
In 75 anni di storia di NBA, sono molti i giocatori che possono dire di aver lasciato un segno nella massima competizione cestistica al mondo; ma in pochi possono dire di aver ispirato un’intera generazione grazie al suo modo di fare, e uno di questi è proprio Allen Iverson.
La vita di Allen Iverson non è stata agiata e tranquilla come molti giocatori di oggi, basti pensare per esempio a Lonzo e LaMelo Ball, i quali vivono nella ricchezza più sfrenata; la sua gioventù infatti è stata l’esatto contrario: il suo carattere infatti gli costò un arresto ad appena 17 anni e rischiò di inficiare la sua carriera poichè i college nutrivano molti dubbi sul carattere del ragazzo, il quale venne preso all’università solo grazie alla madre che implorò l’allenatore di ammettere il figlio.
Dopo l’università venne ingaggiato dai Philadelphia 76ers, dove forgiò il suo nome segnando 19.583 punti in 697 partita (28 pti di media a partita), dopo questa lunga parentesi a Phila, Iverson provò ad accasarsi in altre franchigie come Denver, Detroit e Memphis, dove però non trovò gli stessi risultati; tornò poi ai 76ers nella stagione 2009-2010 per poi trasferirsi in Turchia e chiudere la sua carriera al Beşiktaş giocando solo sette partite in Turchia.
Allen Iverson però non viene ricordato solo come giocatore, ma al contrario, è stato anche una fonte di ispirazione, basta pensare che fu il primo giocatore NBA a giocare con i tatuaggi.
Questa è la storia di Allen Iverson, un uomo che ha trasformato una semplice passione nella sua vita, abbattendo ogni difficoltà.

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