
Ci siamo: l‘evento tennistico italiano più attesto dell’anno è alle porte. L‘edizione numero 80 degli Internazionali BNL d‘Italia avrà inizio mercoledì 10 maggio e terminerà domenica 21 maggio, con le finali ATP di doppio e di singolare. Questa edizione, inoltre, prevede un nuovo format che andremo a vedere ed analizzare più avanti nell’articolo. Prima, però, andiamo a conoscere la storia di questo prestigioso torneo!
LA STORIA

La storia degli Internazionali d’Italia è una storia lunga che ha inizio nel 1930 (inizialmente con sede presso il Tennis Club Milano e successivamente presso il Foro Italico a Roma, dove ancora oggi ha sede questo torneo). Nel corso degli anni si sono affrontati i migliori tennisti del panorama mondiale, i quali hanno dato vita a indimenticabili duelli che hanno segnato la storia di questo sport. In campo maschile cinque sono gli italiani ad aver trionfato, mentre in campo femminile tre sono le italiane che hanno conquistato la vittoria finale. La prima vittoria italiana porta la firma di Lucia Valerio, affermatasi nel 1931. Nel 1933 fu Emanuele Sertorio a trionfare mentre, l‘anno successivo, fu Giovanni Palmieri a trionfare in una finale tutta italiana contro Giorgio de‘ Stefani. Dal 1936 al 1949 il torneò si fermò a causa della guerra e delle sue conseguenze. Nel 1950, anno in cui riprese il torneo, l‘Italia tornò a trionfare con Annalisa Bossi e poi nel 1955 con Gardini. Pietrangeli vinse per la prima volta nel 1957 e nel 1961 conquistò il titolo per la seconda volta. Passeranno quindici anni prima di rivedere un italiano trionfare: nel 1976 fu Panatta ad affermarsi, sconfiggendo Vilas in quattro set. Questa, ad oggi, è l‘ultima vittoria maschile italiana agli Internazionali d‘Italia mentre, per quanto riguarda l‘ambito femminile, l‘ultima ad affermarsi è stata Raffaella Reggi nel lontano 1985. Tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta ci fu un dominio americano (sette vittorie sudamericane e quattro statunitensi) che lasciò spazio a tre vittorie austriache di Muster, a due vittorie spagnole (Sanchez e Corretja) e a due vittorie svedesi (Wilander e Norman). Nel primo decennio del nuovo millennio ha inizio la dominazione spagnola: Ferrero nel 2001, Mantilla nel 2003 e Moya nel 2004, prima dell’arrivo del leggendario Rafael Nadal. Il maiorchino ha partecipato al torneo per la prima volta nel 2005 e ha subito vinto il primo dei suoi dieci titoli. L’unico in grado di fermare Nadal negli anni d’oro è stato Novak Djokovic, sei volte campione.
ALBO D’ORO – maschile
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Rafael Nadal è il re indiscusso di questo torneo: con le sue 10 affermazioni è il più vincente. In seconda posizione Novak Djokovic, con 6 titoli. A seguire: Mulligan (3 titoli) a pari merito con Drobny, poi Pietrangeli, Laver, Nastase, Borg, Gerulaitis, Gomez, Lendl, Courier e Muster, tutti con due titoli a testa. Nel doppio guida la classifica Neale Fraser con 5 successi.
ALBO D’ORO – femminile
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La detentrice del record è Chris Evert, tennista statunitense che si è affermata per ben cinque volte (1974, 1975, 1980, 1981, 1982). A seguire, a pari merito con 4 vittorie a testa, Serena Williams, Conchita Martínez e Gabriela Sabatini. Con tre vittorie finali, invece, Maria Bueno e Maria Sharapova.
PARTITE CHE HANNO FATTO LA STORIA
Ogni edizione è stata caratterizzata da partite che hanno fatto la storia. Molte sono, infatti, le partite che hanno reso celebre questo torneo. Andiamo a vedere alcune di queste partite!
1976: Panatta contro Vilas

Il 1976 è considerato da tutti l’anno migliore di Adriano Panatta. Tuttavia, arrivò agli Internazionali d’Italia senza ancora aver conquistato titoli in stagione. Presentatosi a Roma al 14esimo posto del ranking mondiale e come testa di serie numero 3, fece molta fatica al primo turno contro Warwick (salvando addirittura undici match-point) e poi anche contro Youl. Più facili furono, invece, i match successivi. Sconfitto Newcombe in semifinale, si ritrovò davanti in finale Guillermo Vilas, numero 2 del mondo e testa di serie numero 1. Dopo aver perso nettamente a Buenos Aires, questa fu l’occasione di rivincita per Panatta. Dopo aver perso il primo set 2-6, l’italiano fu costretto alla rimonta. Vinse il secondo set 7-6, il terzo 6-2 e il quarto 7-6, dopo aver salvato tre set-point consecutivi sul punteggio di 6-5 a sfavore. Fu il sesto titolo ATP in carriera conquistato da Panatta. Oggi, questa resta l’ultima vittoria di un italiano nell’era Open degli Internazionali d’Italia.
1978: Borg contro Panatta

Questa fu l’ultima esperienza di Panatta in finale a Roma. Anche in questo caso, la finale era al meglio dei cinque set (le finali al meglio dei cinque set resteranno in vigore fino al 2007). Di conseguenza, le finali erano lunghe e combattute. La finale era anche una sorta di prova di resistenza, dal momento che i vari atleti si ritrovavano a dover sopportare ore e ore di gioco ad altissimo livello. Nel primo set ci fu un dominio di Borg (6-1). Finito il primo parziale, ci fu una grande reazione di Panatta che fu in grado di vincere il secondo (6-3) e il terzo set (6-1). Ritrovatosi a dover rimontare, Borg fu in grado di vincere il quarto set (6-4) dopo una grande battaglia e poi il quinto set (6-3), aggiudicandosi il titolo.
2005: Nadal contro Coria

Lo spagnolo, a soli 18 anni, é reduce da 16 vittorie consecutive e dalla vittoria di Barcellona e Montecarlo: il percorso di un predestinato, se così possiamo dire. Gioca per la prima volta a Roma e arriva subito in finale. Davanti a lui c’è Guillermo Coria, già battuto a Montecarlo. Arrivato sul 4-2, Coria si fa rimontare ed é Nadal a vincere il primo set con un punteggio di 6-4. Nel secondo set, invece, é Coria a prevalere con un punteggio di 6-3. Nadal, vinto tranquillamente il terzo set con un punteggio di 6-3, si ritrova sotto di un break nel quarto. É in grado di recuperare il break, ma ciò non gli basta. É l’argentino a prevalere nel quarto (6-4). Inizia così il quinto set. Con Nadal sotto 3-0 nel quinto, la finale sembra essere ormai già decisa. Ma è qui che inizia la leggenda: lo spagnolo lotta su ogni pallina e, grazie al suo talento e alla sua forza atletica, è in grado di recuperare e di portare il set al tie-break. Lo spagnolo riesce a vincere il tie-break e, di conseguenza, si aggiudica il titolo. Ancora oggi, con 5 ore e 17 minuti, questa è la finale più lunga della storia del torneo. (Record imbattibile dato che oggi le finali dei Masters 1000 sono al meglio dei tre set).
2006: Rafael Nadal contro Roger Federer

Non servono molte parole per descrivere la rivalità sportiva tra Roger Federer e Rafael Nadal. I due, nel corso degli anni, hanno messo in scena delle vere e proprie battaglie sportive che hanno segnato la storia del tennis e anche, esagerando, la storia delle nostre infanzie e delle nostre vite. Dopo la battaglia dell’anno prima durata 5 ore e 17 minuti, la battaglia del 2006 é altrettanto lunga: 5 ore e 5 minuti di pura lotta fisica e mentale. Davanti a Nadal, però, questa volta c’è il maestro Roger Federer. È Federer a portare a casa il primo set, dopo aver vinto il tie-break con un punteggio pesante di 7-0. Il secondo set è caratterizzato dall’alternarsi di spettacolo e di errori. Vince Nadal il secondo set e poi, grazie a un break nel quinto game, vince anche il terzo. Federer, sotto nel punteggio, si trova costretto ad alzare il livello e lo fa, vincendo con un pesante 6-2 il quarto set. Anche nel quinto set Federer è in grado di giocare ad alti livelli, riuscendo a portarsi sul 4-1. Tuttavia, Nadal, come nell’anno prima, mette nuovamente in mostra le sue grandi doti da lottatore e il suo talento ed è in grado di recuperare. Concede due match-point sul 6-5, ma è in grado di salvare la situazione e di portare il quinto set al tie-break. Dopo esser partito bene, Federer regala nuovamente dei punti a Nadal. Quest’ultimo ne approfitta e porta a casa il titolo. Ancora oggi questa partita, insieme alla finale di Wimbledon 2008, è considerata la partita-simbolo della rivalità tra i due.
NUOVO FORMAT

Mai come quest’anno è grande l’attesa per questo evento. Questo principalmente per gli italiani presenti, dai quali ci si aspetta un grande risultato, ma non solo: l’80esima edizione di questo torneo vedrà un vero e proprio “upgrade” nel proprio format e nelle proprie infrastrutture. Il numero degli atleti ATP e WTA salirà a 96 ciascuno e la previsione è di superare le 300.000 presenze di spettatori nel corso del torneo. Per assicurare un gran torneo non ci sono stati dei cambiamenti solo nel format, ma anche nelle infrastrutture: il numero dei campi dedicati agli allenamenti e ai match è salito a 17, con l’introduzione dei campi 12 e 13. Altra grande innovazione è un nuovo ponte costruito che permetterà ai giocatori di spostarsi direttamente nella zona piscine (dove è stata creata una nuova area per i giocatori) dal campo centrale.
CHI GIOCHERÀ A ROMA? CHI È IL FAVORITO?

A Roma tanti sono i pretendenti per il titolo, ma il favorito assoluto non può che non essere Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, reduce dalla vittoria del 500 di Barcellona e dalla vittoria del Masters 1000 di Madrid, è letteralmente imbattibile sulla terra rossa in questo momento. Novak Djokovic, invece, obbligato a difendere i 1000 punti conquistati l’anno scorso, sta attraversando un momento particolare. Il serbo, infatti, non ha avuto la possibilità di giocare nei due Masters 1000 statunitensi ed è uscito contro Musetti a Montecarlo, mostrando una grande difficoltà nell’adattarsi al rosso. Saltato Barcellona e Madrid, sarà difficile per lui trovare la condizione che gli permetterà di riconquistare il titolo anche quest’anno. Grande assenza è quella di Rafael Nadal che, dopo l’infortunio rimediato all’Australian Open, non ha ancora recuperato pienamente. Il maiorchino, dunque, si presenterà direttamente a Parigi per cercare di difendere il titolo. Non sono grandi le aspettative nei confronti di Medvedev, mai stato performante in carriera sulla terra rossa. I due che si devono riscattare, invece, dopo la prestazione deludente di Madrid, sono Ruud e Tsitsipas. Grosse aspettative nei confronti di Rune ma, soprattutto, anche nei confronti di Jannik Sinner. Dopo essersi ritirato a Barcellona e dopo aver saltato Madrid, l’italiano è pronto a fare il definitivo salto di qualità. Un titolo importante manca ancora nel palmares dell’altoatesino e, tra Roma e Parigi, ha l’opportunità di fare grandi risultati. Rublev, dopo la vittoria a Montecarlo, è anche lui un pretendente per il titolo. Presenti anche Fritz, Aliassime, Tiafoe, Khachanov, Norrie, Hurkacz e Zverev, tutti bisognosi di fare un buon risultato.
Dal punto di vista femminile, le due grandi favorite sono, senza dubbio, Swiatek e Sabalenka, entrambe reduci dalla grande finale andata in scena a Madrid con la vittoria della bielorussa. Tuttavia, Jabeur e Pegula non faranno sicuramente da comparsa: anche loro avranno le loro grosse chance per conquistare il titolo, soprattutto in virtù di un buon sorteggio.
GLI ITALIANI E LE ITALIANE A ROMA

Come scritto nel paragrafo precedente, Jannik Sinner si presenta a Roma pronto per fare un grande torneo. Anche Musetti, dopo un amaro torneo a Madrid, è pronto ed è chiamato a fare un bel risultato. Manca Berrettini che, dopo essersi infortunato a Montecarlo, sta cercando di recuperare per il grande appuntamento parigino. È presente Sonego e, grazie alle wild-card assegnate, anche Arnaldi, Passaro, Zeppieri, Fognini e Nardi. Per quanto riguarda il risultato delle qualificazioni, uscirà a breve l’articolo su questo.
Dal punto di vista femminile, Trevisan sarà presente a Roma e cercherà di dare continuità alle buone prestazioni recenti. L’italiana, infatti, è stata ad un passo dal battere la statunitense Pegula, numero tre del mondo. Presenti, oltre a Trevisan, Giorgi, Cocciaretto e Paolini. Grazie alle wild-card ci saranno anche Errani, Stefanini, Brancaccio, Rosatello, Paoletti, Cherubini, Pigato e Spiteri.

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