Correva il giorno 6 luglio 2008: Federer e Nadal scrivono la storia nella magica finale di Wimbledon.

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Il 6 luglio 2008, sul Centre Court di Londra, non è andata in scena una normale partita di tennis, ma uno degli incontri più spettacolari dello sport. È stato il 18^ esimo capitolo della saga Federer-Nadal, oltre che la 122^ finale dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club.

Al tempo il dominio di Federer sembrava essere totalmente infermabile. Si issò al numero uno del mondo dal 2 febbraio 2004 al 18 agosto 2008. In particolar modo si ebbe l’impressione che fosse imbattibile sul giardino londinese, tanto che vinse Wimbledon per 5 edizioni consecutive, dal 2003 al 2007 contando 59 vittorie di fila. In queste stagioni aggiunse anche 3 successi agli Australian Open, 4 agli US Open e 4 alle Finals. A 27 anni arrivò a quota 12 Slam, raggiungendo (quasi) colui che era visto inarrivabile: Pete Sampras e i suoi 14 major.

Dall’altra parte della rete, però, c’era un ragazzo spagnolo nato 5 anni dopo Federer di nome Rafael Nadal. Il mancino nativo di Manacor aveva – e ha- i punti di forza in grado di combinarsi perfettamente con i punti deboli dello svizzero. I più banali esempi sono le diagonali dritto Nadal-rovescio Federer, oppure il servizio esterno di Nadal sul rovescio di Federer.

Federer e Nadal nel prepartita di un match che sarebbe entrato nella leggenda.

Si presentarono alla finale di Wimbledon con Nadal avanti 11-6 negli scontri diretti, ma soprattutto avendo vinto gli ultimi tre scontri diretti a Montecarlo, Amburgo e Parigi. Improvvisamente la supremazia del Re sembrò più fragile ed esile. Allo stesso tempo Rafa stava monopolizzando il suolo rosso, a tal punto che nel 2008 aveva già vinto 4 dei suoi 14 Roland Garros. Nell’ultima edizione dell’Open di Francia non solo si limitò a battere Federer, ma lo umiliò lasciandogli appena 4 game in tutta la partita: 6-1, 6-3, 6-0.

Nadal, insomma, era pronto per estendere il suo dominio anche fuori dalla terra battuta. Prima di quel famoso 2008 aveva già giocato due finali a Wimbledon, entrambe perse con Federer. Nel 2006 venne battuto 6-0, 7-6, 6-7, 6-3. Nel 2007 si arrese solo al quinto set col punteggio di 7-6, 4-6, 7-6, 2-6, 6-2. Nella sua autobiografia “Mi Historia”, dichiarò:

“Mi sentivo il mondo addosso. Ero sicuro che fosse la mia ultima occasione per vincere Wimbledon.”

Un meraviglioso scatto del primo set della finale.

IL MOMENTO DELLA VERITÁ

Al momento della sfida decisiva, il percorso segnato dai primi due giocatori al mondo era quasi netto. Federer non lasciò per strada nemmeno un set, Nadal ne perse uno al secondo turno contro Gulbis.

La finale inizia alle 14:37 locali con un dritto lungolinea vincente di Nadal che ipnotizza Federer e il Centre Court. In 48 minuti lo spagnolo si porta avanti 6-4, e in altrettanti replica il punteggio portandosi due set a zero. Dal 1972, nella finale Cochet-Borotra, a Wimbledon non si vede una rimonta del genere. Roger Federer è chiamato all’impresa. Intimorito dallo spauracchio di Nadal inizia ad assaporare – e rifiutare – l’odore della sconfitta. Da quel momento la musica cambia radicalmente, perché Federe reagisce con l’orgoglio del campione vincendo al tiebreak il terzo e il quarto set.

Narra la leggenda che la rimonta sia stata spinta anche dalla moglie di Federer. Sul 5-4 del terzo set la pioggia interruppe la finale di Wimbledon riportando i giocatori negli spogliatoi. Lì Mirka stava aspettando il marito soltanto per urlargli queste parole:

“Sei Roger Federer, sei Roger Federer”

La finale di Wimbledon sarà dunque decisa al quinto set, dopo che Nadal è stato rimontato al tiebreak da 4-1 e 5-2 con due servizi seguiti da due championship point. Un doppio fallo e un rovescio in rete hanno rimesso nuovamente Federer in partita, che ha chiuso il parziale 10-8 grazie ad un errore di Rafa in risposta alla seconda.

Nadal, però, dimostra ancora una volta la sua forza da lottatore di prima categoria. Mai come in questa partita l’aspetto mentale ha avuto un’importanza sconfinata. In una situazione del genere il 99.9% dei giocatori si sarebbe scomposto, scosso da quel quarto set perso nonostante un livello di gioco estremamente alto. Nadal è rimasto lì a lottare:

“Rafa è di un’altra dimensione. È un guerriero che deve vincere, come un animale per cui è questione di vita o di morte. Non fui affatto sorpreso della reazione di Nadal nel quinto set.”

Federer riesce disperatamente a rimontare terzo e quarto set portando il match al quinto.

Al tempo Wimbledon usava ancora la sua regola classica: nel quinto set si andava ad oltranza, senza il tiebreak ci vogliono due game di vantaggio per vincere la partita. Il quinto set procede “regolare” – per quanto si possa sporcare questa definizione – fino al 7-7.  Sale in cattedra Nadal e cala Federer, che si trova sotto 15-40: se Rafa dovesse riuscire a convertire una delle due palle break andrebbe a servire per diventare campione. Dal canto suo il Re non ha ancora abdicato: ace e servizio/dritto, 40-40. Dopo un altro errore di dritto dello svizzero Nadal si procura un’altra palla break. Federer ancora una volta si rifugia nel servizio, una delle sue sicurezze nei momenti di difficoltà. Nel giro di pochi secondi, però, Nadal si prende il break grazie ad un dritto in rete e uno lungo di Federer.

Lo spagnolo non è mai stato così vicino a vincere il titolo ai Championships. Si trova ad un turno di battuta dal laurearsi campione nel torneo che ha segnato la storia del tennis. Rafa si incammina per vincere il titolo più antico e prestigioso di questo sport. Sentirà la pressione:

“Quando mi sono alzato per andare a servire ho pensato: ma io non vedo più niente!”

Arrivati al 40-40 la bilancia è ancora perfettamente in equilibrio. La partita non vuole saperne di trovare un vincitore. Nadal si procura matchpoint con un servizio vincente. Batte da sinistra senza cercare la già citata traiettoria esterna, ma prova a sorprendere Federer andando al centro. Inizia lo scambio, ma finisce ben presto: Roger affossa a metà rete proprio un dritto offensivo che gli ha dato (e gli darà) tante soddisfazioni nel corso della carriera.

Game, set, match. Nadal si stende a terra mentre le 14979 persone del Centre Court non riescono a trattenere l’euforia, consapevoli di essere testimoni di un gran pezzo di storia. Federer è impietrito e sconfitto in mezzo al campo, nel suo giardino reale che aveva gelosamente curato per gli ultimi 1832 giorni. Rafa è diventato campione a Wimbledon, ha vinto il primo Slam fuori dall’amata terra rossa e ha interrotto il dominio svizzero. Una delle partite più belle della storia si è chiusa dopo 4 ore e 48 minuti di gioco (7 ore e 15 con le tre interruzioni a causa della pioggia) per 6-4, 6-4, 6-7, 6-7, 9-7.

Rafa Nadal con la coppa di Wimbledon in mano.

Ad anni di distanza Federer si lascerà andare ad un’affermazione che può sembrare forte, ma era stata già prevista da molti esperti:

“Continuo a credere di aver perso contro Rafa a Wimbledon a causa di quella dura sconfitta al Roland Garros”

Così Rafael Nadal ha vinto Wimbledon 2008.

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