NBA Finals: la serie oscilla verso San Francisco. Warriors ad una vittoria dal titolo.

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Golden State vince Gara-5, domina per 35 minuti e si guadagna la possibilità di chiudere la serie a Boston. I Warriors, in una serata storta al tiro di Steph Curry, trovano in Andrew Wiggins l’uomo della salvezza.

LA DUB NATION CONQUISTA IL PIVOTAL GAME

Gara-5 si apre con la spinta del Chase Center che porta Golden State ad un parziale di 22-8 per chiudere il primo quarto con un rotondo 27-16. Col passare dei minuti cresce d’intensità il gioco dei Boston Celtics, che non abbandonano la partita e vanno all’intervallo sotto di 12 lunghezze.

La partita si accende dal terzo quarto, inaugurato da due triple in back-to-back di Tatum. In pochi minuti Boston si riporta a 4 punti da Golden State, ma in appena pochi minuti Al-Horford con un canestro da tre punti regala ai suoi il primo vantaggio della notte. Il terzo quarto, dove i Warriors avevano accumulato un +48 nelle prime 4 partite, diventa improvvisamente zona di conquista dei Celtics (parziale di 35-24). La tripla di Jordan Poole sulla sirena consente ai Warriors di presentarsi al quarto quarto sul punteggio di 74-75.

L’inizio del quarto periodo vede Klay Thompson salire in cattedra e tenere in piedi la Baia in un momento di difficoltà. Dopo aver superato il periodo di sbandamento, Golden State riprende le redini della partita ed approfitta della combo tecnico+fallo in attacco di Marcus Smart. I Warriors gestiscono il finale giocando col cronometro e tenendo a distanza di sicurezza Boston.

Tornati a San Francisco sul 2-2, i Dubs avevano l’obbligo di sfatare un tabù che rasserenava (e non poco) i tifosi dei Celtics: Boston non aveva mai perso due partite consecutive ai playoff. Dal 22 gennaio la squadra di coach Udoka viaggiava con un incredibile 13-1 dopo una sconfitta, dato sporcato dalle partite contro Raptors e Miami tra il 29 e il 31 marzo. Nelle partite casalinghe in postseason, però, Golden State diventa una macchina con un record di 11-1.

Golden State vince Gara-5 grazie alla forza del gruppo e a 5 giocatori in doppia cifra.

CURRY SI FERMA, IL ROSTER ALZA IL LIVELLO

Dopo un inizio di serie al limite della perfezione cestistica, Steph Curry scivola in Gara-5 chiudendo con 0/9 da tre punti. È la prima volta dall’8 novembre 2018 contro i Bucks che non mette a bersaglio una tripla. Si ferma la striscia più lunga all-time di 233 partite, ma il 30 di Golden State chiude con un+15 di plus/minus e 8 assist.

A salvare i Warriors, però, ci hanno pensato i 26 punti di Wiggins col 52% dal campo e un quarto periodo fenomenale. Sono stati allo stesso modo importanti tanti piccoli aiuti alla causa, come i 21 punti di Thompson con 5/11 da tre, i 14 di Poole e i 15 di Gary Payton II. Il figlio di Gary Payton è stato scartato da diverse squadre NBA: Houston Rockets, Milwaukee, Lakers e Washington. Da quest’anno a San Francisco si è ritagliato un ampio minutaggio in regular season e nelle rotazioni alle Finals. La fiducia di coach Kerr, che l’ha lasciato in campo nei momenti decisivi e nell’ultimo quarto, è stata ampiamente ripagata con punti, intensità e qualità.

Steph Curry non sembra infastidito dalla brutta prestazione, anzi: “non sono mai stato così felice dopo una serata da 0/1000”.

I Celtics si trovano spalle al muro, mentre Golden State nella notte tra giovedì e venerdì avrà a disposizione il primo matchpoint per chiudere la serie finale del 2022. Boston è obbligata a vincere al TD Garden, in caso contrario i Warriors si laureeranno campioni per la quarta volta negli ultimi 8 anni.

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