Ciclismo: Longo Borghini e Van Baarle trasformano l’inferno in paradiso: la Parigi-Roubaix è tutta loro.

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Questo fine settimana pasquale rappresentava forse il momento più atteso di tutta la stagione dagli appassionati del grande ciclismo, poichè andavano in scena la seconda edizione della Parigi-Roubaix femminile e la 119a in campo maschile. “L’inferno del Nord” non ha tradito le aspettative dei tifosi Italiani, in quanto Elisa Longo Borghini, nonostante una condizione fisica non eccezionale, è riuscita a conquistare il successo nell’iconico velodromo di Roubaix, scrivendo una pagina di storia del ciclismo Italiano. Tra gli uomini a trionfare è stato l’Olandese Dylan van Baarle, il quale ha saputo leggere la situazione in maniera impeccabile, staccando gli avversari nel momento decisivo della corsa. Per Van Baarle, che si classificò in seconda posizione ad Oudenaarde in occasione del Giro delle Fiandre, questo è sicuramente il successo più prezioso ed epico di una carriera che lo aveva visto finora aiutare i propri capitani nei grandi giri.

La vittoria di Elisa Longo Borghini è la rappresentazione dello stato di salute che sta vivendo il ciclismo femminile Italiano, che sta dominando in lungo e in largo la stagione world tour, grazie alla sopracitata atleta della Trek, alla campionessa del mondo Elisa Balsamo, a Marta Cavalli, e ad altre giovani promesse come Chiara Consonni, già capace di imporsi in una classica di rilievo come la Dwars door Vlaanderen. Elisa è stata autrice di un’azione da fuoriclasse ai -33 chilometri, che ha sorpreso tutte le rivali, a partire dalla campionessa Belga Lotte Kopecky. La nativa di Ornavasso è succeduta alla compagna di squadra Elizabeth Deignan (ora fuori per l’imminente nascita del secondo genito), diventando la seconda ciclista della storia in campo femminile a vincere sia Parigi Roubaix che il Giro delle Fiandre.

VAN BAARLE SUL TRONO, VAN AERT SECONDO.

La Parigi-Roubaix maschile 2022 è stata una gara epica, animata sin dalle battute iniziali a causa del vento che aveva costretto Van Aert e Van der Poel ad inseguire. La gara è stata in seguito condotta da Mohoric, che aveva tentato la fuga prima dell’imbocco della Foresta di Arenberg; lo stesso Sloveno è stato l’avviatore dell’azione decisiva, alla quale si è aggiunto Yves Lampaert e solamente dopo Van Baarle, che è poi stato in grado di fare la differenza nei tratti di pavè decisivi (tra i quali il Carrefour de l’Arbre) e di portare in dote all’Ineos la prima Roubaix della storia del team. In seconda e terza piazza si sono classificati rispettivamente Wout Van Aert (che nei grandi appuntamenti si trova spesso e volentieri in questa posizione) e Kung. Gara sfortunata per tutti gli Italiani: Filippo Ganna è stato vittima di due forature, che gli hanno fatto perdere preziose energie impedendogli di sognare in grande; problemi meccanici anche per Davide Ballerini e Matteo Trentin: il primo ha bucato all’inizio della foresta quando si trovava in fuga insieme a Matej Mohoric, Trentin era invece nel gruppo dei big e ha dovuto abbandonare ogni velleità di gloria nella fase infuocata della gara.

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