Correva il giorno 30 settembre 2001: “Se famo il terzo vengo sotto a curva”

Published by

on

Carlo Mazzone, romano e romanista, rimarrà a lungo nella storia del calcio italiano per il suo ruolo da allenatore con il quale detiene il record di panchine in Serie A a quota 795, ma anche grazie ad un carattere ironico, sanguigno, spontaneo, diretto, passionale e genuino con il quale è riuscito ad essere una figura di riferimento per come giocatori come Baggio, Totti e Antognoni. Dal 1968 al 2006 ha guidato 13 squadre italiane senza vincere molti trofei, ma lasciando il segno ovunque sia andato partendo dall’Ascoli, arrivando fino al Livorno e passando per Fiorentina, Bologna, Napoli, Cagliari, Roma, Brescia e altre. Proprio nel club lombardo tra il 2000 e il 2003 ha passato anni importanti in cui è anche entrato nella storia iconografica della Serie A con la corsa sotto la curva dell’Atalanta in un derby finito con un rocambolesco 3-3.

UN DERBY PIENO DI TENSIONI: BAGGIO E MAZZONE MANDANO IN VISIBILIO BRESCIA

File: Serie A 2001-02 – Brescia vs Atalanta – Carlo Mazzone.jpg – Wikipedia

La quinta giornata della Serie A 2001/02 mise in scena il derby lombardo tra Brescia e Atalanta. Le ‘Rondinelle’ trascinate da Baggio avevano in tasca già 4 punti mentre i bergamaschi erano fermi a due dopo 3 sconfitte e una vittoria (si assegnavano ancora due punti a vittoria) nelle prime quattro giornate.
Roberto Baggio al 25′ sblocca il risultato, ma la ‘Dea’ dopo soli 5 minuti riesce a ribaltarla grazie alle reti di Sala e Doni. Gianni Comandini nel finale di primo tempo trova anche la terza rete che porta i bergmaschi a +2. Il secondo tempo inizia con i cori della curva bergamasca che cantava e festeggiava senza risparmiare cori contro Brescia, Baggio e Mazzone, con quest’ultimo visibilmente infastidito. Il talento del ‘Divin Codino’ andava però oltre il tifo avversario e al 75′ è proprio lui a riaprire la partita trovando la rete del 2-3.

Con un quarto d’ora ancora a disposizione esce fuori tutto l’estro del tecnico romano che rivolgendosi alla curva avversaria esclama una profezia: “Se famo il terzo vengo sotto a curva“. La partita stava per concludersi ma al 92′ è sempre il ‘Divin Codino’ a incaricarsi di una punizione che vale l’ultima occasione per i padroni di casa. Quella di Baggio è una parabola morbida a metà tra un tiro e un cross che va verso la porta. La leggera deviazione di Rinaldi nella propria porta spiazza Taibi che vede il pallone insaccarsi e Baggio siglare la tripletta che vale il 3-3. Il popolo bresciano è in delirio e il tecnico delle ‘Rondinelle’ come promesso scatta verso la curva avversaria in una corsa divenuta subito storia nonostante l’espulsione ricevuta da Collina con conseguenti 5 giornate di squalifica “in uno di quegli eccessi umani, comprensibili che produce il calcio. E questo è positivo” come descritto da Luigi Corioni, presidente del Brescia dal 1992 al 2014.

Una lettura perfetta perché questa corsa di un uomo di 65 anni che sentì come una liberazione un semplice pallone entrare in una porta e scattare verso gli avversari col pungo alzato in segno di una sfida lanciata e vinta grazie al proprio pupillo. Cesare Zanibelli, dirigente accompagnatore dei bresciani fu l’unico che provò a fermarlo (confessò a posteriori che che provò a placcarlo ma gli venne da ridere fallendo nella propria missione) ma il tecnico gli sfuggì regalando ad ogni amante del calcio un momento irripetibile, istintivo, passionale, sincero per certi versi romantico mettendo la faccia in difesa del popolo che rappresentava. La fotografia di un calcio che forse non esiste più. Un calcio in cui i milioni non dominavano mentre la passione e il cuore erano a farla da padrone.

Continuate a dirci che è solo uno gioco…

Lascia un commento