Il 9 novembre 1974 a Conegliano, in provincia di Treviso, nasce colui che diventerà simbolo di un intero popolo che lo accoglierà da ragazzo dal Padova e lo vedrà crescere fino a diventare uomo e bandiera come ormai ce ne son poche passando da trionfi e cadute, gioie e infortuni, ma sempre col bianconero sulla pelle e nel cuore. Quel popolo è la Juventus e quel ragazzo è Alessandro Del Piero o “Pinturicchio”, come fu soprannominato dall’Avvocato Gianni Agnelli, perchè Bernardino di Betto Betti in arte “Pinturicchio” fu uno dei maggiori esponenti della scuola umbra del secondo quattrocento, un pittore completo che si confrontava con la pittura su tavola, ma anche con affreschi o miniature e capace di creare opere grandiose e le pennellate che Del Piero dipingeva in campo all’avvocato ricordavano quel pittore capace di creare arte in mezzo ai grandi e così quel numero 10 bianconero che ha scritto pagine importanti della storia bianconera e del calcio italiano e mondiale.
Tanti auguri Alex, goditi questi tuoi 48 anni.
GLI ESORDI: IL SAN VENDEMIANO COME PUNTO DI PARTENZA E IL PADOVA COME TRAMPOLINO DI LANCIO

Nato a Conegliano, ma trasferitosi con la famiglia a San Vendemiano, il giovane Del Piero si avvicina al mondo del calcio nella squadra del proprio paese con la madre che preferiva vederlo giocare in porta perché così sudava meno e non correva il rischio di ammalarsi. Il talento in mezzo al campo però inizia già a intravedersi e il presidente della squadra, nonché il sacerdote, si mise in contatto con dei dirigenti del Padova. La squadra che veneta che militava in Serie B però rifiutò inizialmente il giocatore per via della corporatura esile del giocatore.
Un ripensamento portò i ‘biancoscudati’ a puntare invece su quel giovane che nel 1991, all’età di 16 anni, venne acquistato per essere messo nella squadra degli allievi. Le prestazioni con le giovanili del club convinsero Bruno Mazzia, allenatore della prima squadra, a concedergli qualche chiamata anche tra i grandi e l’esordio tra i professionisti avviene il 15 marzo 1992 contro il Messina in una partita vinta dai siciliani per 1-0. Per trovare la prima (e unica con il Padova) rete bisognerà invece attendere il successivo novembre in un 5-0 rifilato alla Ternana.
IL CONTRATTO FIRMATO IN BIANCO CON BONIPERTI: I PRIMI ANNI ALLA JUVENTUS TRA PRIMAVERA E PRIMA SQUADRA

14 partite e un gol con la maglia del Padova bastarono a Giampiero Boniperti per incontrare il ragazzo in un pomeriggio d’estate nel 1993 a Udine in cui Del Piero estasiato accettò di firmare in bianco il suo primo contratto da professionista. A 18 anni Del Piero si trovava di fronte ad una bandiera della squadra che ha sempre tifato e sognato e inoltre gli prometteva come il futuro bianconero sarebbe stato suo e che avrebbe aiutato la squadra a vincere tanti trofei. Quel pomeriggio avrebbe così cambiato la storia di quel giovane ragazzo esile, ma anche di tutto il mondo Juventus che stava accogliendo il giocatore che diventerà il più rappresentativo della storia del club, icona e simbolo per i tifosi bianconeri e non solo. Stava avvenendo un passaggio di consegne tra Boniperti, che tra campo e scrivania aveva trascorso oltre 45 anni nel mondo Juventus, e Alessandro Del Piero che si sarebbe invece tatuato il bianconero sulla pelle e nel cuore per il ventennio successivo.
Appena arrivato a Torino andò subito in ritiro con la prima squadra allenata da Giovanni Trapattoni, anche se ad inizio stagione fece parte stabile della squadra Primavera. Allenato da Cuccureddu il primo trofeo di Del Piero in maglia bianconero è il torneo di Viareggio seguito dallo Scudetto di categoria.
Le chiamate tra i grandi però non tardarono ad arrivare. Il 12 settembre 1993 è infatti il giorno del suo esordio con la maglia della Juventus. 1-1 contro il Foggia subentrando ad un quarto d’ora dalla fine al posto di Ravanelli,. Dopo soli tre giorni arriva anche l’esordio europeo in Coppa UEFA contro il Lokomotiv Mosca nei trentaduesimi di finale vinti dalla Juventus per 3-0. Nella settimana del suo esordio Del Piero non volle farsi mancare nulla e nel weekend sfruttò il suo ingresso in campo per siglare la sua prima rete in Serie A nel 4-0 contro la Reggiana.
La svolta definitiva arriva il 20 marzo 1994. La Juventus ospita il Parma in campionato e vince 4-0. Il mattatore di giornata è un ragazzo neanche ventenne che non fa un gol, non ne fa due, ma ne realizza addirittura 3. Del Piero realizza la sua prima tripletta in bianconero e da lì deciderà di non fermarsi più diventando, tra le varie cose, il miglior marcatore della storia della Juventus (Boniperti occupa il secondo posto) e al secondo posto dei giocatori italiani più prolifici tra tutte le competizioni, secondo solo a Silvio Piola.
LA SVOLTA DECISIVA: LIPPI IN PANCHINA, L’EREDITA’ DI BAGGIO, GLI SCUDETTI, LE FINALI DI CHAMPIONS E IL GOL ALLA DEL PIERO

Nell’estate del 1994 i vertici societari della società bianconera cambiarono con Giraudo, Bettega e Moggi che salirono al potere sostituendo anche Giovanni Trapattoni con Marcello Lippi e aprendo una serie di successi per la Juventus. La squadra piemontese infatti vincerà lo scudetto e la Coppa Italia con Del Piero che a 20 anni continua a mettersi in mostra dimostrando di meritare la maglia bianconera. Il 13 settembre 1994 ‘Pinturicchio’ trova infatti il suo primo gol in Europa grazie alla rete segnata al CSKA Sofia (partita vinta 3-2 dai bulgari, ma poi assegnata alla Juventus a tavolino). Il 4 dicembre arriva invece quello che sarà votato come il gol migliore della storia della Juventus in una partita contro la Fiorentina. I toscani vincevano 2-0 al Delle Alpi, ma Vialli con una doppietta aveva rimesso a posto le cose prima che Orlando da metà campo vede il movimento di Del Piero tra due difensori viola e decide di dar fiducia allo scatto con un lancio delicato che supera la linea difensiva con il Numero 10 bianconero che colpisce al volo appena dentro l’area realizzando una parabola perfetta per un gol da cineteca che valse il 3-2 finale.
Nel marzo del 1995 arriva anche l’esordio in nazionale in una gara contro l’Estonia valida per le qualificazioni ad Euro 1996 vinta per 4-1 dagli azzurri.
La stagione 1995-96 si apre con il trasferimento di Baggio al Milan e la Juventus che affida le chiavi al tridente Vialli-Ravanelli-Del Piero nonostante i dubbi su quest’ultimo, ritenuto ancora giovane e con tanto da dover dimostrare. Bastano poche partite per convincere tutti. Il 13 settembre nasce infatti il gol alla Del Piero contro il Borussia Dortmund in Champions League. Imbucato in fascia da Paulo Sousa, Del Piero si accentra, cerca lo spazio e scaglia un potente tiro a giro sul secondo palo col portiere dei tedeschi che non può nulla. Questo sarà il primo di una lunga serie di reti segnate con la stessa modalità che in molti cercano ancora oggi di emulare.
Il cammino bianconero iniziò così nel migliore dei modi con un 3-1 sul campo del Borussia Dortmund, ma si concluse ancora meglio. Nel frattempo Del Piero segnò per 5 partite consecutive (record eguagliato solo da Morata in bianconero) e i bianconeri dopo aver vinto il girone, passarono anche contro Real Madrid ai quarti e Nantes in semifinale. La finale a Roma contro l’Ajax, dopo l’1-1 nei tempi regolamentari, si concluse coi tiri dal dischetto. La Juventus fece 4 su 4, mentre l’Ajax fallì due tentativi e i bianconeri alzarono al cielo la seconda Champions della loro storia. A fine stagione Del Piero vinse il trofeo Bravo (attuale trofeo Kopa) e si classificò quarto nella classifica del pallone d’oro.
Del Piero nel frattempo segna la rete decisiva contro il River Plate nella finale di Coppa Intercontinentale, realizza due gol e due assist nella supercoppa europa contro il PSG e per non farsi mancare nulla segna nei giorni di Champions League ad Old Trafford siglando la prima vittoria di un club italiano sul campo del Manchester United. La Juventus raggiunge nuovamente la finale di Champions trovandosi di fronte il Borussia Dortmund. Del Piero entra sul 2-0 per i tedeschi e trova una gran rete di tacco al volo, ma non è sufficiente per evitare la sconfitta con i tedeschi che trovano la rete del definitivo 3-1.
Trascinatore in Champions nella stagione 1997/98, Del Piero con 10 gol tra girone e fase a eliminazione diretta superò Platini nella classifica marcatori all-time della Juventus nella competizione. Miglior marcatore della competizione e senza saltare un minuto nella fase a eliminazione diretta portò i bianconeri a giocare la loro sesta finale di Champions, ma nuovamente la squadra si arrese perdendo di misura con il Real Madrid.
Del Piero inoltre segnò la rete che valse lo scudetto alla Juventus e venne nominato calciatore italiano dell’anno.
L’INFORTUNIO LO COSTRINGE AI BOX: INTERVENTO CHIRURGICO, 9 MESI DI STOP E IL RIENTRO

Nella stagione 1998/99 Del Piero arrivava malconcio da un infortunio patito nella stagione precedente (anche la finale di Champions venne da lui giocata in precarie condizioni fisiche), ma per dargli fiducia, lo spogliatoio decise di affidargli per la prima volta la fascia di capitano il 20 settembre contro il Cagliari. Nel frattempo ‘Pinturicchio’ stava riprendendo la forma migliore, ma l’8 novembre a Udine ebbe un nuovo infortunio. Il ginocchio sinistro aveva ceduto e la diagnosi fu tra le peggiori: rottura del legamento del crociato anteriore, intervento chirurgico negli States e 9 mesi di stop. La stagione di Del Piero finì così dopo solo 8 partite giocate e la Juventus uscì in semifinale di Champions con il Real Madrid, mentre in campionato non andò oltre il settimo posto rimanendo così esclusa anche dalla partecipazione alla Coppa Uefa e Lippi che chiusa la sua avventura in bianconero.
Sulla panchina della Juventus si siede Ancelotti e Del Piero rinnova il suo contratto con un adeguamento dello stipendio fissato a 10 miliardi di lire diventando il giocatore più pagato al mondo. Il suo rientro dopo l’infortunio lo vede subito protagonista nella coppa Intertoto con la Juventus che divenne la prima squadra a vincere tutte le 6 competizioni gestite fino ad allora dall’UEFA. Il rientro in campionato invece fu più altalenante con perplessità e dubbi su un un suo possibile ritorno alla condizione del periodo pre-infortunio. Del Piero collezione comunque 12 reti e 20 assist in stagione con la Juventus che perde lo scudetto in favore della Lazio sotto l’acquazzone di Perugia.
La svolta definitiva per il ritorno a grandi livelli arriva il 18 febbraio 2001. In una sfida in casa del Bari, Del Piero trovò una rete importante accompagnata da un pianto e una dedica a suo padre (scomparso da pochi giorni). Questo gli diede la spinta morale per tornare ad essere veramente Alex Del Piero.
IL RITORNO DI LIPPI E LA FASCIA DA CAPITANO: DEL PIERO DI NUOVO PROTAGONISTA

Nella stagione 2001/02 in panchina torna Lippi e Del Piero diventa capitano andando a sostituire un Antonio Conte ormai al tramonto della carriera. L’annata si apre subito con nuovi traguardi: 100 gol in maglia bianconera grazie alla doppietta del 26 agosto contro il venezia e diventa il primo giocatore juventino a raggiungere quota 27 (superando Bettega) in Europa nella sconfitta per 4-3 con il Celtic. Lo scudetto perso l’anno prima all’ultima però torna a ricucirsi sul petto bianconero proprio in occasione dell’ultimo atto con l’Inter capolista che cadde contro la Lazio e la Juventus che effettuò il sorpasso grazie al 2-0 (un gol e un assist per Del Piero) in casa dell’Udinese per quello che valse il quarto scudetto di Del Piero e il 26′ per la la società bianconera. Insieme a Trezeguet inoltre la coppia d’attacco juventina fu la più prolifica della stagione con 40 reti (24 per il francese, miglior marcatore della Serie A, e 16 per l’italiano).
La stagione 2002/03 la Juventus prova a fare bottino pieno: supercoppa italiana e scudetto vanno infatti nuovamente in terra piemontese, ma la finale di Champions League si concluse con un’altra sconfitta nell’unica finale tutta italiana contro il Milan. Ai rigori la spuntarono infatti i rossoneri che lasciarono invece gli avversari con la bocca asciutta per la quinta volta su 7 finali disputate (Del Piero ne vinse invece una su 4).
IL RAPPORTO MAI SBOCCIATO CON CAPELLO E LA SERIE B: DEL PIERO RIMANE IN BIANCONERO E GUIDA LA RINASCITA CON LA STANDING OVATION DEL BERNABEU

Nell’annata 2004/05 Capello è il nuovo allenatore che non ebbe mai un rapporto idilliaco con il numero 10 bianconero e insieme all’arrivo di Ibrahimovic, Del Piero finì per fare più panchine del previsto, anche se comunque con 17 reti segnate diventò il miglior marcatore della squadra nella stagione. Nel 2005/06 invece supera quota 185 reti totali grazia ad una tripletta con la Fiorentina superando così Bettega e Boniperti nella classifica all-time dei marcatori juventini diventando il migliore della storia.
La Juventus inoltre in queste due stagioni vinse lo scudetto, ma lo scandalo di Calciopoli revocò le vittorie e relegò la società in Serie B. Del Piero insieme ad altri senatori come Buffon, Nedved, Trezeguet e Camoranesi non lasciò la Juventus che infatti vinse in scioltezza la serie cadetta con Del Piero miglior marcatore del campionato. Nel frattempo Pinturicchio tagliò un altro traguardo storico: 500 presenze con la maglia della Juventus, solo Scirea e Furino avevano ottenuto questo risultato.
Tornato in Serie A tocca quota 553 partite in bianconero diventando il più presente con la maglia della Juventus con la quale divenne capocannoniere (solo Paolo Rossi prima di lui vinse la classifica marcatori per due anni consecutivi tra Serie A e B) in un campionato in cui la Juventus arrivò da neopromossa e concluse al terzo posto. La Juventus torna così subito in Champions League e il 5 novembre 2008. Del Piero realizza una super doppietta al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid e l’intero stadio spagnolo gli dedica una delle standing ovation più iconiche della storia del calcio. Il 2008 inoltre è l’anno solare migliore di Del Piero che chiude con 28 reti (record personale) e raggiungendo le 250 reti con la Juventus per poi arrivare nel 2009 con 115 presenze nelle coppe europee con la Juventus stabilendo così un altro record.
GLI ULTIMI ANNI DI JUVENTUS: ADDIO DA LEGGENDA

Il 27 settembre 2009 firma la sua 400′ presenza in Serie A, ma una distrazione muscolare secondo grado alla coscia sinistra 4 giorni più tardi lo tenne fermo ai box saltando tutta la prima parte di stagione e per la prima volta chiuderà il girone d’andata senza andare in gol. Nonostante l’infortunio concluse la stagione come miglior marcatore della squadra con 11 reti e superò quota 300 in fatto di marcature personali.
La stagione 2010/11 non lo vede più nella parte di protagonista, ma riesce a superare altri due record che appartenevano a Boniperti: 179 reti e 444 presenze in Serie A. Mentre nella sua ultima stagione in bianconero, la 2011/12 avrà modo di togliersi ancora qualche sfizio. Alla Juventus arriva Antonio Conte e viene inaugurato il nuovo Allianz Stadium con Del Piero che trova così la rete in 4 impianti che hanno fatto da casa alla Juventus (Comunale, Delle Alpi, Olimpico e Juventus Stadium) e raggiunge le 700 presenze in maglia bianconera vincendo il suo sesto e ultimo scudetto. Nella sua ultima gara in bianconero contro l’Atalanta si toglierà lo sfizio anche della rete numero 290 che gli regala un ultimo commovente giro di campo dove il popolo bianconero lo acclama e lo riempie di sciarpe che arrivano da ogni settore dello stadio per omaggiare chi sarà per sempre un figlio della Juventus, arrivato da ragazzo, diventato uomo, simbolo e leggenda.
IL RAPPORTO CONTROVERSO CON LA NAZIONALE: DAI 3 GOL IN 7 TORNEI FINO ALLA VITTORIA DEL MONDIALE

Alessandro Del Piero in nazionale con 27 reti in 91 presenze è il miglior marcatore azzurro insieme a Roberto Baggio. L’esordio è targato 25 marzo 1995 contro l’Estonia, mente il primo gol il 15 novembre dello stesso anno contro la Lituania.
La difficoltà fu però a imporsi nei grandi tornei. L’europeo inglese del 1996 lo vide giocare solo i primi 45 minuti della gara inaugurale con la Russia per poi vedere l’Italia uscire al primo turno. Due anni dopo invece nei mondiali francesi arrivò in condizioni fisiche precarie con Maldini c.t. che optò per una staffetta tra lui e Baggio che si davano il cambio praticamente in ogni gara fin all’eliminazione ai quarti. Anche Zoff nel 2000 lo convocò dopo essere rientrato da un infortunio ai mondiali di Olanda-Belgio dove Del Piero segnò il 2-1 contro la Svezia nella terza partita del girone, gli azzurri si spinsero fino in finale dove Trezeguet al golden gol farà trionfare la Francia. Trascinatore nella qualificazione ai mondiali di Corea-Giappone con Trapattoni al torneo visse una nuova staffetta, stavolta con una bandiera giallorossa: Francesco Totti. Del Piero segnò ancora nella terza partita del girone nell’1-1 con il Messico prima dell’eliminazione clamorosa contro i padroni di casa della Corea aiutata da uno sciagurato arbitraggio di Byron Moreno che fece di tutto per non fare passare l’Italia. L’europeo portoghese del 2004 lo vide protagonista fin dalle qualificazioni, così che lui ottenne una maglia da titolare in tutte le partite del girone del torneo, ma gli azzurri non passarono il turno.
La favola però era pronta ad essere scritta. Marcello Lippi lo aveva lanciato nella Juventus e lo volle anche nella spedizione azzurra in Germania per i mondiali del 2006. nuovamente Del Piero dovette condividere la maglia da titolare con Francesco Totti partendo dal primo minuto solo contro l’Australia. La magia arriva però in semifinale propri contro i tedeschi padroni di casa perchè dopo l’1-0 di Grosso (nato da un calcio d’angolo battuto da Del Piero), a Berlino ci siamo andati perchè quella che ormai è diventata una filastrocca, ma improvvisata da Caressa e Bergomi è stato Del Piero a portarci a Berlino e allora cantiamola ancora una volta: “”Arriva il pallone, lo mette fuori Cannavaro! Poi ancora insiste Podolski…Cannavaro! Cannavaro! Via il contropiede con Totti, dentro il pallone per Gilardino… Gilardino la può tenere anche vicino alla bandierina, cerca l’uno contro uno, Gilardino, dentro Del Piero, Del Piero… Gol! Aleeeex Deeel Piero! Chiudete le valigie! Andiamo a Berlino! Andiamo a Berlino! Andiamo a prenderci la coppa! Andiamo a Berlino!“. Questo è il suo terzo gol tra mondiali ed europei con la maglia azzurra, ma è sicuramente uno dei più importanti ed iconici della sua carriera e una volta arrivati ai calci di rigore nella finale di Berlino, Del Piero prese la responsabilità del quarto rigore che insaccò alle spalle di Barthez prima del quinto e decisivo di Grosso che ci rese per la quarta volta campioni del mondo.


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