All Star Saturday – Sorprese pirotecniche e conferme bollenti

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L’All Star Saturday 2023, finalmente dopo diversi anni, ci regala uno spettacolo totale, a 360 gradi. Negli ultimi tempi lo storico Slam Dunk Contest, che ha reso grandi, fra gli altri, MJ, Kobe e Vince Carter, aveva perso il suo fascino. Schiacciate già viste, partecipanti con poco appeal e poco divertimento. Discorso diverso per la Three Point Contest, che da ormai una decina d’anni è l’evento più seguito del Sabato. Quest’anno però, la combinazione fra un ragazzo venuto da YouTube e un volto già noto a tutti, ha restituito quel tocco piccante che mancava da tempo al secondo giorno di spettacolo.

SLAM DUNK CONTEST

Matthew “Mac” McClung, 1 metro e 88 scarso, professione cestista di G League, ma soprattutto bianco, è il campione dello Slam Dunk Contest di Salt Lake City 2023.

Nell’ultima settimana, la vita di Mac è cambiata radicalmente. Prima viene convocato per lo Slam Dunk Contest, poi Puma decide di investire su di lui e infine firma un two-way coi 76ers. Il nativo di Gate City, Virginia, arriva a Salt Lake City con l’etichetta di fenomeno social e ottimo giocatore di G-League, ma in NBA conta appena quattro presenze. Appena arriva la convocazione, promette di portare nello Utah una schiacciata mai vista in quarant’anni di contest.

Lo spettacolo promesso si materializza: non c’è storia. La prima schiacciata è già sensazionale: parte da dietro l’arco, salta in testa a DUE persone, raccoglie palla e schiaccia in reverse. Sfilza di 50.

Due persone saltate. Non una, due.

Per la seconda opta invece per un 360 partendo dalla linea laterale. Sfilza di 50, ma con un 49. La terza schiacciata è un ibrido fra le prime due: salta in testa ad un ragazzo, chiudendo con un reverse in due tempi. Esplode la Vivint Arena. I giudici non hanno dubbi: 50, all’unanimità.

Per chiudere in bellezza ecco che tira fuori la sua schiacciata personalizzata. Quella che aveva promesso a tutti, l’asso nella manica.

Per l’occasione indossa una canotta particolare: quella della Gate City High School, il suo liceo, dove tutto ebbe inizio.

Parte dall’ala destra, prende velocità e spicca il volo. Un giro e mezzo su sé stesso, un 540 gradi, per poi inchiodarla in reverse. Tutti in piedi.

Una roba mai vista. 540 gradi di rotazione e reverse.

È presto per parlare di rinascita dello Slam Dunk Contest, ma questo ragazzo venuto dal web ha dominato la gara. Annichiliti KJ Martin, Trey Murphy III e Jericho Sims. A Salt Lake City Matthew “Mac” McClung è incoronato re delle schiacciate, chiudendo così una settimana da sogno, che nessuno, lui per primo, poteva immaginarsi.

THREE POINT CONTEST

Era l’uomo più atteso. Le aspettative erano altissime, ma trovare impreparato Damian Lillard è piuttosto difficile.

Tirare dal carrello si sa, è complicato. Hai i secondi contati ed ogni errore ha un peso specifico enorme. Il primo a tirare è Jayson Tatum, segue un caldissimo Tyrese Haliburton che eguaglia il record di Curry a quota 31. Il terzo è Buddy Hield, già campione nel 2020, poi tocca a prima a Tyler Herro e poi a Julius Randle. Il penultimo è Lauri Markkanen, l’idolo di casa, che segna 20 punti, troppo pochi per accedere alla fase finale.

Tocca a Lillard, che a quasi 33 anni sta giocando il miglior basket della carriera per numeri ed efficienza, è glaciale. Gli basterebbero 20 punti per giocarsi il titolo, ma quando arriva all’ultimo carrello è già a 23. Chiude con 26, basta e avanza per salire sul podio.

Piedi per terra, la retina si muove.

È dunque sfida a 3: Damian Lillard, Buddy Hield, Tyrese Haliburton.

Il primo a scendere in campo per il secondo round è Buddy Hield. La guardia bahamense, a lungo cercata dai Lakers, è semplicemente fenomenale dagli angoli, ma altalenante nel mezzo. Parte a razzo, traballa un po’ nella sezione centrale sbagliando entrambi le 3 Ball, ma si riprende alla grande nell’ultimo, fondamentale carrello, quello delle money ball.

Buddy Buckets si siede, lasciando spazio a Dame Dolla, per l’occasione vestito con la canotta del suo college, Weber State, di Ogden, città a mezz’ora da Salt Lake City.

Dame è caldissimo, è la sua serata. Quando arriva all’ultimo carrello, però, ogni pallone pesa un quintale. Lillard è a quota 21, distante 5 punti. Il margine di errore è praticamente nullo.

Sbaglia il primo, ma poi ne mette tre a fila.

Manca l’ultimo pallone, la money ball.

La palla scotta, ma di triple decisive ne ha messe una valanga.

È il suo momento, Dame Time.

Scoccato il tiro, la palla entra dolcemente, come se fosse accompagnata, la retina nemmeno si muove. 26.

Dame time.

Dopo tocca ad Haliburton che però non riesce a replicare l’incredibile primo turno, chiudendo a 17.

La NBA dei cecchini ha un nuovo Re, Damian Lillard, che finalmente riesce a mettersi un trofeo in quella bacheca troppo vuota per un giocatore come lui.

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