Si conclude con un epilogo inaspettato il primo Masters 1000 della stagione 2022. Un torneo che di certo non ha annoiato per il numero di colpi di scena ed effetti speciali.
Masters 1000 o 250?
Il trofeo del “tennis Paradise” si è visto senza padrone fin dalle battute iniziali: le teste di serie più alte sono cadute praticamente subito. Zverev, che per molti non doveva nemmeno partecipare al torneo dopo i vergognosi avvenimenti di Acapulco, è stato sconfitto da Tommy Paul in 3 set nel match di esordio.
Lo ha seguito a ruota Tsitsipas, che dopo essersi imposto sull’ex top 10 Jack Sock in 3 set lottatissimi, viene prepotentemente eliminato da un altro americano, Brooksby, che dopo aver ceduto il primo set ne vince altri due agevolmente.
Miglior sorte per il nostro Matteo Berrettini, che quantomeno riesce a passare due turni(non senza difficoltà) prima di cedere al serbo Kecmanovic in 3 set.
Ultimo ma non per importanza, Daniil Medvedev, fresco del numero 1 del ranking, perde contro Monfils ai sedicesimi e scala di nuovo alla posizione numero 2.

Kyrgios in love, una nuova versione dell’australiano
Una delle sorprese più belle di questo torneo è sicuramente il ritorno ad alti livelli di Nick Kyrgios, che è riuscito ad esprimere un tennis spumeggiante e solido nell’arco della settimana.
Sul suo cammino verso i quarti di finale, dove si è arreso solo a Rafa Nadal spaventandolo a più riprese, ha demolito prima Baez e Delbonis, poi Casper Ruud, testa di serie numero 8 del torneo.
Stando alle parole di Kyrgios, questo successo è dovuto sia al supporto della sua nuova compagna, Costeen Hatzi, sia alla maturità anagrafica dei suoi 26 anni.

Alcaraz, sempre più in alto
La crescita esponenziale di Carlos Alcaraz continua anche in America: a soli 18 anni sembra che possegga già tutte le caratteristiche necessarie per spaventare i più grandi. Durante questa settimana lo ha dimostrato battendo giocatori del calibro di Bautista Augut, Norrie, Monfils, e mettendo in grave difficoltà Nadal in semifinale.

Una conclusione Fri(tz)zzante, IW torna tra le mani di un americano
Con l’eliminazione anticipata di tutte le teste di serie più importanti, Nadal sembrava lanciato verso il quarto titolo del suo leggendario avvio di stagione, arrivando ad una striscia di 21 vittorie consecutive.
A mettergli i bastoni tra le ruote l’unico tennista di casa rimasto, Taylor Fritz, che dopo aver sconfitto Rublev in semifinale, surclassa anche Nadal in finale con un sonoro 6-3 7-6.
Certo, il maiorchino non era al meglio della condizione fisica, ma il fato ha deciso di riportare l’anelato trofeo del deserto nelle mani di un tennista di casa, ponendo fine ad un attesa che durava dal 2001, quando a vincerlo fu Andre Agassi.



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