Correva il giorno 31 Ottobre 1999 – 23 anni fa il ‘giallo’ di Suzuka

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Esattamente 23 anni fa a Suzuka si disputava l’ultima gara del mondiale di Formula uno 1999.

Il finale vide la vittoria di Mika Hakkinen su McLaren, che conquistò il secondo titolo mondiale consecutivo ai danni di Eddie Irvine, che con la sua Ferrari finì 3° alle spalle del compagno di squadra Michael Schumacher. La Ferrari tuttavia spezzó in parte il suo lungo digiuno conquistando il titolo costruttori dopo ben 16 anni, ma ancora ad oggi la mancata vittoria di quel mondiale piloti è avvolta nel mistero, ma scopriamo insieme perché.

GLI ANTEFATTI

La stagione 1999 della Formula uno ebbe inizio in Australia a Melbourne il 7 Marzo.

A sorpresa a trionfare è il Ferrarista Eddie Irvine. Per il nordirlandese si tratta della prima vittoria in carriera, ottenuta al 4° anno a Maranello, dopo che era arrivato nel ’96 in qualità di gregario di Michael Schumacher, ruolo che per il buon Eddie all’epoca poteva andare più che bene.

Nel corso degli anni però Irvine maturò sempre di più fino ad arrivare al successo di Melbourne, ma a fine gara alla domanda ‘Vincerai il titolo?’ lui rispose: ‘Solo se Schumacher si rompe una gamba’.

Irvine vincitore al GP di Australia

LA PRIMA PARTE DI STAGIONE E L’INCIDENTE DI SILVERSTONE

Nonostante quella vittoria però il proseguo della stagione sembrava prendere la strada del mondiale precedente, con un lungo testa a testa tra Hakkinen e Schumacher che dopo 7 gare vedeva il finlandese avanti di 8 punti sul Kaiser.

La svolta di quel mondiale però arriverà nell’ottavo round in programma a Silverstone. Infatti subito dopo il via Michael Schumacher nel tentativo di superare Irvine finisce dritto per dritto nelle barriere di protezione poste alla curva Stowe. L’impatto causato da un problema di una vite di spurgo sulla Ferrari del tedesco causa a Schumi la frattura di Tibia e Perone che lo porterà a rimanere fermo per 3 mesi.

L’incidente di Schumi a Silverstone

LA SECONDA METÀ DI STAGIONE E IL MONDIALE RIAPERTO

La frase di Irvine post GP di Australia si è rivelata una profezia. Tuttavia con il forfait di Schumi i sogni iridati della Ferrari si erano spenti quasi del tutto, anche perché nessuno credeva in un possibile rientro nella lotta iridata di Irvine, che per giunta sembra destinato a lasciare Maranello a fine stagione in favore di Rubens Barrichello.

A sorpresa però Irvine vince le gare in Austria e in Germania e vola a +8 su Hakkinen. Successivamente conquisterà un podio in Ungheria e un 4° e 6° posto rispettivamente a Spa e Monza e a tre gare dalla fine Irvine e Hakkinen sono appaiati in vetta com 60 punti ma anche Frentzen con la Jordan a 50 e Coulthard con l’altra McLaren a 48 sono in lotta per il titolo.

Tra l’altro nel weekend del Gp d’Italia arriva anche l’ufficialità di Barrichello alla Ferrari a partire dal 2000, sancendo così la separazione tra Irvine e il Cavallino, con Eddie che si appresta a firmare per la Stewart, che dalla stagione successiva si trasformerà in Jaguar.

Nel Gp di Europa Frentzen e Coulthard si ritirano e compromettono così la corsa al titolo ma la Ferrari commette un clamoroso errore al pit stop di Irvine dimenticando una gomma dentro il box e compromettendo la gara del buon Eddie che finirà 7° con Hakkinen 5° che si prende 2 punti pesantissimi in chiave iridata

Il clamoroso errore al box Ferrari nel GP d’Europa

IL RIENTRO DI SCHUMACHER E IL CONTROVERSO FINALE DI STAGIONE

Per le ultime due gare della stagione Michael Schumacher torna alla guida della Ferrari con l’insolito ruolo di gregario in favore del compagno di squadra Eddie Irvine.

Nel nuovo circuito di Sepang la Ferrari fa doppietta con il Kaiser che cede la vittoria a Eddie in modo tale che si possa presentare a Suzuka con 4 punti di vantaggio su Hakkinen.

La vittoria in Malesia però viene in un primo momento revocata al team di Maranello a causa di deviatori di flusso al limite del regolamento, che però alla fine risulteranno legali con conseguente riassegnazione della vittoria al cavallino.

Per non incorrere in penalità però la rossa non porta aggiornamenti a Suzuka e ciò va sfavore di Irvine.

Infatti nelle qualifiche il nordirlandese sarà solo 5° , ma Schumacher ottiene la pole davanti ad Hakkinen.

Al via del Gp però sarà il finlandese ad avere uno spunto migliore e prendersi il comando della gara. Irvine rimonta fino al 3° posto ma davanti a lui Schumacher è troppo distante per raggiungere Hakkinen e il muretto della Ferrari gli ordina di non spingere al limite per evitare un ritiro che poteva costare anche la perdita del mondiale costruttori.

Finisce così il mondiale del 1999 con Mika Hakkinen che per soli due punti si riconferma campione davanti a Eddie Irvine, con la Ferrari che si ‘consola’ riportando a Maranello il mondiale costruttori dopo 16 anni.

A distanza di 23 anni quel finale di mondiale è però avvolto nel mistero. In tanti pensano che a Maranello abbiano voluto perdere di proposito quel titolo piloti, in quanto hanno speso tanto per costruire un team intorno a Schumi e alla fine a spezzare il lungo digiuno ci stava per pensare il buon gregario Eddie Irvine, che ha avuto l’occasione della vita.

Tutto ciò è messo in evidenza anche dall’errore al pit-stop al Nurburgring e dallo stesso Irvine che anni dopo dichiarerà che la Ferrari dopo il Ko di Schumi a Silverstone era già proiettata al 2000 e i collaudi che venivano era solo per fare vedere che stavano aiutando il buon Eddie nella corsa al titolo. Infine anche i mancati aggiornamenti a Suzuka sono un mistero, perché ufficialmente solo su Irvine non sono stati montati, ma della vettura di Schumi non si sa nulla. Eddie chiese a Ross Brawn se sulla vettura di Michael fossero stati montati, ma non ha mai avuto una risposta.

Tra difese e parole al veleno la verità sta sempre nel mezzo, l’unica certezza è che Irvine quel pomeriggio ha perso la grande occasione della sua vita.

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