Correva il giorno 13 luglio 1918: nasce Alberto Ascari

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Di Ascari oggi rimane la curva a lui dedicata all’autodromo di Monza e il ricordo dell’ultimo campione del mondo italiano di F1, nei lontani 1952 e 1953. Figlio d’arte, infatti è stato il padre, pilota degli anni venti, a trasmettergli la passione per i motori, che lo ha fatto diventare una leggenda.

LA SUPERSTIZIONE

Nell’ambiente della F1 era conosciuto come il superstizioso e abitudinario perché usava sempre le stesse scarpette, guanti e il suo inseparabile casco azzurro, era infatti molto superstizioso. Nel 1955, dopo lo scampato incidente di Montecarlo dove si ferì solo al setto nasale, provò la Ferrari 750 a Monza. Volle fare solo 3 giri al volo, non era nemmeno previsto che lui andasse in pista, infatti guidò con abiti borghesi e non con il suo solito completo. Al terzo giro la macchina sbanda e si ribalta schiacciando Ascari a terra, inutili i soccorsi. È morta una leggenda di questo sport, l’ultimo italiano ad aver vinto il titolo iridato, chissà per quanto lo resterà.

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