
I mondiali di Qatar 2022 hanno raggiunto l’epilogo finale. Dopo un mese di gol, emozioni e spettacolo il primo mondiale invernale chiude i battenti. La dolorosa assenza dell’Italia non ci ha fatto comunque perdere l’attaccamento per la più grande manifestazione calcistica, che come sempre ci ha tenuti incollati davanti agli schermi. Aule universitarie e banchi di scuola si sono riempite di campi verdi con telefoni e computer che si collegavano per le partite dal mattino durante i gironi. La giornata poi proseguiva al pomeriggio e alla sera per non perdersi un secondo di quello che succedeva in Qatar.
Ogni momento ha infatti regalato protagonisti e situazioni importanti che resteranno nella storia del mondiale, ma anche delle singole nazioni a partire dal Qatar che non partiva sicuramente coi favori del pronostico, ma avrebbe comunque voluto dare più filo da torcere alle avversarie del girone. Arabia Saudita, Giappone, Tunisia e Camerun ricorderanno a lungo le vittorie con Argentina, Germania e Spagna, Francia e Brasile. Enner Valencia è sempre più l’uomo trascinatore del popolo ecuadoriano anche se non è bastato. La voglia di stupire del Senegal di Koulibaly e il coraggio dell’Iran che ha pure sfiorato l’impresa contro il giovane movimento statunitense. Le prime due reti (e probabilmente) le ultime di Lewandowski al mondiale. L’Australia che sogna e passa il girone e nuovamente il Giappone che si piazza davanti al futuro spagnolo di Pedri e Gavi ed elimina la corazzata tedesca. La Croazia nuovamente tra le prime quattro del mondo. Embolo che segna contro il Camerun ma non esulta per le sue origini. Il Portogallo che parte con Ronaldo, ma poi si trova meglio senza, anche se non abbastanza per arrivare in fondo e la Corea di Son e Gue-Sung Cho che elimina l’Uruguay. Si prendono la scena dopo il 120′ Livakovic per due volte e Armani che rende vana la rimonta olandese. E infine il Marocco come sorpresa più grande. Ziyech e compagni vincono il girone davanti a Croazia, Belgio e Canada, ma non contenti eliminano anche Spagna e Portogallo prima di fermarsi in semifinale con la Francia e chiudere quarti con sconfitta finale con la Croazia.
Tutto questo per arrivare all’atto finale in una partita che ha rappresentato la vera essenza di cosa è questo sport. Argentina contro Francia, Sudamerica contro Europa, Messi contro Mbappè, Scaloni contro Deschamps, l’albicelelste contro les Bleus, trionfo eterno contro oblio oscuro e una coppa del mondo da alzare al cielo. Tutto il mondo sintonizzato per il fischio d’inizio che vede l’Argentina partire bene e impiegare 36 minuti per indirizzare la sfida. A sbloccare è Lionel Messi, il più atteso, il più grande e il più vincente dei 22 in campo che dagli 11 metri apre le marcature prima del 2-0 di Di Maria. La partita prosegue a ritmi non altissimi con l’albiceleste che vede sempre più vicino il trionfo, ma si sa, il calcio è strano, la palla è rotonda e bastano due minuti per vedere ribaltare tutto. Mbappè su rigore e nuovamente Mbappè, ma su azione. E’ 2-2 dopo 80 minuti difficilissimi per la Francia. Gli uomini di Deschamps riescono dunque ad agguantare il pari che vale i tempi supplementari. Messi e Mbappè, compagni al PSG e avversari in una delle partite più importanti della loro carriera, non vogliono perdere e prima la ‘Pulce’ e poi il francese trovano ancora una rete nel corso dei 30 minuti supplementari che vale doppietta per il primo e tripletta per il secondo. Lo score è dunque di 3-3 e al 123′ El ‘Dibu’ Martinez si oppone a Kolo Muani negando la gioia di quello che sarebbe stato un clamoroso 4-3. Invece il destino ha voluto portare tutti all’epilogo più tragico, più eroico, più crudele, più bello. Tutti si è deciso infatti con la lotteria dei rigori.
Ad incaricarsi delle prime battute sono Mbappè e Messi che trovano la rete. El ‘Dibu’ veste i panni del supereroe e mura il tiro di Coman che apre il via alla scalata argentina. Paulo Dyvbala infatti non sbaglia al contrario di Tchouameni che non centra neanche la porta. Paredes trova il 3-1 e Kolo Muani si trova tra i piedi un rigore che può essere già decisivo ma calca centrale senza correre rischi. La fine è solo rimandata perchè Montiel dopo di lui non sbaglia e spalanca le porte del paradiso all’Argentina che sale sul tetto del mondo per la terza volta nella sua storia.
L’Argentina è campione del mondo e può tenersi stretto questo grandissimo traguardo. Ora parte la caccia ai mondiali nordamericani del 2026, i primi a 48 squadre con la possibilità dunque di creare tanti nuovi scenari, speranze, emozioni, gol, assist, parate e sogni che ci terranno compagni in un rettangolo verde che tante volta dà, tante volte toglie, ma sempre con la passione del calcio nel cuore con un nuovo straordinario viaggio tutto da vivere.
DITECI ANCORA CHE SONO SOLO 22 UOMINI CHE RINCORRONO UN PALLONE, GRAZIE SIGNORE CHE CI HAI DATO IL CALCIO!

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