30 anni fa il Settebello sconfiggeva i padroni di casa della Spagna nella finale olimpica.

E’ il 1992 e l’Italia non sale sul gradino più alto del podio in una rassegna a 5 cerchi da Roma 1960, uno dei motivi per cui i pronostici non vanno nella nostra direzione.
La Jugoslavia è tempestata dalle guerre civili ed è senza dubbio un’assenza di peso vista la grande tradizione slava, con la Spagna che davanti al proprio pubblico è la grande favorita di questa edizione. Le Furie Rosse oltretutto si presentano con uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, paragonato a Maradona e Michael Jordan: stiamo parlando di Manuel Estiarte.
Al Settebello non mancano affatto talenti, ma negli anni precedenti il dominio delle due squadre sopracitate ha messo da parte la nostra nazionale, tanto da essere considerata inferiore ad Ungheria, Stati Uniti e Comunità Degli Stati Indipendenti, ossia l’ex Unione Sovietica.
La nostra rosa vanta ben 6 napoletani (Francesco e Giuseppe Porzio, Fiorillo, Silipo, D’Altrui, Gandolfi) a conferma dell’ottima scuola partenopea, ai quali si aggiungono poi l’attuale CT azzurro Sandro Campagna ed il portiere Francesco Attolico, per citarne alcuni.
E’ doveroso spendere due parole anche per l’allenatore, Rakto Rudic, colui che fece la storia nella Penisola Balcanica ripetendosi poi col Settebello, con il quale cominciò a lavorare dal 91′. Un rivoluzionario, capace di imporre la propria filosofia dappertutto malgrado i malumori iniziali.
Rakto Rudic
IL GIRONE DELL’ITALIA
Nel raggruppamento degli azzurri sono presenti anche Spagna ed Ungheria, con la gara d’esordio che vede proprio i magiari opporsi alla squadra di Rudic.
Il Settebello si mantiene ad una rete di vantaggio per tutta la durata del match ma subisce il sorpasso proprio nell’ultimo quarto. Siamo in grado di pareggiare i conti grazie alla marcatura di Gandolfi, autore di una tripletta e uomo chiave di questa nazionale.
Subire una sconfitta al primo scontro sarebbe potuto costare caro, sebbene le insidie non siano finite.
Nel secondo match troviamo un risicato successo sull’Olanda, 6-4, squadra contro la quale sarebbe stato necessario segnare più gol per arrivare alla fine della fase a gironi con una significativa differenza reti.
Non riusciamo a spiccare nemmeno contro Cuba, ma grazie alla sconfitta ungherese contro la Spagna rimaniamo momentaneamente avanti ai magiari in graduatoria.
Il salto di qualità avviene proprio contro i padroni di casa, che non vanno oltre al pareggio e ci consentono di mettere un piede in semifinale. La conferma dell’approdo tra le prime quattro arriva inevitabilmente all’ultima sfida del raggruppamento contro la Grecia.
In semifinale ci attende poi l’ex Unione Sovietica e ne viene fuori una partita combattutissima. Se nelle precedenti sfide i trascinatori azzurri erano stati i vari Gandolfi, i fratelli Porzio oppure Silipo, nel penultimo atto è Alessandro Campagna a prendere in mano la squadra con una tripletta fondamentale per l’accesso alla finalissima.
Nuovo brivido, nuovo trionfo: 9-8 il risultato al termine dei quattro parziali.
LA FINALE

Pic by: IspirazioneSportiva.com
Domenica 9 agosto 1992, ultimo giorno della XXV edizione dei Giochi Olimpici.
A Barcellona Italia e Spagna si contendono un oro dal valore inestimabile per entrambe le formazioni. Al match sono presenti persino il Re Juan Carlos ed il Principe Felipe, oltre alla spaventosa spinta del pubblico.
Gli iberici subiscono la pressione dei favoriti e si trovano sotto nel punteggio 4-1 nel secondo quarto e 6-3 nel terzo. Gli ultimi 8′ tuttavia sono quelli della rivalsa, con i padroni di casa che si portano inizialmente ad una sola marcatura di distacco, pareggiando poi i conti a pochi secondi dalla fine grazie alla rete di Oca, complice una disattenzione difensiva azzurra. Il regolamento prevede la disputa di due tempi supplementari da 3 minuti ciascuno, andando avanti ad oltranza qualora la parità persistesse.
Nel primo tempo il punteggio rimane bloccato sul 7-7, ma nel secondo è il solito Estiarte a portare avanti la Spagna con un rigore. Oltretutto lo stesso giocatore dichiarò di averlo tirato diversamente dal solito: ovvero in alto a sinistra.
L’Italia non si scompone e a venti secondi dalla fine Ferretti centra lo specchio della porta e rimanda la festa spagnola. La partita prosegue fino al sesto tempo supplementare, con D’altrui che in una delle ultime azioni trova il sopracitato Ferretti. il centroboa subisce fallo e serve Gandolfi, capace di infilare il portiere avversario con grande freddezza e consegnare l’oro al Settebello.
30 anni fa L’italia vinceva l’oro olimpico nella pallanuoto.

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