Nel periodo d’oro di Federer, Nadal e Djokovic, Andy Murray trasformò i Big3 in Fab4. Compie oggi gli anni lo scozzese che sconvolse gli equilibri del tennis.
3 slam, 14 Masters1000, due ori olimpici e un titolo alle Finals non sono sufficienti per descrivere la storia di Murray. L’ex numero 1 al mondo si è inserito tra i migliori giocatori della storia di questo sport, combattendo alla pari fino a doversi operare e giocare con un’anca di metallo.
Il rovescio è il suo colpo più solido, ma si distingue per la tenacia e per la meravigliosa transizione difesa-attacco. Questi fondamentali, uniti all’aspetto fisico, alle movenze sul campo e all’intelligenza tattico gli hanno consentito di giocare 11 finali slam, di cui 5 all’Australian Open. Ha trionfato a Wimbledon nel 2013 e nel 2016 contro Novak Djokovic e Milos Raonic, nonché agli US Open del 2012 (ancora una volta battendo Nole, che si è preso la rivincita in altre 5 finali Major).
Dopo i successi ottenuti, nel 2018 e nel 2019 subisce due operazioni all’anca. L’11 gennaio 2019, piangendo in conferenza stampa, annuncia un possibile ritiro dal tennis giocato. Fortunatamente il secondo intervento, effettuato a fine gennaio, gli permetterà di tornare a competere in doppio nella stagione su erba, e in singolare durante lo swing americano.

Rinnoviamo gli auguri ad uno dei tennisti più forti dell’ultimo decennio, nella speranza che possa continuare a giocare lontano dai problemi fisici che l’hanno ossessionato per molti anni.


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