
Fabio Grosso nasce calcisticamente nella seconda squadra di Pescara. Muovendo i primi passi in Eccellenza con la società Renato Curi e passando poi per il Chieti in C2, egli riesce ad approdare in Serie A, al Perugia.
GLI INIZI
La carriera di Grosso inizia nel campionato di Eccellenza,con la maglia della Renato Curi,la seconda squadra di Pescara ai tempi.
Il debutto tra i professionisti avvenne con il Chieti nel campionato di Serie C2.
Grazie a quanto messo in mostra con i neroverdi, Grosso venne notato dagli osservatori del Perugia e così, nell’estate del 2001, passato alla squadra allora allenata da Serse Cosmi, cominciò a giocare come terzino sinistro, disputando tre stagioni in Serie A e cominciando a imporsi a livello nazionale. Con Cosmi conquistò quello che rimane il suo unico trofeo europeo, la Coppa Intertoto UEFA 2003.
Palermo
Il 30 gennaio 2004 fu ingaggiato dal Palermo allora militante in Serie B, con il quale conquistò subito il ritorno in Serie A.
Restò legato ai rosanero per un altro anno, con un totale di 90 presenze e 2 gol in campionato, 8 presenze in Coppa Italia e 8 presenze in Coppa UEFA. Intanto era entrato a pieno regime nel giro della nazionale di Lippi,e partì con la spedizione azzurra per il mondiale 2006.
Fabio ce l’aveva fatta:con spirito di sacrificio e dedizione al calcio era riuscito, dall’eccellenza con il Curi,ad arrivare a giocare un mondiale per la nazione,senza sapere che da lì a poco sarebbe diventato uno degli eroi dello stivale.
LA CAVALCATA TRIONFALE
Ma Fabio sa che il mondiale deve guadagnarselo,anche essendo stato chiamato per la Germania. Salta i primi due incontri,disputa il terzo dove inizia a scalare le gerarchie e prendersi definitivamente il posto da titolare.
Ottavi di finale: Italia-Australia
Grosso è presente tra le fila italiane,ma come si prospettava già dalla vigilia, è una partita complicata che l’Italia non riesce a sbloccare.
Si arriva al minuto 95′: Grosso prende palla,entra in area,finta di sinistro e poi giù: è calcio di rigore.
Lo trasformerà Totti per l’1-0 finale.
Il mondiale di Grosso era appena cominciato, è la prova concreta di quanto Fabio si sia meritato quel posto e se lo giochi con tutto se stesso arriva in semifinale.
Italia Germania,contro i padroni di casa, è la partita che aspetti tutta una vita,quella che ti porta in finale di un Mondiale. Una partita dove non è concesso aver paura. E Grosso non ce l’ha.
Ancora una partita tirata,si arriva al 119′. Una Germania non proprio brillante sottoporta e un’Italia anche sfortunata sembrano destinate ai calci di rigore.
E invece no,Fabio non è d’accordo.
Calcio d’angolo,arriva un tocco di Pirlo, Grosso si gira e col sinistro la mette all’angolino. È 1-0. Fabio piange,alza le mani al cielo, i compagni lo nascondono tra l’esultanza generale,e lui non può smettere di versare lacrime. È il coronamento di una carriera,anche se manca ancora la finalissima.
Del Piero in contropiede fa il secondo,spedisce la Germania a casa e ci porta definitivamente alla finalissima del 9 luglio.

FABIO CAMPIONE DEL MONDO
Era giunto il momento di tutta una vita e Fabio sa cos’ha dovuto passare per essere lì,in quel rettangolo verde,per giocarsi il titolo di campione del mondo.
Nella sua vita sia da calciatore che da comune come tutti noi,nulla gli è mai stato facile. Ha dovuto guadagnarsi tutto da solo, l’ha fatto al Renato Curi in Eccellenza e con Lippi in nazionale.
Ed ora era il suo momento,e nemmeno i più grandi Zidane o Trezeguet potevano toglierglielo.
Zidane,che però,porta avanti la Francia su calcio di rigore. Noi non molliamo e qualche minuto dopo Materazzi,un altro ragazzo non partito titolare,fa 1-1.
Sembra finire li,come se qualcuno volesse che fosse Grosso a deciderla.
A onor del vero,Buffon compie un vero e proprio miracolo su Zidane,e la nostra difesa tiene conto tutti gli attacchi francesi.
Si arriva a calciare dagli 11 metri,i rigori decideranno chi sarà campione del mondo.
Segnano Pirlo,Materazzi,De Rossi e Del Piero. Nella Francia il secondo lo fallisce Trezeguet.
Si arriva all’ultimo rigore.
Sagnol tiene in vita i Francesi e mette tutto nelle mani di Grosso.
Si, è lui il quinto prescelto per battere i rigori.
Tutti i punti si erano per magia allineati.
Grosso non trema,il primo passo,il secondo,e sinistro sotto l’incrocio alla sinistra del portiere.
Tutta l’Italia esplode in una festa meravigliosa,quei ragazzi,partiti da sfavoriti,ce l’avevano fatta.
Un po’ come Fabio,che tra i campi fangosi in Eccellenza, sapeva già quale sarebbe stato il suo destino.
Dopo i mondiali,nonostante la vittoria,non avrà più grandi occasioni di farsi notare, nonostante lo chiamino diversi club di alto livello come Inter,Lione e Juventus.
Conclude la sua carriera nel dicembre 2012 e comincia a prendere lezioni per diventare allenatore.
Ad oggi,dopo le esperienze con la Juventus giovanile,il Bari,il Verona,il Brescia ed il Sion, è in serie B con il Frosinone,e naviga nelle zone alte della classifica.
È stato uno dei classici esempi in cui è la resilienza a farla da padrone.
In una carriera non così luccicante e ricca di trofei, è riuscito a scrivere la storia ed entrare nel cuore di tutti gli italiani.
Buon compleanno,Fabio.

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