Correva il giorno 24 giugno 1995: il Sudafrica vince la Coppa del Mondo all’esordio assoluto

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27 anni fa il Sudafrica ospitò e vinse la Rugby World Cup sconfiggendo in finale la Nuova Zelanda.

La rassegna iridata del 95′ non fu solo un evento sportivo, bensì decretò la rinascita di un paese totalmente segnato da decenni di segregazione razziale.
Per i Boks quello fu l’esordio assoluto in una competizione intercontinentale vista l’esclusione dalle due precedenti edizioni, tralasciando poi le varie peripezie avvenute in passato durante i vari tour contro British and Irish Lions ed All Blacks.
Eppure l’amnistia concessa a Nelson Mandela nel 90′ dall’allora presidente boero Frederik de Klerk ed il processo di smantellamento dell’Apartheid, furono fattori che spinsero la l’International Rugby Football Board (attuale World Rugby) ad assegnare al Sudafrica l’organizzazione della terza Coppa del Mondo.

Una disciplina praticata da soli bianchi difficilmente sarebbe stata in grado di unire un popolo composto da una maggioranza di colore pietosamente sottomessa negli ultimi decenni.
Oltretutto 3 anni prima, proprio in occasione di un evento rugbistico tra Sudafrica e Nuova Zelanda, il pubblico di Johannesburg intonò l’inno dello stato segregazionista anziché rispettare il minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’apartheid. Fu un duro colpo per il sopracitato presidente dell’ANC Nelson Mandela, che pochi mesi prima concesse la disputa dell’incontro chiedendo in cambio un banale gesto simbolico ai boeri quale il rispetto. Malgrado la guerra civile fosse ad un passo, vennero messi da parte vendetta e rancore, mentre venne istituita la “Commissione per la verità e la riconciliazione”.

IL MONDIALE

Molto prima dell’inizio della competizione emersero critiche in merito alle sedi della rassegna.
Le città ospitanti sono nella prima fase 14, divenute poi 6 per opera del presidente della SARU (federazione rugby del Sudafrica), ed infine grazie allo zampino della IRFB ne vengono concordate 9: Bloemfontein, East London, Port Elisabeth, Rustenburg, Stellenbosch, Città del Capo, Durban, Johannesburg e Pretoria. Di esse, le ultime 4, ospiteranno la fase ad eliminazione diretta oltre che quella a gironi.

Si arriva dunque al 25 maggio del 95′, quando Australia e Sudafrica danno il via alla terza edizione dell’evento ovale più atteso.
Passano agevolmente il turno i sopracitati Wallabies e Boks, assieme ad All Blacks, Inghilterra, Francia, Scozia. Accesso ai quarti ben più tortuoso per Irlanda e Samoa, quest’ultimi capaci di eliminare Argentina ed Italia.

Nel penultimo atto arriva il momento della verità per i verdeoro, costretti a vedersela coi transalpini. Il maltempo rende impraticabile il terreno di gioco a Durban, e la sfida viene rimandata di ben 2 ore, ma al triplice fischio la pioggia lascia spazio ad un fiume di polemiche.
I tanti episodi dubbi spingono Il capo allenatore d’otralpe Berbizier a contestare le decisioni arbitrali, riferendosi soprattutto alla convalida di una meta sudafricana giudicata dallo stesso marcatore irregolare, oltre alle 3 mete annullate ai galletti.

Nel frattempo a più di 1600 km da Durban nasceva una stella di nome Jonah Lomu, tre quarti ala di 118 kg capace di segnare ben 4 mete all’Inghilterra trascinando i “tutti neri” alla finale.

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