
È il 20 luglio 2008, la MotoGP fa tappa in California, in uno dei circuiti più iconici, particolari e divertenti del motomondiale: Laguna Seca.
Nella calda notte italiana a scendere in pista è, come da tradizione, solo la classe regina, la MotoGP e gli appassionati di motorsport sono in trepidante attesa di vedere i semafori spegnersi e la corsa iniziare.
LA PARTENZA
Casey Stoner, autore di un tempo da capogiro il sabato, scatta dalla prima casella precedendo Valentino Rossi e Nicky Hayden. Dalla seconda fila invece parte Jorge Lorenzo.
È proprio il maiorchino ad essere protagonista del primo colpo di scena della gara: poco dopo il via, infatti, il pilota Yamaha cade ed abbandona la possibilità di giocarsi le proprie chance di vittoria.

La gara assume così una fisionomia ben precisa, con due piloti, Casey Stoner e Valentino Rossi a dominare e tutti gli altri ad inseguire, anche se da lontano. I due prendono il largo sin dai primi giri nonostante la bagarre sia da subito accesissima.
IL SORPASSO AL ‘CAVATAPPI’
Già nel corso del quarto passaggio Rossi tira fuori il coniglio dal cilindro e inventa un sorpasso dove mai nessuno aveva azzardato. Il 46 si infila al ‘Cavatappi’ (un tratto della pista che scende andando a formare una S). Qui Rossi prova il sorpasso, prendendosi un rischio enorme, passando sul cordolo e appoggiando le ruote sulla parte interna, completamente sterrata, della curva. Una manovra tanto rischiosa ed aggressiva quanto bella ed iconica, perché nessuno ci aveva mai provato e forse nemmeno mai pensato, se non ai videogiochi. Un sorpasso che ancora oggi rimane tra i più belli della storia. Un’idea folle di un pilota altrettanto folle da cui diversi altri hanno poi preso spunto, senza però riscuoterne, per diverse motivazioni, lo stesso apprezzamento.

L’ARRIVO CON VITTORIA
Quest’iconica manovra è però solo l’inizio di una battaglia senza esclusione di colpi che si protrarrà tra Rossi e Stoner fino a 9 giri dal termine, quando il pilota Ducati commetterà un errore, uscendo di pista e cadendo, consegnando di fatto la vittoria al Dottore.
Valentino Rossi taglia così il traguardo per primo andando a conquistare una delle vittorie che gli porteranno, a fine stagione, l’ottavo titolo in carriera. Al secondo posto, nonostante la caduta e riuscendo a mantenere ben 13 secondi di vantaggio sul terzo classificato, arriverà Casey Stoner, a dimostrazione dell’imbarazzante superiorità dimostrata dai due piloti nel corso di tutta la gara. Sul podio, per completare la statistica, anche Vermuelen con Suzuki.

14 anni fa andava in scena una delle gare più iconiche dell’era moderna, una battaglia sanguinaria tra i due talenti più cristallini che questo sport abbia mai visto guidare una moto. Una bagarre che racconta alla perfezione la rivalità tra Rossi e Stoner, ma soprattutto la superiorità dei due sul resto dei piloti, su coloro che all’epoca hanno fatto da cornice ad uno dei quadri più belli di sempre.
Un quadro impreziosito dalla perla, dall’estro, dalla sregolatezza, dalla follia di colui che è stato, è ancora e sarà per sempre l’essenza del motociclismo e della MotoGP. Da colui che ha saputo pennellare, a modo suo, anche sull’asfalto (e non solo) Californiano.
14 anni fa Valentino Rossi dimostrava, ancora una volta, di essere il migliore di sempre.

Lascia un commento