Soltanto un anno fa il governo australiano rifiutò il visto di Novak Djokovic che non potè entrare in Australia. Ad un anno di distanza gli Australian Open potrebbero riportare Nole al numero 1 del mondo, coronando un lungo ed intenso rapporto con la terra dei canguri.
LE ORIGINI
Il binomio Djokovic-Australia affonda le radici nel lontano 2007, quando un Nole non ancora ventenne vinse il terzo titolo in carriera ad Adelaide contro il padrone di casa Guccione 6-3, 6-7, 6-4. È necessario aspettare ancora un anno prima di iniziare a parlare di salto di qualità, perché il primo titolo Slam arrivò a Melbourne, agli Australian Open 2008 contro il francese Jo-Wilfried Tsonga.
Tuttavia, tra il 2008 e il 2010 il cammino di Djokovic sul suolo australiano non fu particolarmente fortunato, ma nel frattempo riuscì a vincere le Finals di Shanghai, 5 titoli 1000 e un bronzo olimpico a Beijing. Nel 2011, dopo 3 anni di digiuno, Nole tornò a ruggire in casa degli aussie. Il 30 gennaio giocò la prima di tante finali Major contro l’amico e rivale Andy Murray. Nole si impose senza troppi problemi col punteggio di 6-4, 6-2, 6-3 in una stagione che lo portò a vincere 3 Slam su 4.
Soltanto nel 2012, però, l’amore tra il serbo e l’Australia sbocciò definitivamente. A Melbourne due tra i tennisti più forti della storia diedero vita ad una maratona fantascientifica. Djokovic e Nadal rimasero in campo a battagliarsi per 6h e 10’, ma fu Nole ad uscirne vittorioso con un altisonante 5–7, 6–4, 6–2, 6–7, 7–5 che festeggiò strappandosi la maglietta per celebrare il 5^ successo Slam in carriera. Dopo questa partita è esploso il legame affettivo tra il tennista e l’Australia che persiste sino al giorno d’oggi. In molte parti del mondo Nole è stato al centro di critiche e polemiche. Qualcuno l’ha visto come il “terzo incomodo” – cronologicamente parlando – tra Federer e Nadal, mentre diversi tifosi non hanno apprezzato i suoi comportamenti particolarmente caldi ed estroversi. In Australia tuttavia il rapporto è sempre stato sereno e pacifico da entrambe le parti.
Non è un caso se al bis del 2012 seguì il “three-peat”. Nel 2013 Djokovic e Murray si ripresentarono in finale dell’ “Happy Slam”, di nuovo uno contro l’altro. Nel frattempo Murray aveva conquistato il primo Major agli US Open 2012 in finale con Novak e si era laureato campione olimpico a Londra. Come da pronostico la partita si confermò più equilibrata e mostrò gli evidenti progressi del giovane britannico, ma anche questa volta Djokovic si prese la vittoria: 6-7, 7-6, 6-3, 6-2 e terzo Australian Open vinto consecutivamente.

5 TITOLI IN 8 ANNI
L’anno successivo il serbo venne fermato ai quarti di finale da Stan Wawrinka, un tennista che esploderà sulla soglia dei 30 anni, vincerà il titolo e salirà fino al n.3 del mondo. Nole non perse tempo e non si demoralizzò, tant’è che sia nel 2015 sia nel 2016 si ripresentò all’atto decisivo del torneo. Sembra un caso, ma l’avversario in entrambe le occasioni fu Andy Murray. Per la terza e quarta volta in carriera si sfidarono nella finale degli Australian Open. Djokovic non si fece scrupoli e vinse entrambi i confronti. Nel 2015 lasciò per strada il secondo set, nel 2016 andò all-in con un secco 3-0. Lo scozzese, che ha vinto 3 Slam ed ha trascorso 41 settimane da n.1, ha perso 5 finali Slam su territorio australiano, 4 contro Nole.
Il 2017 e il 2018 furono annate non particolarmente positive per l’attuale n.5 del mondo, ricordate soprattutto per il rientro ad alti livelli di Roger Federer. Lo svizzero conquistò 3 slam, tra cui un back-to-back agli Australian Open e si confermò leader nella classifica all-time per Major vinti.
Il dominio di Nole ripartì nel 2019, quando si presentò il secondo capitolo della finale 2012 con Rafa Nadal. Questa volta la partita non fu mai in discussione e sin dai primi game oscillò verso la Serbia. Djokovic migliorò il palmares col 14^ titolo Slam grazie ad una grande prestazione e ad un indiscusso 6-3, 6-2, 6-3.Nella stagione successiva, il 2020, Nole non partì con gli AO, ma con la fresca ATP Cup, un torneo tra nazionali diviso tra gironi e fase ad eliminazione diretta. La Serbia dominò il gruppo composto da Sudafrica, Francia e Cile. Ai quarti di finale rifilarono un netto 3-0 al Canada, stesso risultato nella semifinale contro la Russia. In finale affrontarono la temibile Spagna, ma la squadra capitanata da Sabanov si impose 2-1 grazie al punto conquistato da Nole ai danni di Nadal. Iniziati gli Australian Open, Nole arrivò in finale senza perdere particolari problemi. Tra Djokovic e il titolo rimase solo un affamato Dominic Thiem, tennista austriaco nato su terra rossa che, grazie al coach cileno Massù, si è evoluto ottenendo ottimi risultati anche sulle superfici rapide. “The Dominator” arrivava da 2 finali Slam perse al Roland Garros con Nadal nel 2018 e nel 2019. Nole partì forte e vinse il primo set 6-4, ma con una grande reazione Thiem si regalò il terzo e il quarto parziale. Djokovic si trovava ad un set dalla prima sconfitta in carriera tra semifinale e finale degli Australian Open. Nel quarto set era chiamato a salvare una palla break che avrebbe potuto porre fine all’incontro. Da quel momento la partita cambiò. Il campione in carica scalò la marcia, impose il suo gioco e vinse l’incontro 6-4, 4-6, 2-6, 6-3, 6-4.
Così come nel triennio 2011-2013, anche nel 2019-2021 collezionò tre titoli consecutivi in Australia. In finale rifilò un clamoroso 7-5, 6-2, 6-2 a Daniil Medvedev, che avrebbe segnato l’inizio e la fine del sogno Grande Slam. Ogni previsione ha però rischiato di essere frantumata già al terzo turno. “The Djoker” affrontava Taylor Fritz e si portava avanti 2-0 quando, ad inizio terzo set, si infortunò al muscolo addominale. Lo statunitense trascinava la partita al quinto set dove Nole, dopo aver più volte considerato l’ipotesi del ritiro, si ricompose e riuscì a strappare un eroico biglietto per gli ottavi di finale.

IL PRESENTE
Il 2022 di Djokovic iniziò nel peggiore dei modi. Sin dai primi giorni la sua stagione è stata travagliata da problemi extra-campo legati al vaccino anti-Covid (argomento già trattato in un articolo precedente). Nole perse ben presto la posizione da n.1, venne aspramente criticato e dovette rinunciare a tutte le trasferte americane. Il governo australiano rifiutò il visto del fenomeno serbo, che fu espulso dall’Australia fino al 2025. Soltanto poche settimane fa la squalifica è stata annullata. Nel 2023 Djokovic ha potuto tornare in Australia. Prima degli Australian Open ha deciso di partecipare ad Adelaide per la prima volta dalla vittoria nel 2007. 15 anni dopo Novak ha rivinto il torneo, ma non solo, perché tra i quarti di finale e la finale ha battuto giocatori come Shapovalov, Medvedev e Korda. Gli spettatori di Adelaide hanno spinto Djokovic alla vittoria con un supporto intenso e continuo. Il tennista serbo nell’intervista post-partita ha speso parole al miele per i suoi tifosi:
“È stata sicuramente una settimana incredibile e voi l’avete resa ancor più speciale. È senz’ombra di dubbio una magnifica sorpresa. Ho dato tutto quello che avevo oggi e durante la settimana per mettere le mani sul trofeo. Il supporto che ho ricevuto negli ultimi 10 giorni è qualcosa che non ho provato molto spesso nella mia vita. Grazie a tutti per essere venuti ad ogni singola partita.“
Intervista di Novak Djokovic dopo la finale vinta ad Adelaide contro Sebastian Korda.
Nole non perde un match in Australia dal 2018, quando uscì sconfitto agli ottavi di finale dell’Australian Open contro il coreano Chung. Da quella sconfitta ha vinto 34 partite consecutivamente.
Si presenterà alla griglia di partenza degli primo Slam stagionale da numero 5 del mondo e testa di serie numero 4 del torneo. Qualora dovesse regalarsi un’altra notte da sogno, la decima, alla Rod Laver Arena, Djokovic tornerebbe numero 1 del mondo e terminerebbe nel migliore dei modi la diatriba iniziata un anno fa. L’eventuale Slam n.22 lo porterebbe al primo posto tra i tennisti con più Major nella storia assieme a Nadal. Appuntamento a Melbourne dal 16 al 29 gennaio.



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