La nottata NBA dal sapore totalmente californiano ci regala il secondo upset di questi playoff e una gara 7 che promette scintille.
MEMPHIS GRIZZLIES – LOS ANGELES LAKERS
Sotto gli occhi di Jack Nicholson, alla prima apparizione alla Crypto.com Arena dopo un anno e mezzo, i Los Angeles Lakers annientano quel che resta dei Memphis Grizzlies in poco più di mezz’ora.
Forti dell’esperienza di Gara 4, i Lakers partono subito col gas aperto, decisi a chiudere la serie. Corrono, tirano e aggrediscono il ferro. Il primo quarto finisce coi gialloviola avanti di 11.
Memphis sbanda, la difesa non contiene le incursioni e non ostacola gli scarichi per le triple spot up, mentre in attacco vengono cancellati da una mostruosa difesa di Anthony Davis su praticamente tutti e 5 i ruoli.
All’intervallo lungo il tabellino dice Lakers 59, Grizzlies 42.
Il terzo quarto è quello del K.O definitivo: Morant sbaglia praticamente qualsiasi cosa, mentre i losangelini piazzano un 41-25 in 12 minuti che chiude i conti. Lo Staples Center, che ha atteso 10 anni questo momento, esplode ad ogni canestro. In una partita in cui LeBron e AD si prendono appena 22 tiri in due, il mattatore è D’Angelo Russell, il ragazzo di casa. DLo fa esattamente quello che gli viene chiesto: 31 punti, 5 triple e 4 assist. Firmando il career high ai playoff di fronte a… Kyrie Irving.

Sotto canestro non c’è partita, a metà campo nemmeno.
Game, set, match. I Los Angeles Lakers battono i Memphis Grizzlies 125 a 85, avanzando verso un secondo turno che manca dall’anno della bolla. Che la storia possa ripetersi?
SACRAMENTO KINGS – GOLDEN STATE WARRIORS
Dallo Staples Center al Chase Center, da Los Angeles a San Francisco.
Win or go home per i Sacramento Kings, vincere per passare il turno per gli Warriors.
Leggeri, spensierati, ma anche sfrontati. Con questo mix letale, i ragazzi di Mike Brown affrontano i campioni in carica e allungano la serie fino a Gara 7.
Nonostante un De’Aaron Fox alle prese con una frattura ad un dito, con un Sabonis fuori per falli dopo appena 23 minuti giocati, Keegan Murray e Kevin Huerter che sparano a salve, Sacramento sbanca la Baia, soprattutto grazie a Malik Monk calato nelle vesti di sesto uomo, come il fu Manu Ginobili.

Golden State gioca una delle partite più brutte della stagione, non trovando mai il ritmo e tirando col 37% dal campo. Le triple non arrivano, i rimbalzi sfuggono ed emergono i difetti.
I Warriors hanno sulla racchetta il primo match point, ma si schiantano contro il muro viola, guidato da un De’Aaron Fox, freschissimo di Clutch Player of the year, che chiude con 26 punti e 11 assist.
Gara 7, in programma domenica sera alle 21:30, ha tutte le carte in regola essere la partita dell’anno.. fino a questo punto.

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