Correva il giorno 29 luglio 1996: Jury Chechi vince l’oro ai Giochi Olimpici di Atlanta

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26 anni fa, nella notte tra il 28 ed il 29 luglio, il “Signore degli Anelli” saliva sul gradino più alto del podio al Centennial Olympic Park di Atlanta.

Pic by: Fanpage

56 secondi di religioso silenzio spezzato poi dalle grida euforiche del telecronista Rai Andrea Fusco non appena completata l’impeccabile chiusura. Così Jury Chechi consegnò alla ginnastica del Bel Paese la medaglia d’oro 32 anni dopo quella di Franco Menichelli nel corpo libero.
Grazie all’altissimo punteggio ottenuto, 9.887, il ginnasta toscano ha coronato il sogno di diventare campione olimpico in una carriera composta da tanti successi quanti infortuni.

DA PRATO AI GIOCHI OLIMPICI

Nasce a Prato nel 69′ e viene registrato con tale nome per via delle simpatie del padre nei confronti di Jurij Gagarin, il primo cosmonauta a volare nello spazio. Sin da piccolo sembra dare l’impressione di essere portato per la ginnastica, tanto che all’età di 7 anni viene iscritto alla palestra Etruria del capoluogo di provincia toscano, nella quale viene seguito dal maestro Tiziano Adofetti.

Quando, all’età di cinque anni, ho eseguito il mio primo tsukahara alzandomi dal letto per andare all’asilo, la mia famiglia ha intravisto per me una luminosa carriera ginnica. Per questo motivo, dopo vari lampadari staccati, divani sfondati e alcune crisi isteriche di mia mamma, sono stato portato, all’età di sette anni, alla palestra Etruria di Prato, dove ha avuto inizio la mia carriera sportiva sotto la guida esperta di Tiziano Adofetti.

Jury Chechi

Nel 77′ vince il suo primo Campionato Regionale per poi trasferirsi nel 1984 a Varese, specializzandosi negli anelli. Con Bruno Franceschetti comincia la preparazione in vista dei giochi di Seoul, edizione nella quale l’azzurro arriverà sesto. Nell’annata successiva ottenne il bronzo alla prima apparizione in una rassegna iridata, ma non tardò ad arrivare nemmeno il primo dei 4 titoli europei, conquistato nel 90′.
Nel 1991 l’azzurro raggiungerà i massimi storici conquistando 5 ori ai Giochi del Mediterraneo in aggiunta ad un ulteriore bronzo mondiale, prospettando una splendida Olimpiade in quel di Barcellona.

Durante il ritiro della nazionale a Porto San Giorgio, ad un mese dall’evento, arriva una notizia sconvolgente: “rottura sottocutanea del tendine di Achille del piede destro per Jury Chechi”.
3 mesi di stop ed operazione per un infortunio che 24 anni prima costò a Franco Menichelli la fine della carriera.

Vola in Catalogna come commentatore, tornando poi a gareggiare nel 93′ vincendo il suo primo dei cinque titoli mondiali, traguardo che gli valse il soprannome di “Signore degli Anelli”.
Prima di lui vennero battezzati a tal modo persino il bulgaro Jovtchev e il greco Tampakos.

Pic by: ilgiornale.it

Ad Atlanta è un intero popolo a sostenere il ginnasta, che con 9.887 si aggiudicò l’oro.
Nel 97′ si ritrova ad aver vinto qualsiasi competizione e probabilmente – per una mancanza di stimoli – annuncia il ritiro.

Nel 99′ Chechi torna ad allenarsi e quando mancano 2 mesi dall’edizione di Sydney riporta in allenamento la rottura del tendine del bicipite brachiale sinistro. Conseguenze gravissime: operazione, immobilizzazione del braccio per 30-40 giorni e carriera finita.
Bissare l’oro olimpico in terra australiana sembrava alla portata del nostro ginnasta, che a mente fredda dichiarò espressamente: “potevo farcela”.

Il Signore Degli Anelli non venne fermato nemmeno dal fato e nel 2003 tornò a riprendere gli allenamenti. Il padre era stato colpito da una grave infezione batterica, così il toscano gli promise che si sarebbe preparato ad Atene 2004 qualora lui fosse guarito.
L’epilogo fu il seguente: l’azzurro mantenne la promessa e – dopo essere stato il portabandiera della spedizione italiana – vinse addirittura la medaglia di bronzo, chiudendo in maniera eroica la propria carriera.

TV E POLITICA

Da allora Chechi è divenuto opinionista e commentatore in varie gare di ginnastica artistica, senza dimenticare i ruoli politici alla quale ha preso parte l’azzurro. In primis la candidatura alle primarie del Partito Democratico a Savona nel 2007, oltre all’elezione negli anni novanta nel consiglio comunale di Prato. Per finire fu consigliere del sindaco Roberto Cenni per sport e politiche giovanili nel 2009.


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