Correva il giorno 17 marzo 1939: nasce Giovanni Trapattoni.

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Il 17 marzo del 1939 nasceva una delle figure più influenti della storia calcistica italiana, ovvero Giovanni Trapattoni, detto il Trap, conosciuto per essere l’allenatore italiano più vincente con i club. Andiamo a ripercorrere tutte le tappe più fondamentali di un’allenatore storico per questo sport.

LA NASCITA DEL TRAP

Giovanni Trapattoni nasce il 17 marzo del 1939 a Cusano Milanino come quinto figlio di Francesco e Romilde Bassani. Nel 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale, cominciò a frequentare la scuola elementare a Milanino dove iniziò anche a instaurare un buon rapporto con il pallone, giocando nell’oratorio della scuola. La prima squadra della sua carriera calcistica sarà infatti tra le file delle giovanili della squadra locale, per poi passare a quelle del Milan nella stagione 1956/57. Nella stagione successiva Giovanni passa in prima squadra ma per l’esordio in campionato dovrà attendere la stagione 1960, in occasione della vittoria rossonera per 3-0 contro la Spal. Il primo gol con il Milan arriverà il 16 aprile 1961 e in totale con il Diavolo collezionerà 274 presenze, costellate dalle vittorie dello scudetto nella stagione 1961-1962 e 1967-1968 e dalle due Coppe dei Campioni.

Dopo la lunga esperienza tra le file del Milan, deciderà di trasferirsi al Varese dove concluderà la sua carriera agonistica. Dopo questa scelta ci sarà la sua decisione di diventare allenatore, ovvero il mestiere che gli consentirà di scolpire il suo nome nell’Olimpo del calcio italiano

IL TRAP ALLENATORE: IL DECENNIO D’ORO

Se ricordiamo Giovanni Trapattoni come una delle figure più importanti di questo sport, lo dobbiamo soprattutto alla sua immensa carriera in panchina, iniziata immediatamente dopo l’attività agonistica, sempre tra le file del suo MIlan, dove ormai era riconosciuto come una bandiera. Allenerà il Diavolo fino al 1976 ma in questi anni solo nell’ultima annata riuscirà ad allenare la prima squadra. Sarà anche questo a spingerlo a cambiare squadra, nonostante le richieste del capitano Gianni Rivera. Giovanni però era fermo su questa decisione, voleva una prima squadra e ciò si presentò l’annata successiva con il contratto della Juventus.

L’allora presidente bianconero Giampiero Boniperti decise così di optare per il giovane Trapattoni. La scelta del leader juventino era naturalmente però molto rischiosa ma sarà proprio questo rischio a premiarlo in futuro. Difatti al primo colpo, il Trap fece capire subito di che pasta era fatto: il 22 maggio 1977 la Juventus si assicurerà lo Scudetto, il diciassettesimo della sua storia, vincendo una caotica corsa scudetto con il Torino. Egli riuscirà a trionfare anche in Europa, vincendo la Coppa Uefa con l’Athletic Bilbao

Trapattoni riuscirà a bissare il trionfo vincendo nuovamente il campionato nella stagione successiva, battendo la concorrenza della sorpresa Vicenza. La Juventus plasmata da Giovanni, ai vertici del campionato, riuscì quindi a creare un’alchimia indissolubile grazie anche a giocatori come Zoff e Cuccureddu ma non riuscirà a ripetersi nelle due stagioni successive, dove porterà a Torino soltanto la coppa Italia. Questo fatto però sarà solo un inciampo in un percorso destinato a rimanere negli annali.

Infatti dal 1980 al 1986 il Trap conquisterà cinque campionati, una coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, una Coppa Intercontinentale e la tanto ambita Champions League, nella stagione 1984-85, contro il Liverpool, accompagnata da uno sfondo macabro per le vittime dell’Heysel. Giovanni chiuderà quindi la sua prima esperienza con la Juventus al top, imponendo il nome della Vecchia Signora ai vertici del calcio italiano ed europeo, in un periodo passato alla storia come il Decennio D’oro.

INTER, JUVENTUS E BAYERN MONACO: TROFEI SU TROFEI

Nella stagione 1986/1987 Giovanni Trapattoni, come aveva già annunciato nella stagione 1985/1986, decise di abbandonare la Juventus, accasandosi all’Inter di Ernesto Pellegrini che aveva anticipato il milanista Silvio Berlusconi. I primi anni sulla panchina neroazzurra però saranno più difficili del previsto e il Trap non riuscirà a conquistare nessun trofeo di valore . Nella stagione 1988 però le cose cambiarono: la società regalò all’allenatore un mercato di livello con giocatori come Brehme, Matthaus, Berti, Diaz e Bianchi. Con questi giocatori Trapattoni formerà una rosa compatta e solida che vincerà lo storico scudetto dei record. Con la compagine meneghina riuscirà a togliersi anche la soddisfazione di vincere la Coppa Uefa nella stagione 1990/91, per poi passare nuovamente alla sponda bianconera.

Trapattoni viene quindi richiamato alla base dopo la fallimentare annata di Luigi Malfredi. La prima annata del ritorno segnerà subito un punto di svolta ma il rinascimento bianconero lo avremo nella stagione seguente: con giocatori del calibro di Baggio, Ravanelli e Vialli, Trapattoni riuscì a vincere per la terza e ultima volta la Coppa Uefa, battendo il Borussia Dortmund.

Giovanni abbandonerà nuovamente la Juventus nel 1994 per sposare il progetto estero del Bayern Monaco, squadra che lo porterà per la prima volta fuori dall’Italia. Sulla panchina dei bavaresi però egli cadde in un’esperienza fallimentare tanto che lascerà il club tedesco dopo una sola stagione.

LE ALTRE ESPERIENZE IN ITALIA E IL RITORNO AL BAYERN

Dopo il passaggio al Bayern Monaco, Trapattoni decise di tornare in Italia, accettando un’offerta insolita e curiosa, quella del Cagliari. Fra lui e la capitale sarda si creò subito un bel rapporto ma l’esperienza sarà ancora una volta un flop che culminerà con le dimissioni.

Trapattoni era allora nuovamente alla ricerca di una nuova panchina che si chiuderà con la seconda chiamata del Bayern Monaco. C’era aria di rivincita nell’aria e ciò durerà per tutta la Bundesliga dell’annata 1996/1997, dove Trapattoni vincerà per la prima volta il Meisterschale. Nella stagione successiva però il Trap non riuscirà a bissare il successo perchè la neopromossa Kaiserslautern imporrà il suo dominio sui campioni in carica. Giovanni inoltre, dopo le tre sconfitte consecutive arrivate in campionato, esplose in una conferenza passata alla storia per il suo tedesco maccheronico.

“In queste partite ci sono stati due, tre o quattro giocatori che erano deboli come una bottiglia vuota. – si sfoga il tecnico italiano – Strunz! Strunz è qui da due anni e ha giocato 10 partite, è sempre infortunato”.

Questa sarà l’ultima esperienza sulla panchina dei bavaresi per il tecnico lombardo e nell’estate del 1988 decise di ritornare nuovamente in Italia, più precisamente a Firenze. Trapattoni, abbastanza contestato dai tifosi per il suo passato bianconero, fece ricredere tutti, sfiorando il campionato alla prima stagione e qualificandosi alla Champions League, grazie anche al magnifico tridente Rui Costa-Edmundo-Batistuta. Nella stagione seguente però Trapattoni si dovrà accontentare di un sesto posto che chiuderà la sua esperienza nella culla della cultura italiana.

TRA ITALIA E IRLANDA

Nella maestosa carriera in panchina di GIovanni Trapattoni ci sarà spazio anche per un posto in nazionale, sia in quella italiana sia in quella irlandese. Il 6 luglio del 2000 la Federcalcio offrirà al Trap la panchina dell’Italia. Esordirà a Budapest contro l’Ungheria, nella prima partita delle qualificazioni al campionato mondiale 2002 di Corea e Giappone. Un mondiale ancora molto discusso, ricco di moviola per gli italiani che hanno subito numerosi torti arbitrali dall’arbitro Byron Moreno.

“Credo che tutto il mondo abbia visto la partitaQuesto Mondiale è cominciato con questo andazzo ed è proseguito nello stesso modo”. 

La seconda esperienza in nazionale sarà in Irlanda, dal 2008 fino al 2013, ultima esperienza prima della chiusura della sua gloriosa carriera.

Una figura importante, storica, unica del suo genere. Oggi sono 83, auguri Trap!

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