Dopo 6 lunghissimi mesi, finalmente la Regular Season è terminata. Tutte e 30 le squadre hanno finito le loro 82 (logoranti) partite e adesso in 12 sono già ai blocchi di partenza per i playoff, mentre altre 8 dovranno passare dal famigerato play-in, da cui ne passeranno soltanto 4. Per tutti gli altri, ci rivediamo in autunno.
Ma quali sono le squadre che sono riuscite a ritagliarsi un posto fra le migliori 10 dell’Est e le migliori 10 dell’Ovest? E chi, invece, purtroppo o per fortuna, è rimasto fuori?
Eastern Conference
A guidare la combattutissima Eastern Conference ci sono, con un record di 53-29, gli evergreen Miami Heat, guidati da un mostro sacro della panchina, nonché figlio tecnico di Pat Riley, ovvero Erik Spoelstra, che è riuscito nell’impresa di recuperare Victor Oladipo dopo un anno ai box.
A seguire un terzetto fermo a 51-31, comprendente: al secondo posto i Boston Celtics che da inizio 2022 hanno decisamente ingranato la marcia giusta, grazie ad una difesa imbattibile e un Jayson Tatum ispiratissimo.

Al terzo posto ci sono i campioni in carica, i Milwaukee Bucks, che dopo un inizio piuttosto soft, si sono rimessi in carreggiata e hanno conquistato la terza piazza, merito di un Giannis da 29.9+11.6, in doppia doppia per la quinta stagione consecutiva.
Ai 76ers, lanciatissimi verso il sogno anello dopo la trade che ha portato Harden a Philadelphia, spetta la quarta posizione, proprio davanti ai loro avversari, i Toronto Raptors. L’unica franchigia non statunitense si aggiudica il penultimo slot per accedere direttamente ai playoff grazie a 48 vittorie e 34 sconfitte, merito di una stagione memorabile del rookie Scottie Barnes e del redivivo Pascal Siakam.

Il sesto, nonché ultimo, slot per l’accesso ai playoff è destinato ai Chicago Bulls, che mancavano dai playoff dal 2017. Guidati da uno straordinario DeMar DeRozan, i Bulls si sono resi protagonisti di una grandissima stagione dopo anni di anonimato che non verrà certo macchiata dal finale in calando.
E Brooklyn?
I Brooklyn Nets dopo un inizio da dominatori della loro conference si sono dovuti arrendere all’infortunio di Kevin Durant, che lo ha tenuto lontano di campi per ventidue partite a cavallo tra gennaio e febbraio, unito alla disponibilità solo part time di Kyrie Irving. Senza le loro due stelle e con Harden che giocava (male) da separato in casa, i Nets sono sprofondati in piena zona play-in e hanno chiuso con 44 vittorie e 38 sconfitte, esattamente come i Cleveland Cavaliers che chiudono ottavi e, nonostante i tanti infortuni, per la prima volta da quando LeBron se n’è andato, i Cavs potrebbero approdare alla post season, grazie anche alla super stagione da rookie di Evan Mobley.

Al nono posto c’è Atlanta, vera e propria rivelazione della stagione passata, che non è riuscita a confermare il quinto piazzamento dell’anno scorso, nonostante un Trae Young da record.
Gli ultimi a staccare il pass per il play-in sono i Charlotte Hornets guidati dal giocatore più fresco della lega, cioè LaMelo Ball.

Le cinque squadre che non sono riuscite a conquistare abbastanza vittorie da centrare i playoff (o play-in), ma che hanno accumulato abbastanza sconfitte per garantirsi una delle prime 14 scelte al draft sono, in ordine: New York Knicks, Washington Wizards, Indiana Pacers, Detroit Pistons e Orlando Magic.
Western Conference
Fin dalle prime partite di pre-season era chiaro a tutti che nessuno, ad Ovest, sarebbe arrivato davanti ai Phoenix Suns. E così, a distanza di quasi un anno dalle finals dello scorso anno, Phoenix guida la Western Conference col miglior record della lega.
Le 64 vittorie sono merito di un sistema ben consolidato, orchestrato da due geni: uno in panchina, Monty Williams, e l’altro in campo, ovviamente Chris Paul.
Ma Phoenix non è solo Chris Paul, è anche un Devin Booker sempre più Mamba, un Mikal Bridges stakanovista, un Jae Crowder evergreen e un DeAndre Ayton finalmente maturo.

Al secondo posto, con 56-26, ci sono i Memphis Grizzlies, vera e propria outsider dell’Ovest. Se Memphis è arrivata davanti a squadre ben più blasonate è merito di un roster ben organizzato, che ha saputo vincere anche quando Ja Morant, autore di una stagione pazzesca, era ai box per infortunio.
Sul gradino più basso del podio ci sono i Golden State Warriors, probabilmente la squadra più sfortunata della stagione. Klay Thompson è, finalmente, rientrato, ma le partite giocate da lui, Curry e Draymond Green contemporaneamente si contano sulle dita di una mano.

Ad una sola vittoria di distanza, c’è Luka Doncic coi suoi Dallas Mavericks, rinati dopo la trade che ha portato Spencer Dinwiddie da Washington a Dallas in cambio di Kristaps Porzingis.
Il quinto posto spetta a Utah, anche se dalle parti di Salt Lake City non si respira un bella aria. Secondo i media locali, fra Donovan Mitchell e Rudy Gobert, le due superstar dei Jazz, non scorre buon sangue e una eventuale delusione ai playoff potrebbe portare la dirigenza a smantellare il roster per ricominciare tutto da zero.
L’ultimo slot disponibile per i playoff se lo aggiudicano i Denver Nuggets, privi per tutta la stagione di Jamal Murray e Michael Porter Jr, ma con un Nikola Jokic in versione MVP.

Nel mezzo tra i fortunati che vanno ai playoff e i malcapitati che chiudono anzitempo la loro stagione, ci sono i Minnesota Timberwolves che hanno trovato in Karl Anthony Towns, fresco campione della 3 Point Contest, una solida base per il futuro.
A seguire c’è la banda di Tyronn Lue, i Los Angeles Clippers. Nonostante abbiano dovuto fare a meno di Kawhi Leonard per tutta la stagione e di Paul George per 51 partite, i Clippers sono riusciti a strappare un dignitosissimo ottavo posto.

I penultimi classificati in zona play in sono i New Orleans Pelicans, completamente trasformati dopo l’acquisto di CJ McCollum ma privi del loro gioiello, Zion Williamson, in infermeria da inizio stagione per una serie di misteriosi infortuni.
Ultimi, ma non ultimi, i San Antonio Spurs, guidati ovviamente da Gregg Popovich, che hanno conquistato la decima piazza al fotofinish.
I grandi esclusi, ovviamente, sono i Los Angeles Lakers, partiti con ambizioni da titolo dopo l’arrivo di Westbrook, ma velocemente ridimensionati a causa dell’incompatibilità di Russ con LeBron. Oltre al danno, pure la beffa, visto che la scelta al primo giro del prossimo draft che verrà assegnata ai gialloviola, finirà nelle mani dei Pelicans grazie alla trade che due anni fa portò Anthony Davis alla corte del Re.

Chiudono il cerchio degli esclusi i Sacramento Kings, che alla trade deadline di febbraio hanno incredibilmente smantellato un roster tutto sommato onesto; i Portland Trail Blazers privi di Lillard da mesi e anche loro protagonisti di alcune trade piuttosto particolari; gli Oklahoma City Thunder e, i Houston Rockets, che per il secondo anno di fila conquistano la palma di peggior squadra della NBA.
Adesso che la regular season è, finalmente, terminata, allacciatevi le cinture che è arrivato il momento di partire per un viaggio alla scoperta del meglio che il basket possa offrire.

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