1972, per dare spazio alle iniziative promosse dall’ “Automobile Club” di Firenze, e venne inaugurato il 23 giugno del 1974.
Ben presto le gare divennero molto pericolose, infatti furono interrotte dopo la morte di un bambino, investito durante un evento.
Nel 2020 il circuito ha ospitato l’edizione del Gran Premio della Toscana di Formula1, introdotto dalla FIA nel calendario mondiale, al tempo condizionato dalla pandemia COVID-19.
L’autodromo del Mugello è famoso in tutto il mondo per le gare di motociclismo, ed è uno dei circuiti più amati dai piloti, sia professionisti che amatori.
Il Mugello venne chiamato anche, ironicamente, “Mugiallo” in onore di Valentino Rossi e dei suoi tantissimi tifosi, che coloravano di giallo le tribune.

SCENDIAMO IN PISTA
La prima curva che troviamo è la San Donato, ossia la staccata più dura della gara, infatti le MotoGP arrivano ad una velocità di almeno 337 km/h.
La curva due è detta “Luco”, punta verso la sinistra con una leggera salita.
La curva tre è la “Poggio Secco”, percorrendo la quale si raggiunge il punto più elevato del tracciato.
Le curva quattro e cinque sono la “Borgo San Lorenzo – Materassi”, un destra-sinistra di estremo impegno, più aperto della “Luco”.
La sei viene chiamata “Casanova”, che è una delle curve più difficili del tracciato, bisogna stare molto attenti perché c’è il rischio di finire larghi.
La sette è detta “Savelli”, famosa perchè qui i piloti possono fare tante “acrobazie” divertendo chi è lì in tribuna.
La curva otto è “Arrabbiata 1” che è il punto più basso del tracciato, seguita dalla
nove che è “Arrabbiata 2”. Affrontate queste due, si arriva alla dieci, che è la “Scarperia”, dove si affronta una improvvisa decelerazione.
La undici è la “Palagio”, e va affrontata con estrema precisione, perché immette nella parte conclusiva del tracciato.
La dodicesima curva è “Correntaio” è una velocissima discesa dove si entra a 237 km/h e dalla quale si esce a 103 km/h. Le curve tredici e quattordici sono le Biondetti 1 e 2, che insieme danno vita alla “esse” più veloce del tracciato.
La quindicesima, nonché l’ultima curva, è detta “Bucine” che è la più lunga del tracciato e presenta una frenata violenta, che porta le moto sul rettilineo del traguardo.

I RECORD DEL CIRCUITO
Il record in gara del tracciato, se l’è aggiudicato Francesco Bagnaia sulla sua Ducati, registrando nel 2022 il tempo di 1’46.588. Lo scorso anno è stato proprio il torinese a trionfare sul circuito di casa, chiudendo davanti al francese Fabio Quartararo su Yamaha e dallo spagnolo Aleix Espargaro su Aprilia.
Il record assoluto sul giro, appartiene invece a Fabio Quartararo, che nel 2021 ha chiuso il giro con il tempo di 1’45.187.

Lascia un commento