
GLI INIZI
March nasce nel 1969 a Bicester, nell’Oxfordshire, da un gruppo di ragazzi appassionati di motori: Max Mosley, Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd.
Dalle loro iniziali è stato ricavato il nome March. Mosley si occupava della parte commerciale, Rees era il direttore sportivo del team, Coaker il direttore di produzione, Herd invece il tecnico, che come prima vettura realizzò una Formula 3 siglata 693.
Le March hanno avuto la caratteristica di essere siglate con tre cifre, di cui le prime due indicavano l’anno del progetto e la terza la categoria della vettura, mentre il logo della casa fu una creazione della moglie di Coaker.

LA PRIMA VETTURA, I PRIMI OBIETTIVI
La prima vettura per la Formula 1 fu la 701.
La vettura era dotata di una monoscocca in alluminio, del motore Ford Cosworth DFV e cambio Hewland, con delle fiancate laterali usate come serbatoi. L’obiettivo era la commercializzazione di vetture ed i fondatori pensarono di proporla a 6000 sterline, per poi alzare il prezzo a 9000 su consiglio di Walter Hayes della Ford, che prospettò loro il fallimento dell’impresa con un prezzo così basso.
Con l’appoggio finanziario della STP Oil Treatment di Granatelli, nel 1970 la March debuttò nella massima formula con una squadra ufficiale i cui piloti erano Chris Amon e Jo Siffert.
Nel 1972 la squadra ufficiale puntò su Ronnie Peterson e sul promettente Niki Lauda, mentre Frank Williams schierò una vecchia March 711 e un nuovo modello per Henri Pescarolo e Carlos Pace, ma la 721 evoluzione del modello precedente non fu competitiva. Nel corso della stagione fu approntata la versione X con cambio trasversale Alfa Romeo.

DISCESA E RISALITA
Dopo tante difficoltà e peripezie dopo il ritorno in F2, nel 1981 la March torna in Formula 1.
Si tratta in realtà di un’altra società, “March Grand Prix” formata grazie all’ingresso nella RAM di John Mc Donald, di Robin Herd e di Guy Edwards.
L’adozione del nome March è allo scopo di favorire l’adesione ai Team della FOCA nel pieno della Guerra FISA-FOCA. Giuridicamente e tecnicamente però la March è solo parzialmente coinvolta: pur essendo ormai vietata la partecipazione alla massima serie dei team non costruttori l’accordo è in esclusiva, tuttavia le vetture, che riprendono la filosofia costruttiva della Williams FW07.
Nel 1988 il gruppo March acquisì la Ralt e Herd lasciò la presidenza dell’azienda a John Cowen che cedette ad Akagi la divisione March Racing, che si occupava di Formula 1 e F3000, il cui nome fu cambiato in Leyton House Racing Ltd. Cowen organizzò il gruppo in quattro divisioni: March Merchandising Ltd., Ralt, per la produzione di vetture nelle categorie inferiori, Comtec e March Engineering per i prototipi, alla fine del 1989 Herd, l’ultimo dei soci fondatori, lasciò la March.
A partire dal 1989, dopo la morte di Gariboldi, nella sigla delle vetture Leyton vennero aggiunte le iniziali CG al numero identificativo, ma la stagione fu un profondo calvario, con un solo podio ottenuto ad inizio anno da Maurício Gugelmin, altro pilota della squadra. Nel 1990 Capelli e la Leyton House ebbero l’occasione di vincere il Gran Premio di Francia ma a poche curve dalla fine l’italiano dovette arrendersi ad Alain Prost.
Nel 1991, dopo che
Newey fu passato alla Williams, Capelli e la Leyton ottennero solo un punto, poi uno scandalo finanziario portò all’arresto dei responsabili giapponesi della Leyton e all’abbandono del programma Formula 1, che continuò per un altro anno con il nome March. Dopo un buon 1992, la squadra si ritirò ufficialmente sull’iniziare della stagione successiva.

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