Nella notte si sono svolte due gare-6, che hanno visto trionfare Miami e Los Angeles. Entrambe giocheranno le rispettive finali di conference (Heat contro la vincente di Philadelphia-Boston e Lakers contro Denver), per decretare chi andrà alle Finals. MVP di serata senza dubbio LeBron James, quasi quarantenne solo all’anagrafe. Ma andiamo ad analizzare a trecentosessanta gradi le partite della notte!
MIAMI HEAT-NEW YORK KNICKS
Al Kaseya Center va in scena il match più importante della stagione per i Miami Heat e i New York Knicks. La posta in gioco è altissima e questo influisce sul gioco, almeno nella parte iniziale di gara. Infatti, c’è molta tensione, palpabile in ogni angolo del palazzetto. I padroni di casa cominciano con il freno a mano tirato. Dopo i primi sette minuti di gioco, dove a dominare è stato l’equilibrio, le triple di Brunson e Grimes portano a più sei gli ospiti. Forbice ancora più ampliata in seguito al tiro libero di Butler, quando, in circa un minuto, i Knicks mettono otto punti in fila e staccano di quattordici lunghezze gli Heat. La reazione di Miami non si fa attendere, anzi. Negli ultimi centocinquanta secondi Lowry e Butler segnano quattro canestri, per un totale di sette punti, che chiudono la frazione sul 24-31.

In apertura di secondo quarto è dominio bianco-rosso: i ragazzi di Spoelstra siglano, in due minuti, ben dieci punti, che valgono il nuovo vantaggio. Dopo questo parziale, la partita prosegue all’insegna dell’equilibrio, con tanti sorpassi e contro-sorpassi. Tutto sommato, però, a fine periodo, la situazione di punteggio è uguale a quella incontrata quando c’erano ancora sette minuti e cinquanta secondi sul cronometro: Miami conduce di uno su New York. All’intervallo è 51-50.

Al rientro dagli spogliatoi, si continua sulla falsa riga del quarto precedente, con una partita in bilico, senza un padrone. Più o meno a metà frazione, Miami va sul massimo vantaggio di serata: più cinque e timeout per Thibodeau. Altri due liberi di Butler danno una piccola scossa al punteggio. Ma Josh Hart, mettendo una tripla, riporta a contatto i suoi. Poi, Brunson, al termine di una bella azione personale, segna un canestro difficile, che vale il completo rientro in partita, dopo qualche leggerissima difficoltà. I primi trentasei minuti, a ritmi bassi, si chiudono sul punteggio di 74-71.

Nell’ultimo quarto si spera di vedere una partita ad alta intensità, degna di essere chiamata gara-6. Così non è, almeno nella fase iniziale, con lo stesso, noioso, copione che va avanti da ormai venti minuti di gioco. In un minuto, a 6:35 dalla conclusione, finalmente pare essere sconfitta la monotonia: Miami firma un parziale di 8-0 e si porta sopra di nove. Tentativo di fuga spento sul nascere dai Knicks, grazie a una buona organizzazione di coach Thibodeau in uscita dai due timeout, chiamati a distanza ravvicinata. A cinquantacinque secondi dalla fine, i Knicks si portano a meno due, grazie al canestro di Josh Hart. Quando mancano quindici secondi, Brunson è costretto a fare fallo su Butler per avere ancora qualche speranza, ma Jimmy fa 2/2 dalla lunetta e, di fatto, manda in archivio la partita. I tabellini recitano, lato Heat, Butler e Adebayo rispettivamente ventiquattro e ventitre punti. Ai Knicks, invece, non basta un impressionante Jalen Brunson da quarantuno punti, e neanche la doppia doppia di Julius Randle. In una brutta partita, a salvarsi sono solo le percentuali ai tiri liberi (92% e 87%). Tutte le altre statistiche sono state inferiori alla media stagionale. Finale dalla Florida: i Miami Heat battono i New York Knicks 96-92 e accedono alla finale di conference.

LOS ANGELES LAKERS-GOLDEN STATE WARRIORS
Potrebbe essere la partita che chiude un ciclo, magari sarà quella che ne apre un altro, chissà. Ciò che sappiamo certamente, però, è che sta iniziando la partita più importante, a livello emotivo, degli interi playoff, almeno fino a questo momento. LeBron contro Curry, atto VI. Il match si incanala sul giusto binario per i Lakers, che vanno avanti fin da subito, prima 9-2, poi 18-7, quando mancano ancora 7:40 alla fine del primo quarto. Nel frattempo, Klay Thompson entra ancor di più nella storia della NBA: diventa il secondo giocatore di sempre (dopo Curry) a segnare 500 triple ai playoff. È curioso notare che le prime tre posizioni della classifica di tiri da tre ai playoff, siano occupate da tre giocatori che sono in campo questa notte (Curry, Thompson e LeBron). Archiviata questa piccola parentesi, torniamo alla cronaca. La partita procede a ritmi altissimi, totalmente opposti a quanto visto in precedenza. Ci aspettano ulteriori quarantaquattro minuti di fuoco. Dopo altri tre minuti dal break di 18-7, i giallo-viola si portano sul 27-10, dimostrando una superiorità imbarazzante al tiro: 9/12, rispetto al 4/19 degli Warriors. Nella parte finale del quarto, i padroni di casa si sono spenti un po’, mentre sono saliti gli avversari, guidati da Steph Curry, autore di undici degli ultimi quattordici punti di Golden State. Il risultato alla sirena recita 31-26.

Seconda frazione che si apre seguendo il filo-conduttore dell’equilibrio. Nonostante un’intensità sempre alta, le percentuali al tiro, com’è logico che sia, scendono. Leggendo le altre statistiche, ai Lakers servirebbe più attenzione in difesa, a causa degli undici rimbalzi offensivi raccolti dai campioni in carica. Nel secondo quarto non succede più nulla di rilevante, a parte le rimonte e contro-rimonte nel punteggio. Ma, sulla sirena accade l’incredibile: Austin Reaves raccoglie il rimbalzo, arriva al logo e, con pochissimi decimi sul cronometro, spara la palla verso il canestro opposto. Risultato? Tripla senza senso e tre punti. Manca ancora tanto però, ci sono due qaurti da giocare e i Lakers, in uscita dagli spogliatoi, ricominceranno dal punteggio di 56-46. Partita pazza a Los Angeles!


Terzo quarto che inizia bene per i Lakers, il cui compito è solo quello di amministrare il vantaggio. Dopo la pausa, LeBron e compagni sembrano aver ritrovato la verve di inizio partita, tirando con successo da ogni posizione. 8:10 da giocare e timeout Golden State sul punteggio di 70-53. Quando la partita sembra in controllo, a metà terzo periodo, Schroder impazzisce (a causa di una provocazione di Green) e si prende il secondo tecnico della serata, venendo così espulso. Nel finale di quarto, LeBron James è autore di due penetrazioni micidiali. Ha l’agilità di un ragazzino, accoppiata a un fisico possente come il suo. Di minuto in minuto, i Los Angeles Lakers sono sempre più vicini al traguardo. Sulla sirena, buzzer di Poole, che penetra e appoggia al tabellone per due punti comodi. 91-77 a dodici minuti dalla fine. C’è ancora una partita!

Nella serata dei record, non poteva mancare all’appuntamento con la storia il “King” del “Gioco”. Dunque, LeBron Raymone James supera Shaquille O’Neal nella classifica dei rimbalzi ai playoff, portandosi al quarto posto all-time. Ora torniamo alla partita. “Gestione” è la parola chiave per gli uomini di coach Ham, che si trovano, un po’ come successo in gara-1, a dover amministrare un vantaggio consistente, che però non permette di cullarsi troppo. In queste situazioni, infatti, è fondamentale mantenere altissima la concentrazione e i gialloviola sembrano riuscirci, almeno in queste battute iniziali del quarto periodo. È proprio adesso, ad inizio ultimo quarto, che i Lakers toccano il massimo vantaggio (+22) dopo un parziale di 11-0, tenuto aperto per tre minuti. Sul 106-82, a 7′ dalla fine, sembra non esserci più storia. Per i Lakers il top scorer è LeBron (trenta punti, nove rimbalzi e nove assist), coadiuvato da una vera squadra (Reaves, Russell e Davis ne mettono rispettivamente ventitre, diciannove e diciassette), mentre, lato Warriors, Curry spicca per i suoi trentadue punti. Buona prestazione anche per DiVincenzo, che ne segna sedici. La sfida tra lunghi la vince Davis, con venti rimbalzi, due in più di Looney. Nel finale c’è parecchio spazio (oltre tre minuti) per i quintetti di riserva, che mettono in scena una sorta di allenamento. I Los Angeles Lakers battono i Golden State Warriors 122-101 e avanzano in finale di conference!

I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Dopo un sabato di pausa, domenica scenderanno in campo, al TD Garden, Boston Celtics e Philadelphia 76ers, per la resa dei conti: gara-7 in programma alle 21:30 italiane. La partita sarà trasmessa su Sky Sport.

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