La Super Aguri è stata una scuderia anglo-giapponese di F1 che ha militato nel mondiale per soli due anni (più quattro gare al terzo anno). È stata fondata da Aguri Suzuki a Tokyo (ma con fabbrica in Inghilterra) ed è considerata una scuderia satellite della Honda.

GLI INIZI NEL MONDIALE
Il loro percorso nel campionato del mondo di Formula 1 è stato un vero e proprio calvario. Già prima che iniziasse questa avventura, nella stagione 2006, i giapponesi avevano problemi economici, che li costringevano a un ritardo nel pagamento delle quote per l’iscrizione alla rassegna iridata. L’esordio in top class avveniva con la coppia di piloti Takuma Sato-Yuji Ide in Bahrein, perché il GP d’Australia è stato spostato di qualche settimana a causa della coincidenza con i Giochi del Commonwealth.

IL DISASTROSO ANNO 2006
Dopo un inizio già molto particolare, come raccontato precedentemente, la scuderia è scossa da un’ulteriore vicissitudine: la FIA ha chiesto la sostituzione della seconda guida Ide a causa dei troppi incidenti in cui è stato coinvolto da inizio stagione. Dunque, dal Gran Premio d’Europa, la seconda vettura è affidata al pilota di riserva, Franck Montagny. In seguito, dopo appena sette gare alla guida della SA06, il britannico veniva sostituito con un altro pilota, Sakon Yamamoto, seconda guida dal GP di Germania. Neanche lui, però, è stato in grado di risollevare le sorti della Super Aguri e il 2006 si è rivelato un anno sciagurato. Basti pensare che il miglior piazzamento in gara è arrivato all’ultimo appuntamento stagionale, al GP del Brasile, quando Sato riesce a portare la macchina al traguardo, chiudendo in decima posizione. Questo a fronte di ben diciannove ritiri su trentasei gare totali disputate.

LA REAZIONE D’ORGOGLIO NEL 2007
La stagione seguente inizia, indovinate un po’, con nuovi problemi: la vettura non ha superato il crash test imposto dalla FIA, dunque non sarebbe omologata per correre nel mondiale. Perciò la sua presentazione è avvenuta l’ultimo giorno disponibile prima del GP d’esordio in Australia. Tornando alla coppia di piloti, per quell’anno è stato confermato Takuma Sato, affiancato da Anthony Davidson. Stranamente hanno iniziato bene, almeno in qualifica (decimo Sato e undicesimo Davidson), ma in gara non sono riusciti ad arrivare alla zona punti. Ciò avveniva, per la prima volta nella storia della Super Aguri, al quarto appuntamento stagionale, in Spagna, quando Sato concludeva la corsa all’ottavo posto. Due weekend più tardi, al GP del Canada, il giapponese ha ottenuto un altro risultato nei primi otto: un sesto posto. Nel prosieguo della stagione, non c’è stato più alcun piazzamento in top-10 per nessuno dei due piloti, con Sato che ha chiuso la stagione al diciassettesimo posto in classifica generale, mentre la scuderia in nona posizione.

L’ADDIO NEL 2008
L’ultima stagione della Super Aguri nel mondiale ha visto i giapponesi in difficoltà a livello economico. Questa volta, a differenza del 2006 (quando hanno risolto i problemi iniziali), non sono riusciti a trovare un acquirente interessato a rilevare le quote della squadra e, dopo le prime quattro gare, hanno deciso di ritirare le vetture di Sato e Davidson dal campionato. Dopo trentanove GP complessivi, la Super Aguri chiude i battenti e dice addio al mondo delle corse, almeno per quanto concerne la F1.

Il ritorno alle gare è avvenuto nel 2014, sotto il nome di “Amlin-Aguri” in una categoria differente: la Formula E. Anche qui, però, ritirano la scuderia dopo appena tre anni di permanenza nel mondiale elettrico. In questo spazio temporale sono arrivati fino alla vittoria di un GP a Buenos Aires, ma non sono mai andati oltre il settimo posto in classifica generale. Insomma, una scuderia che ha partecipato alla storia della F1, ma non ne ha scritto pagine importanti.



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