Correva il giorno 14 luglio 1988: nasce Conor McGregor, The Notorious

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Cosa ci fa amare lo sport, e i suoi protagonisti? La loro storia. Ognuno ha il proprio vissuto, e imparare da essi può essere una fonte d’ispirazione per chi ha un sogno da realizzare. E questo non fa altro che accrescere in noi una insensata voglia di provarci. D’altronde tentar non nuoce. Lo diceva anche un piccolo Conor Mcgregor, quando a 12 anni abbandonò il calcio per il ring. In una vita che lo aveva già ampiamente messo alle corde.

Ma lui, partito dal nulla, è riuscito a ritagliarsi uno spazio nella leggenda. Quel ragazzo, spesso vittima di bullismo per la sua corporatura, che ha seguito la strada del combattimento per difendersi da chi lo perseguitava. Si è chiuso in palestra, per inseguire il suo sogno, certamente, ma soprattutto per sfuggire a quella continua lotta per la sopravvivenza che il destino gli aveva riservato. Pochi soldi, poche speranze, e le difficoltà che si ammucchiavano giorno dopo giorno. Un Everest che solo pochi eletti possono scalare. Coraggio, abnegazione, spirito di sacrificio, non tutti li hanno. Ma è in questi momenti che un campione si esalta. E lui un campione lo è diventato.

Dalle 12 ore di turno come assistente idraulico, la paura di fallire, la mancanza di stimoli, i 188 euro di sussidio di disoccupazione con i quali si manteneva, fino al circuito MMA. I primi incontri amatoriali, e poi l’ascesa definitiva nell’elite, culminata con la clamorosa vittoria del titolo dei pesi piuma contro Jose Aldo, messo KO in soli 13 secondi interrompendo l’imbattibilità del brasiliano, e con la sconfitta inflitta al campione dei pesi leggeri Eddie Alvarez, vittoria che lo rende il primo nella storia a detenere due cinture contemporaneamente. Potenza, agilità e grande efficacia, caratteristiche che si uniscono ad una versatilità e una varietà di combattimento che hanno riscritto le regole del gioco, rendendo Mcgregor il The Notorious che tutti conosciamo.

Non solo nel poligono, ma anche fuori. Forse il suo più grande nemico è proprio sé stesso, la sua indole, la rabbia che ha accumulato durante la sua vita. Numerosi gli episodi controversi che lo vedono protagonista, e che ne hanno rivalutato la reputazione. Un genio che, come tanti, si è lasciato trascinare nel vortice della sregolatezza.

Non ci resta che fare gli auguri ad una leggenda di questo sport, nonché il perfetto esempio di perseveranza che, tornando alla domanda iniziale, ci fa amare lo sport e i suoi protagonisti. Tanti auguri Conor Mcgregor!

 

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