Correva il giorno 10 agosto 1973:nasceva Javier Zanetti,uomo e capitano sia dentro che fuori dal campo.

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Correva il girono 10 agosto 1973: nasceva Javier Zanetti, uomo e capitano sia dentro che fuori dal campo.
49 lunghi anni fa nasceva Javier Adelmar Zanetti, esterno infaticabile destinato a scrivere la storia dell’Inter e della Serie A.
Abile nel recupero palla e nella corsa,Javier mostrò per tutta la sua carriera una spiccata forza fisica combinata ad una resistenza fuori dai parametri. Iconiche infatti le sue galoppate sulla fascia al 90’ inoltrato dopo un’ora e mezza di corsa per difendere la sua amata maglia nerazzurra.

GLI INIZI


Cominciò ad amare il pallone sin da piccolo, e dopo esser stato scartato dalla squadra che lui stesso tifava,i ‘Diablos Rojos’,ebbe l’opportunità di emergere nelle giovanili del Talleres. Da lì che prese il vezzeggiativo di “Pupi”.
Le ottime prestazioni gli fecero fin da subito scalare le gerarchie,tanto da esordire a 19 anni in prima squadra nella terza giornata di Primera B.
Un anno dopo,fece l’esordio in prima divisione con il Banfield,che lo acquistò per 160 mila dollari. Vestì la 4,numero dal quale non si allontanerà più.

APPRODO ALL’INTER


Nella primavera del 1995 inizia una delle storie d’amore più belle che la Serie A abbia mai conosciuto.
“Primissimo allenamento,facciamo possesso palla. Lui non la perde mai,gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell’Inter.” (Giuseppe Bergomi).
Massimo Moratti lo acquista su suggerimento di Angelillo e il 27 agosto fa il suo esordio contro il L.R. Vicenza.
Attraversa diversi anni difficili,dove l’Inter resta nell’anonimato sia in campionato che nelle coppe europee,su cui gravò pesantemente la dolorosa sconfitta del 5 maggio 2002 e l’eliminazione l’anno dopo in semifinale di Champions contro i cugini del Milan.
L’arrivo di Mancini risollevò le sorti di Zanetti,che intanto aveva cominciato a indossare la fascia di capitano,e la sua Inter.
La stagione 2004-05 segnò il ritorno alla vittoria,con la conquista della Coppa Italia e successivamente della Supercoppa ai danni della Juventus. Inoltre,lo scandalo di calciopoli consegnò lo scudetto nelle mani dei nerazzurri.
Nonostante il ritorno alla vittoria e i 3 scudetti consecutivi,Mancini non fu riconfermato sulla panchina della ‘Beneamata’.
Da qui,un triennio che porterà l’Inter a dominare in Italia,ma soprattutto in Europa,con l’arrivo alla Pinetina di Josè Mourinho.
L’allenatore di Setùbal vinse subito la Supercoppa,con il rigore decisivo segnato proprio da Pupi.
Ma fu l’anno successivo,la stagione 2009-10,a far entrare l’Inter nella leggenda.
In 17 giorni,Zanetti e Co. Collezionarono nell’ordine Coppa Italia,Scudetto e la tanto amata Champions League,alzata a due mani da Pupi nella notte del Bernabeu,dopo un 2-0 al Bayern Monaco.
“Al termine della finale di Champions,dopo i festeggiamenti,quando ho portato la Coppa nello spogliatoio,l’ho appoggiata a terra e le ho detto: ‘Ti inseguivo da tanto e ora finalmente sei tra le mie braccia’. E’ stato uno dei momenti più emozionanti della mia carriera”.
Il coronamento di una carriera straordinaria si era appena compiuto,dopo 45 anni la coppa dalle grandi orecchie riprendeva la via di Appiano Gentile,con Javier in prima fila,artefice di una cavalcata trionfale.
L’ultimo gol della sua carriera lo siglò proprio in quell’anno,dove aiutò la squadra a conquistare il Mondiale per Club,segnando in semifinale al Seongnam.

RECORD INFRANTI ED IL RITIRO


Nessun trofeo negli ultimi anni della sua carriera,dove l’Inter iniziò la sua lenta discesa,ma durante i quali infranse diversi record.
Diventò il calciatore più presente nella storia dell’Inter,nonché il più presente nei derby di Milano.
Il 21 aprile 2013, contro il Parma, raggiunse le 1 100 presenze in carriera consolidando il quarto posto tra i calciatori con più presenze della storia.
Una settimana più tardi riportò la rottura del tendine d’Achille, che chiuse la sua stagione.
Tornò in campo dopo 7 mesi, nella stagione 2013-14: rientrò infatti in campo a 40 anni e 3 mesi, nella partita del 9 novembre 2013 vinta per 2-0 contro il Livorno. Disputò la sua ultima gara il 18 maggio 2014, in occasione della sconfitta sul campo del Chievo.
Essendosi ritirato a 40 anni e 281 giorni, è nella top ten dei giocatori più anziani ad aver mai calcato i campi di Serie A.
“Ho sognato di chiudere la carriera con l’Inter,la mia casa,ed è un orgoglio poterlo fare.”

FINALE


Ha dimostrato sempre valori che vanno ben oltre l’essere un uomo squadra ed un capitano. E’ stata una delle ultime bandiere del nostro calcio,insieme a Maldini,Totti e Del Piero.
Il suo altruismo e la sua generosità l’ha contraddistinto fuori dal campo,come dimostra il suo impegno nel sociale. Nel2002, insieme alla moglie Paula, ha creato la Fonazione P.U.P.I., organizzazione no-profit che si occupa di fornire il necessario sostegno economico ai bambini disagiati, e alle loro famiglie, nella zona di Buenos Aires.[…]
“Zanetti? E’ difficile trovare una parola per lui,perché è un grande esempio in campo e fuori e noi argentini dobbiamo essere orgogliosi di lui,perché ha fatto la storia di questo club.” (Diego Milito)
Solo stima per un grande campione,dentro e fuori dal campo,che ha fatto la storia dell’Inter e del calcio italiano.
Buon compleanno,Pupi.

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