Correva il giorno 25 settembre 1988: I “cavalieri delle acque” conquistano l’oro a Seoul!

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È il 1988, in Corea del Sud, a Seoul, si sta disputando la XXIV edizione delle Olimpiadi. Correva il giorno 25 settembre e l’orologio, nella penisola asiatica, segnava le ore 10.50.

È il turno del canottaggio e da disputare vi è la finalissima del “due con”.

Per l’Italia, a scendere in acqua, sono i fratelli Abbagnale, Carmine e Giuseppe, guidati dal timoniere Giuseppe Di Capua. L’equipaggio azzurro è visto come favorito nella corsa all’oro, considerati i risultati delle precedenti edizioni, ma nazioni come Germania dell’est e Gran Bretagna non vogliono di certo fare solo da comparse in questa finale olimpica.

IL CAMMINO VERSO LA FINALE

Sin dalle batterie, l’equipaggio italiano si presenta come favorito per l’oro. Il tempo dei fratelli Abbagnale, già nel primo turno di qualificazione, si presenta velocissimo e viene avvicinato solo dall’equipaggio inglese, principale rivale degli azzurri per la medaglia del metallo più pregiato.

In semifinale i canottieri italiani abbassano ancora il riferimento cronometrico, abbattendo il muro dei 7 minuti. Nella stessa semifinale, anche l’equipaggio tedesco scende sotto questa barriera, qualificandosi così all’ultimo atto come possibile sorpresa in quella che sembrava essere una corsa a due tra Italia e Gran Bretagna.

LA FINALE

Si arriva quindi al 25 settembre, è il giorno della finale. Una finale che sarà un monologo azzurro, un monologo dei fratelli Abbagnale verso l’oro, pagaiata dopo pagaiata. Autori di una partenza impeccabile, in grado di staccare ogni altra imbarcazione e di prendere il largo sugli avversari. Conquistando così un vantaggio da gestire per il resto della gara. Un vantaggio amministrato alla perfezione, con la difesa dai britannici prima e dalla furibonda rimonta tedesca nel corso degli ultimi 250 metri. Giuseppe e Carmine Abbagnale conquistano l’oro e portano, ancora una volta, l’equipaggio italiano sul tetto olimpico, quattro anni dopo aver ottenuto lo stesso risultato a Los Angeles, la coppia di canottieri di Napoli si conferma implacabile entrando nella storia dello sport, italiano e mondiale.

A marchiare le imprese dei fratelli Abbagnale furono, anche, le telecronache di Giampiero Galeazzi. Il cronista Rai che riuscì a trasmettere a tutti i telespettatori, anche a chi, questo di questo sport non ne aveva mai masticato, la propria passione e ammirazione per il canottaggio e per i fratelli Abbagnale. Appassionando chiunque alle straordinarie imprese dei canottieri italiani. Accompagnando Giuseppe e Carmine, parola dopo parola, metro dopo metro, alla conquista degli ori olimpici.

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