
Festeggiare il proprio compleanno nello stesso giorno in cui vinci un trofeo. Non so quante squadre ci siano riuscite in questo, però una di queste è il Milan. Sì, perché il 16 dicembre 2007, nel giorno della ricorrenza della nascita del club, i rossoneri salgono sul tetto del mondo vincendo il loro diciottesimo trofeo internazionale: Il Mondiale per club ai danni del Boca Juniors.
Dopotutto il 2007 rossonero fu davvero l’anno delle vendette sportive: a maggio quella sul Liverpool, a dicembre appunto quella sul Boca. Nel giorno del compleanno del club, che brindava ai 108 anni di vita, il Milan toccava il punto più alto in campo internazionale.
L’ ultimo ballo dei senatori
Il Milan di Ancelotti veniva dal trionfo di Atene, ma sapeva di essere quasi all’ultimo ballo. Il fascino della finale nella terra del Sol Levante aveva un suo perché, eppure la FIFA decise di stravolgere la vecchia formula della Coppa Intercontinentale, sottraendola al controllo di UEFA e Conmebol, creando una strana competizione a eliminazione diretta contro avversari per lo più sconosciuti. Nel club rossonero avvisaglie di cedimenti s’erano già avvertite nei mesi precedenti, ma la vecchia guardia composta dai vari Maldini, Nesta, Kaladze, Ambrosini, Pirlo, Gattuso, Seedorf e Inzaghi, giusto per citare i più noti, sapeva di avere ancora un conto in sospeso. Yokohama era appunto la destinazione finale: battere il Boca per sventolare ai quattro venti di essere davvero i più titolati al mondo. Era un desiderio che ardeva forte nell’animo dei milanisti. Infatti Adriano Galliani aveva già pensato a come celebrare quel titolo così iconico, pensando di farsi ricamare sulla maglia la dicitura “il club più titolato al mondo”. Insomma, la tavola era imbandita e nulla sarebbe potuto (e dovuto) andare storto. Del resto lo stesso Boca non era più quello battagliero e rognoso del 2003: Tevez giocava in Europa, così come lo spauracchio Carlos Bianchi aveva lasciato il posto in panchina a Miguel Russo. Sulla carta non c’era storia. E dopotutto il vero fuoriclasse quel giorno vestiva di bianco, come nelle notti che contano di casa Milan: indossava il numero 22 sulle spalle e da buon brasiliano non vedeva l’ora di dare un dispiacere a una compagine argentina. Infatti la partita la vinse il Milan, 4-2 finale e titolo conquistato.

In Italia è l’ora di pranzo quando il Milan alza al cielo il trofeo nella notte di Yokohama. Maldini urla di gioia, completando la sua meravigliosa carriera con il 26esimo trofeo vinto in 25 anni di carriera. Inzaghi firma l’ennesimo record: è l’unico giocatore al mondo ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali a cui ha preso parte, primato tuttora ineguagliato. Il popolo rossonero risponde così all’avanzata interista, pronta a raccogliere l’eredità della Juventus dopo Calciopoli, ma il popolo rossonero non sa che quella sarà davvero l’ultima gioia, o se preferite l’inizio della fine. Infatti da quel giorno in Milan non riuscì a conquistare più un titolo europeo, ed il primato da “il club più titolato al mondo” durò soltanto poco più di 6 mesi, gli egiziani dell’Al-Ahly supereranno i 18 trofei internazionali del Milan.
Quindici anni fa il Milan salì sul tetto del Mondo.

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