
27 anni fa chiudeva gli occhi sul mondo uno tra i più vincenti piloti della storia della Formula Uno. Per chi non è addetto ai lavori o semplicemente per chi segue la formula uno da poco tempo, il nome di Juan Manuel Fangio può sembrare un nome qualsiasi. In realtà, dietro questo nome si intrecciano talento e sfortuna, passione e fame, ma soprattutto si cela un signor corridore che ha fatto la storia dello sport che tanto ci piace ed appassiona.
LA PASSIONE PER I MOTORI
Papà italiano emigrato in Argentina, attratto dalle possibilità del Terzo Mondo, e mamma argentina purosangue, Fangio nasce a Balacarce, a sud di Buenos Aires nel 1911.
A quel tempo la Formula Uno non esisteva ancora, ma la passione del futuro cinque volte campione del mondo non tarda a manifestarsi. E’ solo ancora un ragazzino quando il padre decide di portarlo con sé in officina e da quel giorno le macchine, l’odore della benzina, gli pneumatici diventano il suo pane quotidiano. Tutto ciò, seppur ancora inconsciamente, è servito a formare il pilota che sarà: un pilota preciso, serio, conoscitore della macchina e tutto quello che ne consegue come pochi altri.

PRIMA DELLA FORMULA UNO…
La sua carriera come corridore inizia nel 1936 non sotto i migliori auspici, ciononostante, nel 1940, alla sua prima apparizione in una gara di spessore, il Gran Premio Internacional del Norte, riesce a vincere con una Chevrolet coupé, macchina che custodirà fino al giorno della sua morte nel suo garage.
Sette anni dopo riesce nell’impresa di vincere una gara al volante di una monoposto al Gran Premio di Rosario, e sarà solo la prima vittoria di tre vittorie quell’anno, risultato eguagliato anche l’anno successivo.
Tutti questi risultati lo hanno fatto notare in tutto il globo, tanto che nel 1949 si aggiudica 4 gare in Europa (Marsiglia, Sanremo, Pau, Perignan). Ma, ancora nessuno si poteva immaginare che questo fenomeno argentino sarebbe stato primo anche in quella nuova categoria, datata 1950, e chiamata Formula Uno.

…L’INIZIO IN F1 E I PRIMI MONDIALI
I risultati ottenuti, oltre ad un’immensa visibilità gli sono valsi anche il primo contratto con una scuderia di F1: l’Alfa Romeo. In quella prima stagione, Fangio vince tre gare su sette, ma il titolo gli sfugge di mano a Monza a causa di problemi al motore. Ad aggiudicarselo sarà il suo compagno Nino Farina.
Nel 1951, Juan Manuel non si perde d’animo, malgrado un titolo mondiale sfuggito all’ultima gara e la beffa di veder vincere il proprio compagno ai box: vince subito la prima gara della stagione, in Svizzera e si ripete in Francia, alla terza uscita stagionale.
Non vincerà altre gare, tranne quella decisiva. L’ultima, in Spagna. Si arriva a Barcellona, circuito Pedralbes, con Ascari che ha una mano e mezza sul titolo, ma una strategia sbagliata da parte della Ferrari, consente a Fangio di vincere la sua terza gara stagionale nonché il suo primo mondiale.
Nel 1952, firma con Maserati, al seguito del ritiro dell’Alfa Romeo dalle corse. Nonostante questo cambio di scuderia, quest’anno viene ricordato di più per l’incidente di Monza che per altro: quell’anno, infatti, il fenomeno argentino dopo aver guidato tutta la notte, arrivò in griglia un’ora prima del via. Il misto tra stanchezza unito al bisogno di rimontare (non avrebbe dovuto prendere parte alla corsa, ma i suoi colleghi acconsentirono e partì ultimo) giocarono un brutto scherzo al pilota: perse il controllo alla prima Lesmo e si cappottò. Ne uscì con una frattura alla vertebra cervicale.
Nel 1953, scende in pista con l’obiettivo di rifarsi e di ritornare a vincere il titolo, ma al termine della stagione si piazzò secondo, dietro alla Ferrari di Ascari.
L’anno successivo firma con la Mercedes, (anche se trionfa in Argentina ed in Belgio con Maserati dato che la macchina della Mercedes non era pronta) ed è in questa stagione che ritrova finalmente il sorriso: vince il secondo titolo mondiale, successo bissato anche a distanza di 12 mesi.

GLI ULTIMI TITOLI ED IL RITIRO
Nel 1956 abbandona Mercedes per accasarsi in Ferrari. Seppur un rapporto fatto più di bassi che di alti con la scuderia di Maranello, è pur sempre il miglior pilota del mondo e riesce a fare tripletta di mondiali consecutivi.
Nel 1957 si guadagna il quinto titolo mondiale al volante della Maserati, dimostrandosi il più eclettico corridore di sempre, in grado di vincere indipendentemente dalla macchina, nonostante i 46 anni di età.
Si ritirerà alla fine della stagione da padrone assoluto della categoria: 51 gare completate, 29 pole position totali, 24 vittorie e cinque titoli mondiali. Sono queste caratteristiche ad aver fatto di lui uno tra i piloti più vincenti della storia: detiene il record per la più alta percentuale di pole position, riuscendo a partire dalla prima casella per il 56% delle gare a cui prese parte. E’ stato inoltre il pilota più anziano ad aver vinto un titolo mondiale (46 anni e 41 giorni). Deterrà, inoltre, il record per il maggior numero di titoli mondiali vinti fino a quando Sua Maestà Michael Schumacher, e Lewis Hamilton riusciranno nell’impresa di eguagliarlo e superarlo fermandosi, per ora, entrambi a quota sette.
Dopo il ritiro tornerà a vivere nella sua tanto amata Argentina, e morirà nella sua città Balcarce il 17 luglio di 27 anni fa.


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