8 Maggio 1982, 42 anni fa, durante le qualifiche sul tracciato belga di Zolder, ci lasciava per sempre “l’aviatore”, Gilles Villeneuve. Citando l’ex team principal Ferrari Mattia Binotto, “Gilles con il suo coraggio, la sua passione e il suo attaccamento all’azienda, incarnava quella che era, ed è ancora oggi la vera identità della Scuderia di Maranello”; forse è proprio per questo che Enzo Ferrari amava così tanto il “canadese volante”.
IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA
Sabato 8 Maggio 1982 si disputano le qualifiche del Gran Premio del Belgio, che ospita il quinto appuntamento della stagione. Villeneuve, dopo il torto subito due settimane prima dal compagno e amico Pironi durante il Gp di San Marino, scende in pista con un pensiero fisso, arrivare davanti al francese, per dimostrare di essere il più forte. Non ci sono prove certe, ma secondo molti, proprio questa foga agonistica porterà Gilles a spingersi oltre ogni limite e a chiedere troppo alla sua Ferrari. La tragedia ha luogo negli ultimi minuti di qualifica, mentre il canadese, ottavo, prova a superare Pironi che è sesto. La sua monoposto è lanciata a 225 km/h, percorre la Terlamenbocht e si trova davanti l’esperto Mass. Il pilota della March si sposta a destra, pensando che il ferrarista lo sorpassasse sulla sinistra; proprio in quell’istante, alle ore 13:52, dopo aver urtato a 260 orari la gomma posteriore del collega, la Ferrari numero 27 decolla volteggiando. Mentre l’auto è in volo, il corpo di Gilles viene sbalzato fuori, finendo contro un paletto posto ai limiti della pista, che causa il distacco tra la prima e la seconda vertebra cervicale. Il corpo è lì, esanime. Il soccorso immediato e il rapido trasferimento all’ospedale risultano inutili, perché alle 21:12, presso l’ospedale Saint Raphael di Lovanio, il cuore del giovane fenomeno smette di battere per sempre.

LA STELLA DI GILLES
La stella di Villeneuve è durata poco in pista, ma la sua luce irradia ancora oggi il mondo delle corse. Un campione dall’animo buono capace di ammaliare migliaia di spettatori con le sue gesta. Per Scheckter, suo amico e compagno in Ferrari, è stato il più veloce pilota della storia delle corse e, a Enzo Ferrari, che tanto lo amava, ricordava Nuvolari. Un fenomeno vero e proprio dunque, che nonostante i pochi successi e zero titoli mondiali, è entrato nella storia di questo sport e nel cuore di tutti i tifosi.



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