Correva il giorno 12 Luglio 1998: Francia-Brasile 3-0

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I Blue si laureano campioni del Mondo per la prima volta

È il 18 Maggio 2018, ai microfoni di France Blue, l’ex attaccante bianconero Micheal Platini spiazza tutti affermando che i gironi dei Mondiali di Francia ’98 furono pilotati, una sorta di manovra per fare in modo che la detentrice del torneo (Brasile) e i padroni di casa (Francia) passando rispettivamente i gironi da prima in classifica si potessero incrociare solamente in finale.

Infatti fu proprio così.

Inutile a dire che Francia-Brasile era la finale che ogni appassionato di questo sport avrebbe voluto vedere. Infatti nelle file francesi militavano giocatori del calibro di Barthez, Thuram, Djorkaeff e il talento di Zinedine Zidane. Quest’ultimo aveva un eleganza palla al piede impressionante, tecnica, velocità, visione di gioco, era il centrocampista che tutte le big europee avrebbero voluto avere nella propria squadra, nei verde-oro invece c’erano giocatori del calibro di Roberto Carlos, Cafu, Edmundo e Ronaldo, che, a soli 21 anni aveva già gli occhi puntati di tutto il mondo, perché lui era la stella, era il giocatore più forte del momento, lui era ‘O Fenomeno’.

Il cammino

Le rispettive squadre non deludono i pronostici e passano entrambe il girone da prime in classifica. Però, entrambe le squadre soffriranno durante il cammino che le porterà in finale, infatti il Brasile superò abbastanza facilmente gli ottavi (4-1 contro il Cile) e i quarti di finale (3-2 contro la Danimarca), mentre in semifinale eliminò solamente ai calci di rigore l’Olanda. D’altra parte la Francia, pur avendo superato facilmente il girone a punteggio pieno, faticò nella fase eliminatoria, eliminando il Paraguay solo ai supplementari grazie ad un golden-goal di Blanc e l’Italia ai rigori, in quella partita ricordiamo Baggio che si gira e indica con le dita è uscita di tanto così, ma quella è un’altra storia. In semifinale, se la dovette vedere contro la Croazia, vera e propria rivelazione del torneo e grazie alla doppietta di Thuram (2-1 il risultato finale) riuscirono a strappare il pass per la finale.

Il mistero di Ronaldo

Ronaldo soffriva di una tendinopatia bilaterale al ginocchio sinistro: poche ore prima dell’epilogo contro la Francia, il Fenomeno accusò un malore, ma dopo un recupero lampo Ronaldo scese in campo regolarmente. Ma cosa è successo? Torniamo un attimo al pomeriggio di quel 12 luglio, sono circa le 14 e l’allenatore del Brasile, Zagallo al momento sta dormendo, pochi metri più in là, giornalisti, medici e tifosi affollavano la stanza del Fenomeno, tra il parapiglia generale alcuni diranno che sentirono più volte: “È morto, è morto, è morto..” , non si capisce cosa stia succedendo ed intanto Zagallo sta dormendo. Nel caos più totale il numero 9 viene caricato d’urgenza e portato alla Clinica Las Lilas e nessuno sente la necessità di avvisare Zagallo che infatti dichiarerà successivamente che intorno a quell’ora sentirà delle grida di ragazzini e pensava ad uno scherzo. Ma alle 17:30, il dottore Toledo bussa alla porta e inizia a raccontare tutto a Zagallo, e dirà che il Fenomeno difficilmente sarà disponibile per la gara.

Ma cosa è realmente successo al Fenomeno?

Il giorno dopo la finale, finalmente alcune dichiarazioni faranno luce sull’accaduto, Ronaldo aveva temuto di morire, per oltre trenta secondi è stato talmente male da avere addirittura le convulsioni, di essersi rovesciata la lingua e gli era finita in gola fino a mancargli il respiro, fin ad avere la bava alla bocca. Così raccontarono i suoi compagni di squadra. A fare scalpore fu anche la discesa per le scale dall’aereo il giorno seguente, Il Fenomeno tremava, barcollava, stava a malapena in piedi.

Perché scese in campo?

Inutile domandarsi perché in condizioni pietose, Ronaldo scese lo stesso in campo, alcuni pensano che sia stato obbligato da mister Zagallo, altri che c’entri lo sponsor Nike, invece fu proprio Ronaldo a dichiararsi pronto, che poteva giocare, che sarebbe stato ingiusto non fargli giocare l’atto finale.

L’atto finale

Sono le 20 e allo Stade de France vengono distribuite le distinte, Ronaldo è in panchina. Alle 21 però le squadre scendono in campo, e Ronaldo è lì, in campo, è pronto per giocare. Giocare per modo di dire, infatti sarà una lunga, lunghissima notte, zero accelerazioni, sguardo perso nel vuoto, il giocatore che tutti idolatravano è assente. Il Brasile paga a caro prezzo, è come se giocasse in dieci uomini, in campo c’è solo la Francia e con un secco 3-0 (doppietta di Zidane e Petit) si laureerà campione del Mondo per la prima volta.

Ma la domanda sorge spontanea, se Ronaldo fosse stato al meglio, sarebbe finita allo stesso modo? Io, ho i miei dubbi.

Sta di fatto che a più di vent’anni di distanza, rimane un mistero a cosa sia realmente accaduto al Fenomeno.

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