Moto2 – La rivincita di Augusto Fernandez

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Una chance, una possibilità, un’ultima cartuccia da sparare. Il 2022 di Augusto Fernandez era tutto questo. Un ultimo tentativo prima di fare il grande salto, un ultimo tentativo per dimostrare di meritare la MotoGP.

Tante, le delusioni ricevute da Augusto, nelle stagioni precedenti. Un 2019 che lo aveva aizzato tra i grandi della categoria di mezzo, salvo poi finire nel baratro.

Una stagione, il 2019, che aveva regalato allo spagnolo le prime gioie mondiali di carriera. Tre vittorie e tre podi collezionati nell’anno, un quinto posto finale iridato: una rampa di lancio importante, che lo aveva portato ad essere considerato tra i favoriti per l’anno successivo.

Il 2020, però, non rispetta le attese. Augusto soffre la pressione del favorito, non trova il feeling con la moto. In quello sciagurato anno, per lui, ma anche per tutto il mondo, Fernandez colleziona solo 71 punti. Nessun podio e come miglior risultato un quarto posto. Una stagione tutt’altro che positiva, da dimenticare al più presto.

Non è così semplice, però, la delusione da smaltire. Il 2021 di Augusto inizia nel peggiore dei modi possibili. Un quinto posto come miglior risultato e quattro ritiri nelle prime otto. Un disastro. Ad Assen però, la svolta. Fernandez torna sul podio, in terza posizione, riprendendo fiducia. Una fiducia che si traduce in 6 podi e dieci prestazioni da top ten nella seconda parte di stagione. Augusto, nella seconda parte del 2021 è il migliore, se non si guardano gli inarrivabili Remy Gardner e Raul Fernandez. I due Ajo sono troppo forti per tutti, ma Augusto è tornato.

Nel 2022 lo spagnolo vede i due, inarrivabili, piloti Ajo scappare in MotoGP e compiere il salto. Augusto non può, non deve, essere da meno. Ecco allora il passaggio su quella moto che l’anno precedente era stata così dominante. Le prestazioni del veicolo però, non sono più le stesse. Per la prima vittoria stagionale, Augusto, deve aspettare ben sette gare. Deve aspettare Le Mans. Questa vittoria però, deve trovare continuità, perché Ogura e Vietti in particolare, sono scappati via in classifica. I punti da recuperare sono tanti. Ecco allora che Augusto Fernandez ritrova fiducia e inanella una serie di gare al top. Nove in top 5, ben 7 le apparizioni sul podio, di cui 4 vittorie.

Impeccabile la parte centrale della stagione di Augusto. La rimonta è completa, Vietti è crollato, l’unico avversario ora arriva dal Giappone e si chiama Ai Ogura.

La battaglia si fa serrata, le gare al termine ora sono quattro. Non vi è più margine d’errore, sbagliare è più concesso.

Ecco però, il crash che non ti aspetti, Fernandez cade a Philip Island, rimettendo Ogura in completa lotta mondiale, ora sono pochissimi i punti a dividere i due, a due gare dal termine.

Fernandez non trova il miglior feeling in Malesia, alla penultima, sul circuito di Sepang. Ma lo spagnolo amministra al meglio e porta a casa il 4° posto. Stavolta è Ogura a scivolare, gettando all’aria un secondo posto sicuro e la leadership del mondiale.

Fernandez arriva a Valencia con la consapevolezza di poter amministrare il vantaggio ed il feeling tra moto e pista che si crea all’istante, sin dalle prime libere. Ogura invece fatica, è indietro. La situazione è perfetta per Augusto Fernandez.

La gara parte. Fernandez non ha bisogno nemmeno di arrivare al traguardo per sapere che è campione del mondo. Ai Ogura scivola e getta alle ortiche anche le ultime possibilità di titolo. Augusto Fernandez è campione. La vittoria va a Pedro Acosta, Augusto chiude la doppietta Ajo e regala la giornata perfetta al team austriaco.

Una rivalsa. Una stagione che non si può definire impeccabile, ma si può definire matura. Un titolo meritato, tanto quanto, la “promozione” in MotoGP. Augusto, è tutto vero, gridalo, festeggia, sei campione del mondo!

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