Correva il giorno 20 novembre 1969: tanti auguri a Kristian Ghedina

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Spegne oggi 53 candeline Kristian Ghedina, ex sciatore alpino e pilota automobilistico, capace di vantare ben 3 medaglie iridate e 13 trionfi in Coppa del Mondo.
Proprio per uno di questi motivi l’atleta di Pieve di Cadore è tutt’ora ritenuto uno dei migliori discesisti italiani.

GLI ALBORI

Ghedina – dopo aver debuttato nei Mondiali Juniores del 1987 – ottenne il primo podio in Coppa del Mondo nel 1989 sulla Saslong, pista nella quale il bellunese sarà in grado di trionfare ben 4 volte. Nella medesima stagione fu persino in grado di trovare le prime vittorie a Cortina d’Ampezzo (3 febbraio) ed Åre  (15 marzo), senza dimenticare il precedente secondo posto a Schladming il 2 gennaio. Tuttavia tra quest’ultima discesa e quella di casa, Ghedina fu vittima di una rovinosa caduta sulla Streif di Kitzbühel in cui risultò la rottura di ben due costole oltre ad una commozione cerebrale.

POI L’INCIDENTE D’AUTO

Pochi mesi dopo il Mondiale del 91′, la vita del discesista – da sempre un amante della velocità – rischiò di essere compromessa a causa di un grave incidente sulla Milano-Torino, che Ghedina stava percorrendo per raggiungere Courmayer al fine di disputare le ultime gare della stagione. A seguito dell’esplosione di un pneumatico della sua Volkswagen Passat, l’atleta rimase bloccato tra le lamiere prima di essere liberato dai soccorsi, che in occasione del sinistro furono disorganizzati e ritardatari; infatti sul luogo arrivò in breve tempo l’elicottero proveniente da Niguarda, che non fu in grado di decollare per via di un guasto alla batteria. A quel punto lo sciatore venne portato in ambulanza prima a Rho, poi a Legnano, ma siccome quest’ultimo non disponeva di letti liberi, si fece marcia indietro tornando alle porte della città di Milano. Una decisione discutibile vista la presenza dell’ospedale di Pavia, unica struttura sanitaria nelle vicinanze con un reparto di neurochirurgia non saturo.
A 48 ore dall’incidente Ghedina verrà poi dichiarato fuori pericolo, sebbene le lesioni riportate trattassero di frattura della clavicola sinistra, una lacerazione dell’orecchio sinistro e ferite a un gomito.

L’attuale allenatore di sci alpino riuscì a riprendersi in tempo per i Giochi di Albertville del 92′, per i Mondiali di Morioka nel 93′ e per le Olimpiadi di Lillehammer nel 94′, nei quali il bellunese non sfigurò affatto.

LA RISALITA

Nella stagione 94′-95′ Ghedina tornò ai piani alti delle classifiche, arrivando ad un passo dalla sfera di cristallo, poi vinta dal francese Luc Alphand; in quell’annata l’azzurro arrivò ben 5 volte sul podio tra cui 2 successi.
Successivamente alle rassegne iridate di Sierra Nevada (1996) e Sestriere (1997), l’atleta prima conquistò l’argento in territorio statunitense, poi il bronzo in Piemonte, senza dimenticare il 6° posto raggiunto ai Giochi di Nagano nel 98′.

Nel 97′ stabilì il record della pista in quel di Wengen (2’24”23), diventando poi nel 98′ il primo italiano a trionfare sulla Streif di Kitzbühel . Addirittura nel 2000, all’età di 31 anni, riuscì a trovare il primo ed unico successo in carriera nel supergigante, interrompendo di conseguenza l’imbattibilità della squadra austriaca che durava da ben 2 anni.

La sua ultima vittoria risale al 14 dicembre 2001, quando s’impose per la quarta volta sulla leggendaria Saslong, mentre il 24 gennaio 2004 Ghedina compìi il gesto tecnico per il quale è tutt’ora noto: la spaccata sulla Streif di Kitzbühel a 137.6 km/h durante l’ultimo salto prima del traguardo. Un gesto folle in una pista altrettanto folle, tanto che il pubblico gli dedicò una ola malgrado la mancata vittoria.

DALLE NEVI ALL’AUTOMOBILISMO

La carriera sciistica di Ghedina si concluse con la disputa delle Olimpiadi di Torino, nel 2006 – quando si piazzò 23° -, tuttavia il suo record di vittorie in discesa verrà superato soltanto il 27 dicembre 2019 da Dominik Paris, attualmente a quota 17.

Sempre nel 2006 l’ormai ex sciatore decise di intraprendere una strada altrettanto adrenalinica, ovvero quella dell’automobilismo: partecipò infatti al Campionato italiano superturismo, prima di esordire nell’F-3000 International Masters ed infine prendere parte anche nella Porsche Supercup. Nel 2009 poi ottenne una vittoria ed ulteriori 3 podi nella Superstars 2009, ritirandosi nel 2011.

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